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Svezzamento

pinacolada
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Re: Svezzamento

Messaggio da pinacolada »

Il bambino rifiuta alcuni cibi o vuole mangiare da solo
Sono i due problemi più comuni a tavola una volta che il bimbo ha superato l'anno di età. Si risolvono innanzitutto con tanta pazienza
Il bambino rifiuta alcuni cibi o vuole mangiare da solo

Non gli piace la carne

La carne è un alimento fondamentale per la crescita del bambino e di norma risulta anche molto gradito al piccolo. Può capitare, però, che il bimbo proprio non ne voglia sapere di mangiarla e la sputi inevitabilmente tutte le volte che gli viene proposta. Dato il valore nutrizionale della carne, questo atteggiamento finisce inevitabilmente con il gettare nello sconforto la mamma, preoccupata perché al suo piccolo possano mancare degli elementi fondamentali per la sua crescita.

I consigli

Invece della solita “fettina”, proporre al bimbo la carne sottoforma di polpette o polpettone: sono più morbidi da masticare e, quindi, in genere risultano più graditi anche ai bambini “più difficili”.
Sostituire la carne con alimenti di pari valore nutrizionale, come il pesce (in particolare sono consigliati la sogliola, il merluzzo e in generale tutto il pesce azzurro), le uova, il formaggio e i legumi abbinati ai cereali (per esempio, pasta e lenticchie o riso e fagioli), in modo da garantirgli una corretta quota di proteine ad alto valore biologico e ferro. Uniti ai cereali, infatti, i legumi, integrano il loro patrimonio di aminoacidi (unità-base delle proteine) incrementando così il loro valore biologico. Anche le uova racchiudono la migliore qualità di proteine in assoluto, e quindi vanno benissimo per la crescita sana dei bambini, ma non vanno date più di 2 volte alla settimana. Un’altra combinazione efficace è quella che consiste nell’unire il formaggio (perfetti sono il grana e il parmigiano) alla pasta oppure al pane. Vanno, però, evitati i formaggi troppo grassi.

Vuole mangiare da solo e fa disastri

È inevitabile e fa parte della progressiva conquista dell’autonomia del piccolo. Il bambino vorrà le sue esperienze con le posatine e combinerà tanti pasticci: è inevitabile! Ogni bambino affronta questo momento in maniera diversa e con tempi propri che vanno rispettati. In linea di massima ecco le tappe del processo di familiarizzazione con le posate:

a 9 mesi il bambino sa tenere il biberon con le mani, portarlo alla bocca e toglierlo quando ha finito. Prova a cimentarsi con il cucchiaino ma non sempre riesce con successo a portarlo alla bocca;
a 12 mesi: tiene bene gli oggetti in mano e sa togliersi qualcosa dalla bocca. Usa il cucchiaio con più abilità;
a 18 mesi: si serve del cucchiaio girato nel verso giusto per gli alimenti solidi, vuole mangiare da solo una parte del pasto, ma si stanca presto e vuole essere aiutato;
a 2 anni: mangia da solo, tiene il bicchiere con una sola mano e si sporca meno. Ogni tanto può chiedere di essere imboccato, ma in realtà vuole solo verificare se può ancora “contare” sull’aiuto della mamma. Verso i due anni e mezzo inizia a utilizzare la forchetta e se ne serve per infilare i pezzetti in bocca;
3 anni: incomincia a stare correttamente a tavola, sa servirsi del coltello (ma è meglio evitare), anche se non ha ancora forza a sufficienza per tagliare carne e frutta dura.

Indubbiamente è più facile che il bambino accetti più facilmente le posate al momento del bisogno se ha avuto prima la possibilità di scoprirle e di “provarle”. È consigliabile, quindi, mettere il bambino nel seggiolone e tenerlo vicino alla tavola mentre mamma e papà mangiano, anche prima che abbia l’età per potere fare i primi tentativi da solo: in questo modo imparerà che l’ora del pranzo o della cena è anche un’occasione per stare tutti insieme e certamente vorrà imitare i grandi.

