Svezzamento
Re: Svezzamento
Spezzatino al vapore
Età: da 10 mesi; Difficoltà: Facile
Spezzatino al vapore
Ingredienti
80 g di filetto di vitello, una carota, una patata, 2 pomodorini, 50 g di sedano, un ciuffo di prezzemolo, due cucchiai di olio extravergine d’oliva
Preparazione
• Lava le verdure. Spunta e raschia la carota, pela la patata e togli i filamenti di sedano. Taglia tutte le verdure a pezzi di 2-3 centimetri.
• Metti in una pentola un po’ d’acqua, inserisci il cestello per la cottura a vapore e inserisci le verdure a pezzetti e la carne a bocconcini e fai cuocere per circa 20 minuti.
• Unisci le foglioline di prezzemolo lavate e cuoci per altri 20 minuti circa. Travasa la verdura e la carne in un piatto, condisci con l’olio extravergine d’oliva e servi.
Età: da 10 mesi; Difficoltà: Facile
Spezzatino al vapore
Ingredienti
80 g di filetto di vitello, una carota, una patata, 2 pomodorini, 50 g di sedano, un ciuffo di prezzemolo, due cucchiai di olio extravergine d’oliva
Preparazione
• Lava le verdure. Spunta e raschia la carota, pela la patata e togli i filamenti di sedano. Taglia tutte le verdure a pezzi di 2-3 centimetri.
• Metti in una pentola un po’ d’acqua, inserisci il cestello per la cottura a vapore e inserisci le verdure a pezzetti e la carne a bocconcini e fai cuocere per circa 20 minuti.
• Unisci le foglioline di prezzemolo lavate e cuoci per altri 20 minuti circa. Travasa la verdura e la carne in un piatto, condisci con l’olio extravergine d’oliva e servi.
Re: Svezzamento
Torta di melanzane
Età: da 10 mesi; Difficoltà: Media
Torta di melanzane
Ingredienti
mezza melanzana, un tuorlo d’uovo, 50 ml di latte formulato già diluito, 30 g di crema di riso, un cucchiaino di olio extravergine d’oliva, un cucchiaino di formaggio grattugiato tipo grana
Preparazione
• Lava bene la melanzana, taglia le estremità e sbucciala. Ricava delle fette e poi tagliale a pezzetti.
• Metti i cubetti di melanzana in un contenitore, insieme al latte formulato già diluito, il tuorlo d’uovo precedentemente sbattuto, la crema di riso, l’olio extravergine d’oliva, il formaggio grattugiato e amalgama bene.
• Versa il composto in una teglia rivestita da carta da forno e inforna nel forno a 180° C per circa 20 minuti. Servi il tortino tiepido.
Età: da 10 mesi; Difficoltà: Media
Torta di melanzane
Ingredienti
mezza melanzana, un tuorlo d’uovo, 50 ml di latte formulato già diluito, 30 g di crema di riso, un cucchiaino di olio extravergine d’oliva, un cucchiaino di formaggio grattugiato tipo grana
Preparazione
• Lava bene la melanzana, taglia le estremità e sbucciala. Ricava delle fette e poi tagliale a pezzetti.
• Metti i cubetti di melanzana in un contenitore, insieme al latte formulato già diluito, il tuorlo d’uovo precedentemente sbattuto, la crema di riso, l’olio extravergine d’oliva, il formaggio grattugiato e amalgama bene.
• Versa il composto in una teglia rivestita da carta da forno e inforna nel forno a 180° C per circa 20 minuti. Servi il tortino tiepido.
Re: Svezzamento
Mousse di pollo con verdure
Età: da 10 mesi; Difficoltà: Facile
Mousse di pollo con verdure
Ingredienti
Una coscia di pollo, una carota, una costola di sedano, un pomodoro piccolo, mezzo scalogno, un cucchiaino di olio extravergine d’oliva.
