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Svezzamento

habena
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Iscritto il: 05 giu 2015, 12:28

Re: Svezzamento

Messaggio da habena »

Proteine nobili

Il pesce è poi importante per l’alimentazione del piccolo in quanto fornisce proteine ad alto valore biologico, che contengono cioè tutti gli aminoacidi (unità base delle proteine) essenziali, che l’organismo non è in grado di produrre da solo. Le proteine sono utili per la crescita e il rinnovamento delle cellule e dei tessuti. Questo alimento ha quindi una validità nutrizionale paragonabile a quella della carne.

Ferro per il sangue

Il pesce è anche un ottimo apportatore di ferro, che ha un ruolo molto importante nella costituzione dell’emoglobina, una sostanza indispensabile per trasportare l’ossigeno ai vari organi. Nel pesce questo minerale è presente in forma biodisponibile, cioè viene rapidamente assorbito a livello intestinale.

Vitamine per tutto l’organismo

Nel pesce si trovano infine alcune vitamine, sostanze importanti in quanto all’interno delle cellule rendono possibili meccanismi essenziali alla vita:

A: si trova soprattutto nel pesce grasso, come l’aringa, l’anguilla e lo sgombro, nei crostacei e nei molluschi. È importante per gli occhi, per la pelle e per la crescita;
B12: è utile per la formazione dei globuli rossi (cellule del sangue) e per un buon funzionamento del sistema nervoso; inoltre, aiuta a tenere alto il tono fisico e l’umore;
B2 e B6: proteggono i tessuti, la pelle e la vista;
B3: serve per la crescita, il rinnovamento e il mantenimento delle cellule;
D: si trova soprattutto nel pesce grasso e consente l’assorbimento del calcio e del fosforo, minerali essenziali per lo sviluppo di ossa e denti;
K: utile per la coagulazione del sangue e per la salute di ossa e tessuti;
PP: importante per il metabolismo (insieme delle reazioni chimiche che avvengono nell’organismo) e la crescita.

Il calendario da seguire

A parte i bambini che sono a rischio di allergia nei confronti di questo alimento (perché hanno un genitore o un fratello che soffre del disturbo), per i quali è necessario aspettare che abbiano compiuto almeno un anno, in tutti gli altri casi il pesce può essere offerto già a partire dai 6 mesi di età, non solo per ampliare i gusti del bambino dopo la fase delle prime pappe, ma anche per reali esigenze nutrizionali legate alla sua crescita. A partire da questo momento, infatti, il piccolo è, di norma, protagonista di tutta una serie di cambiamenti che lo porteranno a raddoppiare il peso che aveva alla nascita e a incrementare l’altezza di circa 15 centimetri. È logico, quindi, che nel secondo semestre di vita aumenti il fabbisogno di energia da parte del bambino, così come quello di proteine che passa, di solito, da 13 a 21 grammi al giorno per i maschi e da 11 a 19 grammi per le femmine. Il pesce, poi, rappresenta un’ottima alternativa alla carne, dato che è anche più digeribile perché privo di tessuto connettivo.

I tipi con cui cominciare

Premesso che quello in vasetto (o liofilizzato) è l’ideale per l’inizio dello svezzamento, in quanto più digeribile, se si opta per il pesce fresco occorre cominciare con piccoli assaggi di trota, merluzzo e nasello, dal sapore più delicato. Maggiore attenzione va, invece, riservata a sogliola e platessa perché sono pesci di fondo e, quindi, più a rischio di contaminazioni, pur incontrando, di solito, i gusti dei bambini. A partire dai 10-12 mesi si possono offrire al piccolo anche le varietà dal sapore più intenso, come orata, branzino e salmone, tenendo comunque conto delle sue preferenze.
carelia
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Re: Svezzamento

Messaggio da carelia »

Uovo nello svezzamento. I disturbi più comuni
Molti luoghi comuni lo sottovalutano. Eppure ha tanti pregi, soprattutto per il bambino in crescita. È, infatti, un alimento fondamentale nella dieta del piccolo, molto nutriente e saziante. Occorre, però, posticiparne l'introduzione perché è a rischio di reazione allergica
Uovo nello svezzamento. I disturbi più comuni