I consigli

Per non doversi preoccupare anche che il piccolo si sporchi o rompa qualcosa durante il pasto, è consigliabile ricorrere ad alcuni accessori studiati appositamente per le prime pappe:

un bavaglino-grembiulino dotato di maniche (per evitare lavaggi troppo frequenti in commercio sono disponibili anche bavaglini impermeabili, in plastica dotati di risvolto salva gocce, oppure bavaglini usa e getta);
piatti in plastica, spesso dotati di più scomparti e di un deposito dove inserire l’acqua calda per non fare raffreddare la pappa troppo velocemente;
bicchierini muniti di beccuccio per limitare gli “sbrodolamenti” inevitabili utilizzando i bicchieri normali;
cucchiaini in plastica atossica o silicone (meno “freddi” e sfuggenti di quelli di metallo) dalle forme e i colori divertenti.
pinacolada
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Re: Svezzamento

Messaggio da pinacolada »

Schema pasti per il bambino dai 10 ai 12 mesi
A questa età si può iniziare a frazionare il pasto in primo e secondo e aumentare un po' le dosi, perché è maggiore il fabbisogno energetico del piccolo
Frappé con biscotti

1° pasto

latte di proseguimento (220-250 ml) + 2-4 biscotti per l’infanzia

2° pasto

Pappa con brodo vegetale o di carne 
con verdure miste passate (bietola, lattuga, carota, patata, finocchio, sedano, zucchine, fagioli, lenticchie, cipolla, pomodoro, spinaci), semolino di grano o crema multicereali o crema di riso, mais e tapioca (20-25 g) o pastina (2-3 cucchiai), olio extravergine di oliva (2 cucchiaini), un omogeneizzato di carne oppure carne fresca (30-40 g di manzo, coniglio, pollo, tacchino, agnello, maiale) cotta al vapore; frutta: mela, pera o 1/2 banana o un succo di frutta per l’infanzia . In alternativa: primo piatto: pastasciuttina con sugo di pomodoro e olio extravergine d’oliva; secondo piatto: carne fresca (30-40 g di manzo, coniglio, pollo, tacchino, agnello, maiale) cotta al vapore; frutta,

3° pasto

latte di proseguimento (220-250 ml)+ 2-4 biscotti
per l’infanzia latte di proseguimento (150-180 ml) e mezzo frutto oppure uno yogurt per l’infanzia + 1 frutto o 2 biscotti per l’infanzia oppure frullato di frutta.

4° pasto

Pappa con brodo vegetale o di carne 
con verdure miste passate (bietola, lattuga, carota, patata, finocchio, sedano, zucchine, fagioli, lenticchie, cipolla, pomodoro, spinaci), semolino di grano o crema multicereali o crema di riso, mais e tapioca (20-25 g) o pastina (2-3 cucchiai), olio extravergine di oliva (2 cucchiaini), 2 cucchiaini di formaggio grattugiato tipo grana
oppure 1 formaggino per l’infanzia
oppure stracchino, robiola o groviera
(20 g) oppure mozzarella o fordilatte o ricotta di mucca (30 gr) oppure prosciutto cotto
o prosciutto crudo
o pesce (30-60 g merluzzo, palombo, sogliola, platessa, trota) oppure un vasetto omogeneizzato 
o tuorlo d’uovo ben cotto (1 cucchiaino ogni 2-3 giorni aumentando gradualmente fino a 2 tuorli a settimana). frutta: mela, pera o 1/2 banana o succo di frutta per l’infanzia. In alternativa: primo piatto: pastina (2-3 cucchiai) con olio extravergine d’oliva (2 cucchiaini). Secondo piatto: un formaggino per l’infanzia; frutta

Lo schema e la quantità dei pasti è indicativa, perché ogni bambino si regola in base alle proprie esigenze e ai propri gusti.
kleo
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Re: Svezzamento

Messaggio da kleo »

Il pasto completo durante lo svezzamento
Soprattutto dopo i 10 mesi aumenta il fabbisogno nutrizionale del piccolo ed è necessario integrare la sua dieta via via con altri alimenti, sempre seguendo il calendario dello svezzamento indicato dal pediatra
Il pasto completo durante lo svezzamento

Per bambini particolarmente precoci si può frazionare un pasto in primo piatto di pastina o riso asciutti con olio e parmigiano e pomodoro e secondo piatto di carne o pesce o prosciutto cotto. Il formato della pastina sarà sempre più grande. Va tenuto presente che il pranzo e la cena costituiscono rispettivamente il 40 e il 30% dell’apporto calorico giornaliero. Quindi, nel menù il primo piatto sarà previsto tutti i giorni a pranzo e a cena, alternando piatti asciutti con piatti in brodo o passati di verdure. Tale schema può comportare la difficoltà a completare tutto il pasto proposto e quindi non è adatto a tutti i bambini. Se, per esempio, il piccolo si stanca facilmente, rischia di mangiare solo il primo e di saltare il secondo. In questo caso è bene, perciò, continuare ad adottare il piatto unico, in modo da fornire in un solo pasto tutte le sostanze nutrienti di cui il piccolo ha bisogno, aspettando che il piccolo sia pronto per affrontare il pasto completo “come i grandi”.