Preparazione
• Lava tutte le verdure. Spunta, raschia la carota e riducila a pezzetti. Taglia a metà il pomodoro e a fettine sottili lo scalogno.
• In una pentola con 400 ml di acqua fai cuocere la coscia di pollo insieme a tutte le verdure per circa 40 minuti.
• Filtra il brodo e riduci a purea le verdure. Frulla o sminuzza la coscia di pollo privata dell’osso, aggiungi le verdure, amalgama e condisci con l’olio.
Età: da 10 mesi; Difficoltà: Facile
Mousse di pollo con verdure
Ingredienti
Una coscia di pollo, una carota, una costola di sedano, un pomodoro piccolo, mezzo scalogno, un cucchiaino di olio extravergine d’oliva.
Preparazione
• Lava tutte le verdure. Spunta, raschia la carota e riducila a pezzetti. Taglia a metà il pomodoro e a fettine sottili lo scalogno.
• In una pentola con 400 ml di acqua fai cuocere la coscia di pollo insieme a tutte le verdure per circa 40 minuti.
• Filtra il brodo e riduci a purea le verdure. Frulla o sminuzza la coscia di pollo privata dell’osso, aggiungi le verdure, amalgama e condisci con l’olio.
Re: Svezzamento
Vellutata di piselli
Età: da 10 mesi; Difficoltà: Facile
Vellutata di piselli
Ingredienti
100 g di piselli, 100 g di zucchine, 1/4 di scalogno, un cucchiaino di olio extravergine d’oliva, un cucchiaino di formaggio grattugiato tipo grana
Preparazione
• Lava tutta la verdura; spunta le zucchine, sbuccia lo scalogno e taglia tutto a pezzi di 2-3 centimetri. Fai bollire l’acqua senza aggiungere sale e unisci le patate e i piselli, e cuoci per circa 30 minuti.
• Quando il brodo si sarà ristretto, aggiungi lo scalogno, quindi schiaccia tutte le verdure con il passaverdure in modo da ottenere una crema molto morbida.
• Unisci l’olio extravergine d’oliva e il formaggio grattugiato tipo grana, amalgama bene e servi.
Età: da 10 mesi; Difficoltà: Facile
Vellutata di piselli
Ingredienti
100 g di piselli, 100 g di zucchine, 1/4 di scalogno, un cucchiaino di olio extravergine d’oliva, un cucchiaino di formaggio grattugiato tipo grana
Preparazione
• Lava tutta la verdura; spunta le zucchine, sbuccia lo scalogno e taglia tutto a pezzi di 2-3 centimetri. Fai bollire l’acqua senza aggiungere sale e unisci le patate e i piselli, e cuoci per circa 30 minuti.
• Quando il brodo si sarà ristretto, aggiungi lo scalogno, quindi schiaccia tutte le verdure con il passaverdure in modo da ottenere una crema molto morbida.
• Unisci l’olio extravergine d’oliva e il formaggio grattugiato tipo grana, amalgama bene e servi.
Re: Svezzamento
l bambino rifiuta le verdure: cosa fare?
Può succedere che alla sola vista di carote o zucchine nel piatto, il piccolo reagisca con un secco no, arrivando a non aprire nemmeno la bocca o, addirittura, a sputare se costretto a mangiare
Il bambino rifiuta le verdure: cosa fare?
Mamma e papà non devono scoraggiarsi: con il tempo e il ricorso a qualche piccolo trucco sarà possibile fargli accettare anche questi cibi. Sono diversi i motivi che portano il bebè a rifiutare un cibo. In questa fase della crescita, infatti, il piccolo comincia a sentire il bisogno di autoaffermazione nei confronti soprattutto della madre e il primo modo in cui la manifesta è proprio il rifiuto del cibo. Il bambino, infatti, tende a rifiutare ogni alimento che gli viene proposto dalla mamma, ma, in modo particolare, la verdura risulta essere il cibo meno apprezzato. In molti casi il rifiuto è causato dal sapore amarognolo tipico di molti ortaggi. In altri, invece, il bimbo la rifiuta perché, non avendo ancora una dentatura sufficientemente forte, fa fatica a masticare e soprattutto ha difficoltà a deglutire. Anche la monotonia delle proposte è causa spesso di rifiuto: dall’età di quattro-sei mesi, infatti, il bambino mangia pappe preparate con il brodo vegetale, quindi intorno ai 10-12 mesi il sapore della verdura può averlo stancato. Infine, anche la diffidenza verso nuovi cibi può essere un altro valido motivo del tassativo no che il bimbo dimostra verso le verdure.