Un alimento sottovalutato

L’uovo è un alimento altamente nutritivo, ricco di proteine, sali minerali e vitamine. Per le sue caratteristiche nutrizionali, è considerato uno degli alimenti proteici più completi in natura, e un ottimo complemento dei carboidrati normalmente presenti nella dieta mediterranea. L’uovo è un ottimo nutriente per bambini e per ragazzi, ed è uno degli alimenti utilizzati dopo lo svezzamento per completare l’apporto nutritivo del latte. Possiede una buona dose di vitamina A (2 uova coprono circa un quarto del fabbisogno giornaliero) e del gruppo B (B1, B2, B12, PP) e discrete dose di vitamina E. L’uovo apporta anche calcio (33 mg per uovo, quasi completamente nel tuorlo) e ferro (0,7 mg per uovo), in quantità paragonabile a quella fornita dalla carne. Contiene circa 7 g di proteine cosiddette nobili, cioè ad alto valore biologico, in quanto complete di tutti gli aminoacidi essenziali (8 nell’adulto e 9 nel bambino), che l’organismo non è in grado di produrre e quindi deve assumere con gli alimenti.

La digeribilità dell’uovo è mediamente buona (varia in base al tipo di cottura) e il contenuto in grassi rientra nella media degli altri alimenti ricchi di proteine, sebbene sia relativamente ricco di colesterolo, sostanza che si deposita nel sangue e che in grosse quantità può risultare dannosa per la salute delle arterie. I Larn (Livelli di assunzione giornalieri raccomandati di nutrienti per la popolazione italiana) consigliano, per quanto riguarda il bebè, di non offrire l’uovo più di una volta la settimana, per non caricare in maniera eccessiva l’organismo di questo grasso.

Albume a rischio di allergie

L’allergia all’uovo è una reazione immunitaria (cioè dell’organismo) avversa alle proteine delle uova ed è considerata una delle più comuni allergie alimentari nei neonati e nei bambini. Le uova contengono diverse proteine, alcune delle quali, come l’ovoalbumina, l’ovotransferrina e la lisozima, molto allergizzanti. Queste proteine sono contenute soprattutto nell’albume (il bianco) che risulta così la parte allergizzante dell’uovo. più sicuro il tuorlo (titoletto) Il tuorlo (il rosso), invece, è la parte dell’uovo meno a rischio di allergia. Pertanto si può cominciare a introdurlo, come piccolo assaggio, nell’alimentazione del bambino a partire dall’8°-10° mese di vita. Per dare al bambino il “bianco”, invece, è bene aspettare l’anno di età.

Se il bimbo è allergico, è importante evitare di introdurre nella dieta del piccolo alimenti contenenti uova. Gli alimenti che contengono tracce di uova sono tanti, quindi è necessario porre molta attenzione alle informazioni riportate sull’etichetta delle confezioni alimentari. Tra i termini che segnalano la presenza di tracce di proteine delle uova rientrano: albume, uova polverizzate, albumina, globulina, lisozima, ovoalbumiina, ovotransferrina, silicio albuminato, vitellina.
carelia
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Re: Svezzamento

Messaggio da carelia »

I disturbi più comuni

L’allergia all’uovo può scatenare diversi disturbi come diarrea, nausea, vomito, orticaria (prurito), gonfiori, soprattutto alla gola. L’allergia all’uovo, inoltre, è tra le maggiori cause della comparsa di dermatiti atopiche ed eczema, malattie infiammatorie della pelle di natura allergica. Ecco perché se il bambino soffre di dermatite atopica occorre maggiore prudenza nell’introduzione di questo alimento: l’allergologo, infatti, potrebbe suggerire di non dare l’uovo al bimbo fino ai tre anni.