La sua prima pastasciutta

Intorno ai 10 mesi di vita il bambino la dentizione del bambino comprende, in genere, 8 dentini: gli incisivi laterali superiori e inferiori. E il piccolo è quindi sempre più capace di masticare. Si possono perciò introdurre le prime pastasciuttine. Si versano circa 30 g di pastina per l’infanzia tipo capelli d’angelo dalla consistenza molto fine in 400 ml di acqua bollente e si cuoce per il tempo indicato sulla confezione. Una volta scolata, si condisce la pasta con il pomodoro fresco scottato e pelato, un cucchiaino (5 g) di olio extravergine di oliva crudo e uno di formaggio grattugiato tipo grana. Il condimento per la prima pastasciutta deve essere molto semplice e leggero e da questa età può comprendere anche il pomodoro, introdotto appunto a partire da dieci mesi, in quanto a rischio di allergia nei bambini predisposti). I sughi troppo elaborati, infatti, non sono indicati a questa età, sia perché più difficilmente digeribili dal bambino, sia perché si finirebbe per abituare il piccolo a sapori troppo forti, in una fase in cui il gusto si sta ancora sviluppando. Un’alternativa, altrettanto leggera e facilmente digeribile, al semplice sugo di pomodoro è un “ragù” di verdure miste (per esempio, zucchine, carote e sedano), tritate molto finemente e fatte cuocere con il pomodoro; poi si può condire il tutto con un cucchiaio di olio extravergine di oliva a crudo e uno di formaggio stagionato grattugiato.
kleo
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Re: Svezzamento

Messaggio da kleo »

I consigli per trasformare le pappe in un gioco
Lo svezzamento del bambino può rappresentare l'occasione per introdurre un'alimentazione sana e corretta per tutta la famiglia. Tutti ne gioveranno e il bambino potrà liberamente assaggiare le stesse cose che mangiano mamma e papà
Formaggio ai bambini: fondamentale per le ossa

Le consistenze dovranno, com’è ovvio, essere rese adatte all’ingestione da parte del bambino, ma è bene tenere presente che i bambini masticano con le gengive ben prima di avere i molari. Non bisogna farsi condizionare da un’eventuale rallentata eruzione dei dentini: a quest’età il piccolo è perfettamente in grado di gustare e “masticare” pietanze morbide come il pollo lesso o la verdura cotta a pezzettini. 

Questa modalità riesce a trasformare il momento delle prime pappe in un gioco graduale e personalizzato, evitando di farlo diventare occasione di crisi o di conflitto tra i genitori e il figlio. Il bambino che non mostra interesse per il cibo ha probabilmente bisogno di altro tempo per prepararsi a fare questa esperienza o semplicemente deve poter condividere questa nuova attività con le persone che lui ama e con le quali si sente sicuro. È fondamentale mettersi a tavola tutti insieme, almeno una volta al giorno, e proporre al bambino dei piccoli assaggini dai piatti dei “grandi”, compatibilmente per il calendario dello svezzamento indicato dal pediatra. È, infatti, molto importante che il bambino si abitui a mangiare di tutto e per far ciò ha bisogno di “modelli” da imitare a tavola: la mamma, il papà ed eventuali fratelli più grandi. Non si può, per esempio, pretendere che il bimbo mangi la verdura, se poi sente che il fratellino fa i capricci perché non gli piace!
palmina
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Re: Svezzamento

Messaggio da palmina »

Il bambino rifiuta le verdure: cosa fare?
Può succedere che alla sola vista di carote o zucchine nel piatto, il piccolo reagisca con un secco no, arrivando a non aprire nemmeno la bocca o, addirittura, a sputare se costretto a mangiare
Il bambino rifiuta le verdure: cosa fare?