I consigli per la mamma
1) Non proporre al piccolo le verdure nude e crude, ma, per esempio, sotto forma di sformati, polpette con carne e formaggio oppure per condire la pastina.
2) Mascherarne l’odore con erbe aromatiche o, magari, aggiungendo al purè di patate (che di solito piace a tutti i bambini) un po’ di piselli, zucchine o spinaci, in modo da stimolare il palato anche del bambino più schizzinoso.
3) Trasformarla in un gioco: un piatto di spinaci e zucchine sarà certamente più invitante agli occhi del piccolo se i primi vengono presentati a mo’ di montagnetta su cui si inerpica un sentiero di zucchine. La carota e i pomodori, invece, possono trasformarsi nell’allegro volto di un pagliaccio, dove la carota il naso e i pomodori gli occhi e la bocca.
4) Sostituirla con la frutta: se il bambino continua a non gradire le verdure, le si possono sostituire con la frutta, altrettanto ricca di vitamine, minerali e fibre. Il sapore dolce della frutta, infatti, è solitamente gradito al bambino. A metà mattina e a merenda si può, quindi, offrire al bimbo la banana (fonte di potassio), prugne, pesche e albicocche (ricche di antiossidanti), oltre alle classiche mela e pera (per le fibre).
Come fargli piacere…
le carote: si può preparare un purè di patate e carote, facendo cuocere a vapore una patata e due carote e schiacciandole poi con il passaverdura. Basta aggiungere un cucchiaio di olio extravergine di oliva ed è subito pronto un contorno gustoso.
le zucchine: possono essere utilizzate insieme ad altre verdure per la preparazione di gustosi passati di verdura o di tortini.
gli spinaci: si può provare a sminuzzarli molto finemente e a unirli, con l’aiuto di una forchetta, a qualche cucchiaio di ricotta, per ottenere una crema da mangiare così o da utilizzare per condire la pastina.
la zucca: si possono preparare degli gnocchetti, facendo cuocere a vapore la polpa della zucca e poi schiacciandola con il passaverdura e amalgamandola a un po’ di farina. Gli gnocchetti vanno cotti per qualche minuto in acqua bollente, scolati e conditi con olio e formaggio grattugiato tipo grana.
I finocchi: sono buoni crudi oppure lessati o cotti a vapore e conditi con olio extravergine di oliva.
Le bietole: si possono preparare delle polpettine di verdura al forno con la carne trita, e una patata schiacciata.
I pomodori: si possono tagliare a metà e cospargere con pangrattato e un trito di basilico e olio extravergine di oliva; vanno quindi passati al forno e gratinati.
Può succedere che alla sola vista di carote o zucchine nel piatto, il piccolo reagisca con un secco no, arrivando a non aprire nemmeno la bocca o, addirittura, a sputare se costretto a mangiare
Il bambino rifiuta le verdure: cosa fare?