Un test dà, comunque, la possibilità di scoprire in anticipo se il piccolo è allergico all’uovo. L’esame può anche dare un risultato debolmente positivo. Ciò significa che il bambino si è sensibilizzato all’uovo, ma non necessariamente manifesta una reazione allergica. In questo caso sarà il pediatra a valutare se è il caso di introdurre ugualmente l’alimento nella sua dieta. La tecnica si chiama prick by prick test, si effettua direttamente sulla pelle del bambino usando l’alimento fresco. Il medico punge leggermente la pelle del bimbo con una lancetta intinta della sostanza che può dar luogo all’allergia, quindi osserva la reazione. Il prick test può dare esito:

negativo se non compare nessuna reazione. In questo caso si può introdurre l’uovo nell’alimentazione del bambino, seguendo il calendario dello svezzamento;
nettamente positivo se la zona si arrossa. In questo caso occorre rinviare l’introduzione dell’uovo nella dieta del bimbo;
debolmente positivo: in questo caso, per non condannare il bimbo a inutili diete, conviene sottoporlo al challenge test, cioè alla somministrazione sotto controllo specialistico di dosi crescenti dell’alimento.

L’allergia all’uovo spesso scompare con la crescita. Per questo motivo è consigliabile ripetere il prick test a distanza di 6 – 12 mesi. Quando il test dà esito negativo si può dare tranquillamente l’uovo al piccolo.

Il calendario dello svezzamento

È fondamentale svezzare il bimbo con gradualità, osservando scrupolosamente il calendario stabilito dal pediatra. Le proteine dell’uovo sono infatti complesse e, se giungono nell’intestino del bimbo quando quest’organo non è ancora in grado di riconoscerle, possono provocare allergie, nell’immediato o negli anni successivi. Verso il decimo mese, si può provare a offrire al bimbo il tuorlo, cioè il rosso. È sempre bene iniziare con un assaggino, verificando le reazioni del bimbo, per poi arrivare a dare al bebè un tuorlo intero; in ogni caso, uno alla settimana è più che sufficiente. Se il bambino è a rischio di allergie, e in ogni caso per quanto riguarda l’albume, occorre posticipare l’introduzione fino, almeno, all’anno di età.

Bisogna rispettare le tappe dello svezzamento anche per i cibi che contengono l’uovo tra gli ingredienti, come i budini e le merendine. È bene offrire al piccolo solo i prodotti specifici per l’infanzia, privi di additivi. In alternativa, vanno bene anche i dolci casalinghi ma occorre lavare accuratamente il guscio delle uova prima di romperle: si evita il rischio di contagio con la Salmonella. Dopo l’anno, invece, si può offrire anche l’uovo crudo (per esempio, offrendo il tuorlo con un po’ di zucchero o, quando il piccolo è più grandicello, sottoforma di zabaione). Ma bisogna tenere presente che è meno nutriente dell’uovo cotto perché l’albumina non viene digerita ed è eliminata con le feci. La cottura, invece, ne provoca la coagulazione e l’assorbimento da parte dell’intestino.

In particolare, gli albumi non andrebbero mai mangiati crudi perché contengono avidina, una proteina che ha la proprietà di combinarsi con la vitamina H (fondamentale per la pelle), impedendone l’assimilazione da parte dell’organismo. La cottura, invece, distrugge questa proteina e quindi non ci sono conseguenze per l’organismo. Inoltre, se si offre l’uovo crudo aumenta il rischio di salmonellosi (un’infezione intestinale); anche per questo motivo si inizia a proporre l’uovo sodo nella pappa del piccolo. In ogni caso, se le uova vengono consumate crude bisogna fare attenzione alle condizioni igieniche, utilizzarle poco tempo dopo la deposizione, scegliere quelle più pulite (eventualmente pulirle con un canovaccio).
carelia
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Re: Svezzamento

Messaggio da carelia »

Attenzione alla scelta

Quando si acquistano le uova è bene fare attenzione alla scelta. Per legge a partire dal 1° gennaio 2004, le uova devono riportare un codice alfanumerico (composto da lettere e numeri) assegnato a ogni allevamento dall’azienda sanitaria locale al fine di garantire la tracciabilità delle uova in Italia e in Europa. Se è possibile, sarebbe meglio scegliere uova prodotte con metodi poco intensivi che prediligano la qualità piuttosto che la quantità. Esistono anche le uova biologiche: le aziende produttrici dichiarano che sono più sicure in quanto le galline sono sottoposte ad allevamenti “poco stressanti” e più controllati.