Mamma e papà non devono scoraggiarsi: con il tempo e il ricorso a qualche piccolo trucco sarà possibile fargli accettare anche questi cibi. Sono diversi i motivi che portano il bebè a rifiutare un cibo. In questa fase della crescita, infatti, il piccolo comincia a sentire il bisogno di autoaffermazione nei confronti soprattutto della madre e il primo modo in cui la manifesta è proprio il rifiuto del cibo. Il bambino, infatti, tende a rifiutare ogni alimento che gli viene proposto dalla mamma, ma, in modo particolare, la verdura risulta essere il cibo meno apprezzato. In molti casi il rifiuto è causato dal sapore amarognolo tipico di molti ortaggi. In altri, invece, il bimbo la rifiuta perché, non avendo ancora una dentatura sufficientemente forte, fa fatica a masticare e soprattutto ha difficoltà a deglutire. Anche la monotonia delle proposte è causa spesso di rifiuto: dall’età di quattro-sei mesi, infatti, il bambino mangia pappe preparate con il brodo vegetale, quindi intorno ai 10-12 mesi il sapore della verdura può averlo stancato. Infine, anche la diffidenza verso nuovi cibi può essere un altro valido motivo del tassativo no che il bimbo dimostra verso le verdure.

I consigli per la mamma

1) Non proporre al piccolo le verdure nude e crude, ma, per esempio, sotto forma di sformati, polpette con carne e formaggio oppure per condire la pastina.
2) Mascherarne l’odore con erbe aromatiche o, magari, aggiungendo al purè di patate (che di solito piace a tutti i bambini) un po’ di piselli, zucchine o spinaci, in modo da stimolare il palato anche del bambino più schizzinoso.
3) Trasformarla in un gioco: un piatto di spinaci e zucchine sarà certamente più invitante agli occhi del piccolo se i primi vengono presentati a mo’ di montagnetta su cui si inerpica un sentiero di zucchine. La carota e i pomodori, invece, possono trasformarsi nell’allegro volto di un pagliaccio, dove la carota il naso e i pomodori gli occhi e la bocca.
4) Sostituirla con la frutta: se il bambino continua a non gradire le verdure, le si possono sostituire con la frutta, altrettanto ricca di vitamine, minerali e fibre. Il sapore dolce della frutta, infatti, è solitamente gradito al bambino. A metà mattina e a merenda si può, quindi, offrire al bimbo la banana (fonte di potassio), prugne, pesche e albicocche (ricche di antiossidanti), oltre alle classiche mela e pera (per le fibre).

Come fargli piacere…

le carote: si può preparare un purè di patate e carote, facendo cuocere a vapore una patata e due carote e schiacciandole poi con il passaverdura. Basta aggiungere un cucchiaio di olio extravergine di oliva ed è subito pronto un contorno gustoso.
le zucchine: possono essere utilizzate insieme ad altre verdure per la preparazione di gustosi passati di verdura o di tortini.
gli spinaci: si può provare a sminuzzarli molto finemente e a unirli, con l’aiuto di una forchetta, a qualche cucchiaio di ricotta, per ottenere una crema da mangiare così o da utilizzare per condire la pastina.
la zucca: si possono preparare degli gnocchetti, facendo cuocere a vapore la polpa della zucca e poi schiacciandola con il passaverdura e amalgamandola a un po’ di farina. Gli gnocchetti vanno cotti per qualche minuto in acqua bollente, scolati e conditi con olio e formaggio grattugiato tipo grana.
I finocchi: sono buoni crudi oppure lessati o cotti a vapore e conditi con olio extravergine di oliva.
Le bietole: si possono preparare delle polpettine di verdura al forno con la carne trita, e una patata schiacciata.
I pomodori: si possono tagliare a metà e cospargere con pangrattato e un trito di basilico e olio extravergine di oliva; vanno quindi passati al forno e gratinati.
palmina
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Re: Svezzamento

Messaggio da palmina »

Schema pasti per il bambino dagli 8 ai 10 mesi
La prima e la seconda pappa si arricchiscono di nuovi ingredienti. È bene alternare la carne, al pesce e ai formaggi, fonti di proteine. Verso i 10 mesi, fa il suo ingresso anche l'uovo, prima però solo il tuorlo, meno a rischio di allergia
Schema pasti per il bambino dagli 8 ai 10 mesi

Lo schema dei pasti ideale da seguire:

1° pasto

Latte di proseguimento (circa 250 ml) o yogurt (1 vasetto di yogurt intero + frutta o 1 biscotto per l’infanzia) o latte materno a volontà

2° pasto

pappa a base di brodo vegetale o di carne con 30 g di cereali (pastina, pane, semolino, creme multicereali, fiocchi) e carne (omogeneizzato, 80 g, o carne fresca, 50 g) o pesce; 2 cucchiaini di olio extravergine d’oliva e 2 di formaggio grattugiato tipo grana.