Mamma e papà non devono scoraggiarsi: con il tempo e il ricorso a qualche piccolo trucco sarà possibile fargli accettare anche questi cibi. Sono diversi i motivi che portano il bebè a rifiutare un cibo. In questa fase della crescita, infatti, il piccolo comincia a sentire il bisogno di autoaffermazione nei confronti soprattutto della madre e il primo modo in cui la manifesta è proprio il rifiuto del cibo. Il bambino, infatti, tende a rifiutare ogni alimento che gli viene proposto dalla mamma, ma, in modo particolare, la verdura risulta essere il cibo meno apprezzato. In molti casi il rifiuto è causato dal sapore amarognolo tipico di molti ortaggi. In altri, invece, il bimbo la rifiuta perché, non avendo ancora una dentatura sufficientemente forte, fa fatica a masticare e soprattutto ha difficoltà a deglutire. Anche la monotonia delle proposte è causa spesso di rifiuto: dall’età di quattro-sei mesi, infatti, il bambino mangia pappe preparate con il brodo vegetale, quindi intorno ai 10-12 mesi il sapore della verdura può averlo stancato. Infine, anche la diffidenza verso nuovi cibi può essere un altro valido motivo del tassativo no che il bimbo dimostra verso le verdure.
I consigli per la mamma
1) Non proporre al piccolo le verdure nude e crude, ma, per esempio, sotto forma di sformati, polpette con carne e formaggio oppure per condire la pastina.
2) Mascherarne l’odore con erbe aromatiche o, magari, aggiungendo al purè di patate (che di solito piace a tutti i bambini) un po’ di piselli, zucchine o spinaci, in modo da stimolare il palato anche del bambino più schizzinoso.
3) Trasformarla in un gioco: un piatto di spinaci e zucchine sarà certamente più invitante agli occhi del piccolo se i primi vengono presentati a mo’ di montagnetta su cui si inerpica un sentiero di zucchine. La carota e i pomodori, invece, possono trasformarsi nell’allegro volto di un pagliaccio, dove la carota il naso e i pomodori gli occhi e la bocca.
4) Sostituirla con la frutta: se il bambino continua a non gradire le verdure, le si possono sostituire con la frutta, altrettanto ricca di vitamine, minerali e fibre. Il sapore dolce della frutta, infatti, è solitamente gradito al bambino. A metà mattina e a merenda si può, quindi, offrire al bimbo la banana (fonte di potassio), prugne, pesche e albicocche (ricche di antiossidanti), oltre alle classiche mela e pera (per le fibre).
Come fargli piacere…
le carote: si può preparare un purè di patate e carote, facendo cuocere a vapore una patata e due carote e schiacciandole poi con il passaverdura. Basta aggiungere un cucchiaio di olio extravergine di oliva ed è subito pronto un contorno gustoso.
le zucchine: possono essere utilizzate insieme ad altre verdure per la preparazione di gustosi passati di verdura o di tortini.
gli spinaci: si può provare a sminuzzarli molto finemente e a unirli, con l’aiuto di una forchetta, a qualche cucchiaio di ricotta, per ottenere una crema da mangiare così o da utilizzare per condire la pastina.
la zucca: si possono preparare degli gnocchetti, facendo cuocere a vapore la polpa della zucca e poi schiacciandola con il passaverdura e amalgamandola a un po’ di farina. Gli gnocchetti vanno cotti per qualche minuto in acqua bollente, scolati e conditi con olio e formaggio grattugiato tipo grana.
I finocchi: sono buoni crudi oppure lessati o cotti a vapore e conditi con olio extravergine di oliva.
Le bietole: si possono preparare delle polpettine di verdura al forno con la carne trita, e una patata schiacciata.
I pomodori: si possono tagliare a metà e cospargere con pangrattato e un trito di basilico e olio extravergine di oliva; vanno quindi passati al forno e gratinati.