Sarebbe poi bene scegliere uova di allevamento all’aperto perché garantisce una vita più sana e quindi un minor rischio di malattie per le galline. Le uova poi vanno conservate in frigorifero nella loro confezione originale, in quanto la refrigerazione rallenta i processi di invecchiamento, non vanno mai lavate con l’acqua per non rimuovere la cuticola esterna, al massimo si possono pulire con un panno asciutto. Il guscio, infatti, essendo poroso può assorbire l’acqua alterando così l’aspetto organolettico (colore, odore, sapore e consistenza) dell’uovo.

La freschezza è importante

Le uova devono essere sempre fresche e, anche se tenute in frigorifero, è opportuno consumarle entro dieci giorni dall’acquisto per ridurre rischi di tossinfezioni: le uova non più fresche tendono a galleggiare se immerse in acqua salata, il tuorlo si rompe facilmente durante la cottura e l’albume tende a liquefarsi. Non esiste, invece, alcuna relazione tra il colore delle uova e la loro qualità. Il colore del tuorlo non è simbolo di genuità, ma è dovuto al tipo di alimentazione delle galline e in particolare al contenuto di carotenoidi, pigmenti contenuti naturalmente nei vegetali ma anche nei concimi, che se assorbiti producono un tuorlo dal colore più intenso. Nello stesso modo, le uova dal guscio scuro non sono più genuine di quelle dal guscio bianco: il colore dipende esclusivamente dalla razza delle galline.
rondine
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Re: Svezzamento

Messaggio da rondine »

Il calendario dello svezzamento – la tabella
Il calendario da seguire per lo svezzamento ideale del tuo bambino, con l'introduzione dei cibi mese per mese, per un'alimentazione sana

FRUTTA

dal 4°-6° mese: mela, pera, banana
dall’8°-9° mese: prugna, albicocca, uva, pesca, kiwi
dal 12° mese: agrumi
dal 18°-24° mese: fragole, ciliegie, frutta secca

VERDURA

dal 4°-6° mese: patate, carote, erbette, zucchine, lattuga
dal 7°-8° mese: fagiolini, finocchi, spinaci, zucca
dall’8°- 9° mese: asparagi, cavoli, verze, carciofi
dal 10°-12° mese: cipolla, pomodori

CEREALI

dal 4° mese: crema di riso, di mais e tapioca, biscotti senza glutine
dal 6°-7° mese: semolino, pastina, biscottini con il glutine
dal 12° mese: pane, riso

LATTE E LATTICINI

dal 4°-6° mese: parmigiano, grana, crescenza, quartirolo, ricotta, mozzarella, scamorza, fontina, pecorino
dal 7°-8° mese: yogurt bianco e alla frutta (sono alla banana, mela, pera)
dal 12° mese: latte di mucca, yogurt alla frutta

CARNE

dal 4°-6° mese: agnello, cavallo, coniglio, manzo, pollo, tacchino, vitello
dal 7°-8° mese: prosciutto cotto
dal 12° mese: maiale

PESCE

dal 7°-8° mese: branzino, dentice, merluzzo, nasello, orata, salmone, sogliola, palombo, trota
dal 18°-24° mese: crostacei, molluschi

UOVO

dal 10° mese: solo il tuorlo
dal 12° mese: anche l’albume
rondine
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Re: Svezzamento

Messaggio da rondine »

Il calendario dello svezzamento – la tabella
Il calendario da seguire per lo svezzamento ideale del tuo bambino, con l'introduzione dei cibi mese per mese, per un'alimentazione sana

FRUTTA

dal 4°-6° mese: mela, pera, banana
dall’8°-9° mese: prugna, albicocca, uva, pesca, kiwi
dal 12° mese: agrumi
dal 18°-24° mese: fragole, ciliegie, frutta secca

VERDURA

dal 4°-6° mese: patate, carote, erbette, zucchine, lattuga
dal 7°-8° mese: fagiolini, finocchi, spinaci, zucca
dall’8°- 9° mese: asparagi, cavoli, verze, carciofi
dal 10°-12° mese: cipolla, pomodori