3° pasto

Latte di proseguimento (circa 250 ml) o yogurt (1 vasetto di yogurt intero + frutta o 1 biscotto per l’infanzia) o farine lattee (alla frutta, ai cereali o al biscotto) o latte materno a volontà.

4° pasto

pappa a base di brodo vegetale o di carne con 30 g di cereali (pastina, pane, semolino, creme multicereali, fiocchi) con formaggio (30-40 g) o ricotta o prosciutto cotto magro (un omogeneizzato o prodotto fresco, 30-40 g).

Lo schema e la quantità dei pasti è indicativa, perché ogni bambino si regola in base alle proprie esigenze e ai propri gusti
palmina
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Re: Svezzamento

Messaggio da palmina »

Primi assaggi di pesce nello svezzamento
Il pesce è un alimento fondamentale nello svezzamento del piccolo: non solo è, al pari della carne, una fonte preziosa di sostanze nutrienti, ma, a differenza della carne, è facilmente digeribile e masticabile dal piccolo, perché contiene una quantità ridotta di tessuto connettivo (quello che tiene unite le fasce muscolari)
Svezzamento: se mangia da solo ingrasserà di meno!

A meno che il bambino non sia a rischio di allergia, non c’è ragione per ritardare l’introduzione del pesce nella dieta del piccolo. Dopo i primi assaggi di questo alimento in vasetto, verso gli 8-10 mesi del piccolo, si può perciò passare al prodotto fresco. In questo caso occorre fare attenzione ad alcuni particolari al momento dell’acquisto. A questo proposito, esiste uno specifico regolamento europeo che stabilisce i parametri secondo cui classificare la freschezza dei pesci. Gli elementi da considerare sono:

la carne: nel pesce fresco è elastica; se è molle o flaccida, significa che il pesce non è fresco.
le squame: se il pesce non è fresco, le squame si staccano facilmente dalla pelle e la superficie appare piuttosto rugosa.
l’occhio: nel pesce fresco è convesso e leggermente infossato; la pupilla è di colore nero spento e la cornea leggermente opalescente. Se, invece, l’occhio è concavo al centro, ha la pupilla grigia o la cornea lattiginosa, il pesce non è fresco.
l’odore: nel pesce fresco, l’odore delle branchie e della cavità addominale è neutro; nel pesce non fresco, invece, è piuttosto acre.
le branchie: nel pesce fresco, sono un po’ scolorite e si nota la presenza di muco trasparente sulla loro superficie. Se il pesce non è fresco, le branchie sono di colore giallognolo e il muco ha un aspetto lattiginoso.

A seconda dello stato e delle caratteristiche, ognuno di questi elementi può appartenere a quattro categorie. Le prime tre, in ordine di qualità, sono: categoria Extra, categoria A e categoria B. Poi c’è la categoria Non ammesso: in teoria, se uno solo dei parametri sopra elencati rientra in questa categoria, il pesce non dovrebbe nemmeno essere venduto. Nella scelta del pesce, poi, è bene preferire quello di origine nazionale o di un Paese dell’Unione europea, in quanto sottoposto a precise normative e controlli di sicurezza. In mancanza, però, di un’etichettatura obbligatoria (che è prevista per il 2002), si possono acquistare i prodotti che sono già corredati di etichetta o, in sua assenza, è bene accertarsi della provenienza rivolgendosi al proprio negoziante di fiducia. In ogni caso, è buona abitudine quella di variare il più possibile il tipo di pesce acquistato. Sarà così possibile evitare eventuali accumuli nell’organismo di sostanze tossiche (come i Pcb, policlorobifenili, composti tossici associati alla diossina, oppure residui di disinfettanti o farmaci utilizzati per uso veterinario) che possono essere presenti nel pesce.
claudy55
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Re: Svezzamento

Messaggio da claudy55 »

I consigli per preparare il pesce al bambino
Leggero, nutriente e ricco di preziose sostanze nutritive, è l'ideale per le prime pappe del bambino, anche perché è facilmente digeribile
Insalata di pesce

Fresco o surgelato?

Il pesce surgelato è una buona alternativa al prodotto fresco, in quanto non viene privato delle sue proprietà nutrizionali. Al contrario, se il processo di surgelazione avviene in maniera corretta, il pesce offre garanzie igieniche e di conservazione che, talvolta, superano quelle del prodotto fresco. Nel caso si acquisti pesce surgelato, occorre verificare che la catena del freddo non sia stata interrotta: solo, così, infatti, il pesce mantiene inalterate tutte le sue proprietà nutritive: quindi, all’esterno della confezione non deve apparire brina. Una volta scongelato, il pesce non può essere ricongelato e va consumato in giornata. È importante, infine, controllare anche la provenienza sull’apposita etichetta e preferire pesci di origine nazionale o di un paese dell’Unione europea perché sottoposti a controlli rigorosi.

Come prepararlo in casa

Una volta acquistato fresco, il pesce va pulito con cura, eliminando le viscere interne e le squame. Poi, prima di cucinarlo occorre sciacquarlo sotto l’acqua corrente. È preferibile scegliere la cottura a vapore, perché non altera le proprietà nutritive del prodotto e lo rende ancora più digeribile. Per cucinarlo al vapore occorre inserire il pesce nell’apposito cestello e porlo in una pentola con un po’ d’acqua. In genere, la cottura richiede circa 20 minuti. Una volta cotto, si devono eliminare la testa, la coda, le lische e la pelle, dopodiché lo si deve schiacciare con una forchetta e aggiungere alla pappa del bimbo. Se lo si desidera, si può offrire al piccolo anche il pesce cotto al forno: va adagiato in una teglia ricoperta dalla carta da forno senza aggiungere olio e infornato per circa 20 minuti. Se, invece, si acquista pesce surgelato, occorre verificare che la catena del freddo non si sia interrotta, formando brina all’esterno della confezione. In questo caso, potrebbe essersi verificato un deterioramento dell’alimento. Bisogna, inoltre, evitare, di ricongelare un prodotto che ha già iniziato il processo di scongelamento. Il pesce eventualmente avanzato non può essere più conservato e deve essere buttato via.
claudy55
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Re: Svezzamento

Messaggio da claudy55 »

Il bimbo rifiuta certi alimenti – 8-10 mesi
A questa età il bambino comincia a sviluppare un suo gusto personale, che lo porta a prediligere certi alimenti a scapito di altri. Alcuni studi, inoltre, hanno evidenziato che il rifiuto ostinato per un determinato cibo può nascondere a volte un'intolleranza alimentare
Il bimbo rifiuta certi alimenti – 8-10 mesi

I consigli per la mamma

Assecondare i gusti del bimbo, pur non facendogli mancare tutti i nutrienti indispensabili. Anche se rifiuta qualche cibo, non è quindi il caso di farne un dramma: il bambino non rischia certo carenze nutrizionali, in quanto non esiste un alimento che contiene in assoluto tutto ciò di cui si ha bisogno per crescere, ma le varie sostanze fondamentali per lo sviluppo dell’organismo sono presenti un po’ ovunque negli alimenti.

Mette le manine nel piatto

La graduale scoperta dell’ambiente esterno nei primi mesi di vita si compie soprattutto attraverso sensazioni tattili: in particolare il contatto della bocca del bebè con il seno materno nel corso della poppata rappresenta la prima forma di incontro con il mondo che lo circonda.