CEREALI

dal 4° mese: crema di riso, di mais e tapioca, biscotti senza glutine
dal 6°-7° mese: semolino, pastina, biscottini con il glutine
dal 12° mese: pane, riso

LATTE E LATTICINI

dal 4°-6° mese: parmigiano, grana, crescenza, quartirolo, ricotta, mozzarella, scamorza, fontina, pecorino
dal 7°-8° mese: yogurt bianco e alla frutta (sono alla banana, mela, pera)
dal 12° mese: latte di mucca, yogurt alla frutta

CARNE

dal 4°-6° mese: agnello, cavallo, coniglio, manzo, pollo, tacchino, vitello
dal 7°-8° mese: prosciutto cotto
dal 12° mese: maiale

PESCE

dal 7°-8° mese: branzino, dentice, merluzzo, nasello, orata, salmone, sogliola, palombo, trota
dal 18°-24° mese: crostacei, molluschi

UOVO

dal 10° mese: solo il tuorlo
dal 12° mese: anche l’albume
fragolina
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Re: Svezzamento

Messaggio da fragolina »

Calendario dello svezzamento: seguirlo sì o no
Quando vanno introdotti gli alimenti a rischio di allergia nella dieta del piccolo? Per alcuni pediatri è meglio non posticipare troppo, mentre altri preferiscono essere molto cauti
Calendario dello svezzamento: seguirlo sì o no

Il latte della mamma è certamente il nutrimento migliore per il bebè, ma intorno ai sei mesi circa non basta più da solo a garantire tutto il fabbisogno nutrizionale del piccolo ed è necessario, quindi, che il bambino inizi a mangiare, in modo graduale, come i grandi. A questo punto bisogna dunque fare attenzione affinché al piccolo vengano garantite tutte le sostanze nutrienti necessarie per la crescita. La “tabella di marcia” ideale in realtà è tuttora oggetto di studi e di dibattiti: se da una parte il numero di bambini che sviluppano un’allergia alimentare è di fatto in aumento, complici lo stile di vita e le condizioni ambientali attuali, complessivamente più salutari e quindi troppo pulite, dall’altra non è accertato se l’introduzione più precoce, o viceversa più tardiva, di alcuni alimenti possa incidere sullo sviluppo di eventuali allergie, agevolandole o ritardandole.

La maggior parte dei pediatri individua nell’età compresa tra i 4 e i 6 mesi il periodo più indicato per iniziare lo svezzamento. Questo perché prima di tale periodo il bambino non è in grado di deglutire cibi solidi e il suo apparato digerente non è abbastanza maturo per digerire alimenti diversi dal latte. I vari tipi di cibi devono essere introdotti con gradualità, dando la precedenza ad alimenti che siano meno a rischio di reazioni allergiche. Ogni nuovo alimento va inserito nella dieta del bimbo a intervalli di 2-4 giorni. Ecco uno schema indicativo (bisogna, infatti, sempre attenersi alle indicazioni del pediatra che segue il piccolo):

Procedere per tappe: sì o no?

Alcuni esperti sostengono che lo svezzamento di tutti i lattanti si può condurre senza particolari restrizioni, mentre altri consigliano precauzioni che riguardano soprattutto uova, pesce, pomodori e agrumi prima dell’anno di vita, soprattutto se c’è familiarità per le allergie. A favore di queste precauzioni, però, non c’è ancora evidenza scientifica, cioè un numero sufficiente di studi clinici che dimostrino che ritardare l’introduzione di questi alimenti eviti lo sviluppo dell’allergia. Quindi, secondo alcuni pediatri se il bimbo è predisposto a diventare allergico, un eventuale ritardo nell’introduzione degli alimenti non lo metterebbe comunque al riparo dai rischi. Altri, invece, sostengono che vale la pena aspettare perché introdurre l’uovo e il pesce o gli agrumi in modo graduale non sembra avere conseguenze negative per la crescita e lo sviluppo del bambino. In attesa di una risposta scientifica è bene come sempre rivolgersi al pediatra: è la specifica situazione del proprio bambino che deve essere valutata, nel contesto delle abitudini familiari, della presenza o meno di familiarità per le allergie, e di altri.
fragolina
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Iscritto il: 02 nov 2015, 16:44