A partire dai 6 mesi circa, il piccolo impara a prendere e a tenere in mano gli oggetti: uno dei suoi atteggiamenti più ricorrenti consiste, quindi, nell’allungare le manine verso le cose che vede intorno a sé, toccarle, prenderle e portarle alla bocca. Si tratta del modo più naturale di soddisfare il suo istinto esplorativo e rappresenta una componente indispensabile alla maturazione psicologica del bambino: per questo è essenziale che mamma e papà non frustrino ma, al contrario, stimolino questo modo di agire anche quando l’oggetto manipolato è il cibo. È assolutamente normale che, di fronte alla sua prima minestra, desideri infilarci subito le manine per toccare con mano ciò che poi andrà ad assaggiare. Lo stesso avverrà per gli altri cibi che via via gli verranno proposti. Una delle modalità per stimolare la progressiva familiarizzazione del bambino con il cibo consiste proprio nel lasciarglielo toccare, annusare, manipolare. La curiosità del bambino di tastare i cibi deriva anche dall’innato desiderio di conoscere il mondo intorno a sé, cosa che nei primi anni di vita avviene attraverso i sensi e dunque anche con il tatto. Concedere al bambino di pasticciare con la pappa non significa quindi assecondare i suoi capricci, ma permettergli di conoscere e interagire con ciò che gli viene proposto. Vietargli di toccare la pappa o sgridarlo se si impiastriccia mani e visino sarebbe un errore che potrebbe far associare il momento del pranzo con un evento negativo per il bimbo.

La naturale curiosità del piccolo nei confronti degli alimenti può, inoltre, essere sollecitata proponendogli delle pietanze colorate, dalle forme particolari e divertenti. A cominciare dagli 8 mesi, per contribuire ad aumentare la sua confidenza, sono particolarmente indicati i cosiddetti “finger food” ovvero cibi che il piccolo può comodamente tenere tra le dita mangiandoseli senza bisogno di aiuti esterni, come una fettina di carota o di mela, un pezzetto di formaggio o un biscotto.

I consigli per la mamma

Consentire al bambino di pasticciare con il cibo non equivale a dire che tutto gli è permesso: ciò rischierebbe di trasformare la tavola in un campo di battaglia e dilatare eccessivamente il tempo dedicato al pasto. Per evitarlo è consigliabile adottare alcuni accorgimenti, come per esempio:

 all’inizio imboccare il piccolo con il cucchiaino;
 lasciargli toccare la pappa rimasta solo quando il bebè inizia a distrarsi, se si ritiene che abbia mangiato abbastanza (almeno metà della dose proposta): potrà toccare la pappa rimasta con le manine e portarla alla bocca, oppure, permettendogli di prendere il cucchiaino, si divertirà a provare a usarlo a modo suo.
roulettrussa
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Re: Svezzamento

Messaggio da roulettrussa »

Prima pappa più ricca con le verdure
Le verdure sono una fonte di vitamine e minerali molto importanti per la crescita del piccolo. Per questo è bene inserirle fin da subito nella sua alimentazione, seguendo il calendario di introduzione indicato dal pediatra
Mais con tacchino

Prima pappa più ricca

Via via che lo svezzamento procede senza problemi (occorre infatti prestare attenzione a eventuali alcune reazioni avverse del bebè in concomitanza con l’introduzione di nuovi alimenti e riferirlo subito al pediatra), il brodo vegetale si arricchisce poco alla volta di nuove verdure: sedano, spinaci, bietole, coste, zucca, cipolla, finocchio, lattuga. Questa fase dello svezzamento è, poi, caratterizzata da un’altra importante novità. Alla crema di riso e di mais e tapioca, si possono aggiungere ora anche le creme contenenti il glutine come il frumento, l’orzo, l’avena. Prima di quest’età potrebbe non essere digerito e dare luogo a una seria intolleranza (la celiachia) anche senza che vi sia familiarità positiva (in tal caso il glutine va introdotto dopo il primo anno età). Il normale calendario dello svezzamento, infatti, subisce alcune modifiche se il piccolo è predisposto alle allergie, cioè se in famiglia c’è almeno un genitore o un fratellino allergico. Questo comporta, infatti, un aumento del rischio che anche il bebè possa sviluppare lo stesso problema, manifestando una reazione avversa nei confronti di sostanze in genere ben tollerate.

A questa età il bambino può cominciare ad assaggiare anche alcuni tipi di formaggio freschi come, per esempio, la crescenza o la ricotta, da aggiungere alla pappa facendoli sciogliere. Per la carne, superata la primissima fase dello svezzamento, in cui sarebbe preferibile il ricorso a prodotti industriali omogeneizzati o liofilizzati, si può passare alla carne fresca, cotta al vapore o lessata e, successivamente, macinata finemente con il tritacarne. Si comincia, in genere, con le carni bianche, meno grasse e più digeribili, per passare dopo qualche settimana a quelle rosse.
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