Re: Svezzamento

Messaggio da fragolina »

Cos’è l’allergia

Le allergie alimentari sono una reazione avversa dell’organismo ad alcuni alimenti. Si manifestano in genere con diarrea, con o senza prurito alla pelle, cui si possono aggiungere prurito e formicolio alla bocca con rigonfiamento delle labbra: in quest’ultimo caso si parla di Sindrome orale allergica (Soa). A volte quindi gli effetti di un’allergia possono essere lievi ma, soprattutto nei bambini piccoli, possono anche essere seri e richiedere una cura immediata del medico. Non appena si scopre che il piccolo è allergico a un alimento, questo dovrà essere evitato nella sua dieta.

Colpa del sistema immunitario

Responsabile di un’allergia è il sistema immunitario, cioè di difesa naturale, del bebè, che per errore può riconoscere come veri e propri nemici anche sostanze innocue, fra le quali appunto gli alimenti. La familiarità, cioè il fatto di avere uno o entrambi i genitori allergici, è il fattore che maggiormente predispone allo sviluppo delle allergie, ma mai a una specifica allergia: la predisposizione, infatti, riguarda il sistema immunitario in generale, non la reazione a un alimento piuttosto che a un altro. Tuttavia, circa il 10% dei bambini che non ha nessun genitore allergico sviluppa comunque una o più allergie: questo aspetto è ancora oggetto di studio, ed è per questo motivo che alcuni pediatri raccomandano a tutti i genitori di introdurre in modo graduale gli alimenti nella dieta del piccolo.

Limiti anche durante l’allattamento al seno?

Fino ad alcuni anni fa, nel corso delle poppate al seno era piuttosto comune l’abitudine di non assumere alimenti genericamente considerati “allergizzanti”, come il pomodoro, la fragola e la mela, ma anche molti altri, nel timore di esporre il piccolo allo sviluppo di un’allergia: in alcuni casi, quando la mamma oltre a essere allergica soffriva anche di asma bronchiale, venivano sconsigliati così tanti cibi da rendere difficile un’alimentazione completa. Attualmente non si ritiene necessario “forzare” in alcun modo la dieta della mamma finché allatta, nemmeno quando è allergica oppure allergica e asmatica. Tutt’al più possono venire eliminati alcuni ortaggi (come cavolfiore e cipolla) e spezie, che conferendo al latte un sapore più deciso, possono indurre il piccolo a rifiutare le poppate.
robi24ma
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Re: Svezzamento

Messaggio da robi24ma »

Acqua minerale per biberon e pappe
Nonostante l'acqua distribuita dai rubinetti italiani sia quasi sempre sicura, le sue caratteristiche chimiche e fisiche variano molto da località a località, inoltre la concentrazione di sali minerali non è sempre adatta al neonato
Acqua minerale per biberon e pappe

Acqua minerale

È opportuno che il bebè beva acque garantite igienicamente, non trattate e con una composizione chimica definita. Le più indicate sono quelle a bassa o bassissima mineralizzazione (oligominerali), che non devono superare il limite di 500 mg per litro. Sono definite “minerali naturali” le acque che, avendo origine da una falda o da un giacimento sotterraneo, hanno caratteristiche di purezza e conservazione, un buon tenore in minerali, oligoelementi e altri costituenti importanti per la salute. L’acqua poco mineralizzata favorisce la diuresi e l’eliminazione delle scorie metaboliche (urea, creatinina, acido urico). Ha un bassissimo tenore di arsenico, nitrati e fluoro, mentre più sostanziosi possono essere il calcio e il magnesio. L’acqua adatta ai bambini deve anche essere microbiologicamente pura e priva di inquinanti chimici e contenere poco sodio (sotto i 20 mg/l), responsabile, secondo alcuni studi scientifici, di ipertensione arteriosa. Dal punto di vista igienico, quella in bottiglia è un’acqua sicura: non ci sono contaminazioni microbiologiche e il confezionamento è regolamentato in maniera molto rigida.

Per il biberon e le prime pappe

Le acque oligominerali a bassa mineralizzazione sono le più adatte anche per preparare il biberon (se il bebè è nutrito con il latte formulato) la preparazione dalla pappa del bebè. Grazie alla loro ipotonicità (bassa concentrazione di minerali), non alterano la composizione del latte in polvere, esercitano una buona azione solvente, rendendolo più digeribile, e non affaticano i reni, grazie alla bassa quota di soluti (sostanze disciolte nel sangue che devono essere filtrate dal rene). Inoltre, la purezza microbiologica ne consente l’utilizzo senza bollitura (che invece è indispensabile se si impiega l’acqua potabile del rubinetto, un’operazione che tende a privare l’acqua dei gas disciolti e a far precipitare alcuni sali minerali).
robi24ma
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Re: Svezzamento

Messaggio da robi24ma »

Omogeneizzati per lo svezzamento
Comodi per la mamma, gustosi per il bambino, ma anche completi dal punto di vista nutrizionale: sono l’ideale per le prime pappe del piccolo, quando da una dieta a base di solo latte inizia a consumare anche cibi solidi
Omogeneizzati per lo svezzamento

Omogeneizzato

Rispetto agli adulti, i piccoli sono molto più sensibili alle sostanze presenti negli alimenti, in quanto assumono una maggiore quantità di cibo in rapporto al loro peso corporeo. Dunque, in presenza di una qualsiasi sostanza dannosa, il neonato ne assumerebbe una dose più elevata con il rischio di un maggiore accumulo di sostanze tossiche.

Per questo gli alimenti destinati all’infanzia, tra cui quindi anche gli omogeneizzati, non devono contenere alcuna sostanza in quantità tale da poter nuocere alla salute dei bambini. Per legge sono stabiliti dei requisiti minimi, estremamente severi, che le aziende specializzate in alimentazione per l’infanzia devono rispettare. Spesso, poi, le stesse aziende di prodotti per l’infanzia, per offrire garanzie di sicurezza ancora maggiori ai piccoli consumatori, oltre a rispettare questi limiti di legge obbligatori, già molto severi, si sono date un codice di autoregolamentazione, che stabilisce norme ancora più restrittive per quanto riguarda l’intero processo produttivo, dalla coltivazione e dall’allevamento delle materie prime fino al prodotto finito.

Attenzione all’etichetta

Anche per quanto riguarda l’etichetta vi sono norme ben precise da rispettare. Infatti, su quella degli omogeneizzati devono comparire alcune informazioni fondamentali per il consumatore, quali:

l’età a partire dalla quale il prodotto è indicato. In nessun caso l’età può essere inferiore ai quattro mesi;
la presenza o l’assenza di glutine: questa proteina, se assunta prima dei sei mesi di età, può scatenare nei bambini predisposti, la celiachia, un’intolleranza molto seria. Questa indicazione è necessaria per i prodotti come creme, pastine e biscotti indicati a partire da un’età inferiore ai sei mesi;
il valore energetico espresso in calorie (Kcal), tenore di grassi, carboidrati e proteine per 100 grammi o millilitri di prodotto;
il tenore medio dei minerali e vitamine per i quali è previsto un limite nel D.P.R. 128/99;
le istruzioni per la preparazione.

No a ogm, conservanti e coloranti

La normativa vigente ha affrontato in modo molto severo le problematiche relative a diverse sostanze, tra cui additivi, Ogm e contaminanti vari, e ha imposto divieti significativi per garantire standard qualitativi elevati. In particolare, gli alimenti per lo svezzamento devono garantire per legge:

l’assenza di conservanti;
l’assenza di coloranti;
l’assenza di aromi artificiali;
l’assenza di Ogm;
il divieto di utilizzo di alcuni pesticidi e un tenore residuo di altri pesticidi tollerati fino allo 0,01 mg/kg (che è un valore ai limiti della rilevabilità, prossimo allo 0).

In più sono stabiliti per legge ulteriori limiti, ancora più restrittivi, per altri contaminanti, come nitrati, micotossine (alfatossine, ocratossina, patulina e altri), metalli pesanti (come il piombo e il cadmio), diossine e benzoapirene.
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