Re: Svezzamento
I consigli per trasformare le pappe in un gioco
Lo svezzamento del bambino può rappresentare l'occasione per introdurre un'alimentazione sana e corretta per tutta la famiglia. Tutti ne gioveranno e il bambino potrà liberamente assaggiare le stesse cose che mangiano mamma e papà
Formaggio ai bambini: fondamentale per le ossa
Le consistenze dovranno, com’è ovvio, essere rese adatte all’ingestione da parte del bambino, ma è bene tenere presente che i bambini masticano con le gengive ben prima di avere i molari. Non bisogna farsi condizionare da un’eventuale rallentata eruzione dei dentini: a quest’età il piccolo è perfettamente in grado di gustare e “masticare” pietanze morbide come il pollo lesso o la verdura cotta a pezzettini. Questa modalità riesce a trasformare il momento delle prime pappe in un gioco graduale e personalizzato, evitando di farlo diventare occasione di crisi o di conflitto tra i genitori e il figlio. Il bambino che non mostra interesse per il cibo ha probabilmente bisogno di altro tempo per prepararsi a fare questa esperienza o semplicemente deve poter condividere questa nuova attività con le persone che lui ama e con le quali si sente sicuro. È fondamentale mettersi a tavola tutti insieme, almeno una volta al giorno, e proporre al bambino dei piccoli assaggini dai piatti dei “grandi”, compatibilmente per il calendario dello svezzamento indicato dal pediatra. È, infatti, molto importante che il bambino si abitui a mangiare di tutto e per far ciò ha bisogno di “modelli” da imitare a tavola: la mamma, il papà ed eventuali fratelli più grandi. Non si può, per esempio, pretendere che il bimbo mangi la verdura, se poi sente che il fratellino fa i capricci perché non gli piace!
Lo svezzamento del bambino può rappresentare l'occasione per introdurre un'alimentazione sana e corretta per tutta la famiglia. Tutti ne gioveranno e il bambino potrà liberamente assaggiare le stesse cose che mangiano mamma e papà
Formaggio ai bambini: fondamentale per le ossa
Le consistenze dovranno, com’è ovvio, essere rese adatte all’ingestione da parte del bambino, ma è bene tenere presente che i bambini masticano con le gengive ben prima di avere i molari. Non bisogna farsi condizionare da un’eventuale rallentata eruzione dei dentini: a quest’età il piccolo è perfettamente in grado di gustare e “masticare” pietanze morbide come il pollo lesso o la verdura cotta a pezzettini. Questa modalità riesce a trasformare il momento delle prime pappe in un gioco graduale e personalizzato, evitando di farlo diventare occasione di crisi o di conflitto tra i genitori e il figlio. Il bambino che non mostra interesse per il cibo ha probabilmente bisogno di altro tempo per prepararsi a fare questa esperienza o semplicemente deve poter condividere questa nuova attività con le persone che lui ama e con le quali si sente sicuro. È fondamentale mettersi a tavola tutti insieme, almeno una volta al giorno, e proporre al bambino dei piccoli assaggini dai piatti dei “grandi”, compatibilmente per il calendario dello svezzamento indicato dal pediatra. È, infatti, molto importante che il bambino si abitui a mangiare di tutto e per far ciò ha bisogno di “modelli” da imitare a tavola: la mamma, il papà ed eventuali fratelli più grandi. Non si può, per esempio, pretendere che il bimbo mangi la verdura, se poi sente che il fratellino fa i capricci perché non gli piace!
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Re: Svezzamento
Il bambino mangia come i grandi – 12-18 mesi
A partire da quest’età l’alimentazione del bambino diventa gradualmente sempre più simile a quella degli adulti
Il bambino mangia come i grandi – 12-18 mesi
Si può a poco poco modificare la qualità, il numero e la varietà degli alimenti da introdurre nella dieta del piccolo. Questo permette di far coincidere il momento della pappa del bambino con quello del pasto di tutta la famiglia, e questo gli permette di abituarsi ai ritmi alimentari dei genitori. Non è raro che questo momento venga vissuto con un po’ di ansia e preoccupazione da parte dei genitori, che possono sentirsi insicuri su come procedere in questa fase delicata e importante della crescita del bambino, in particolar modo se il piccolo si mostra riluttante o rifiuta alcuni alimenti. Nella maggior parte dei casi, comunque, si tratta di atteggiamenti transitori che vengono abbandonati con il tempo e in genere non influiscono sulla crescita del bambino.
È da evitare, comunque, forzare il piccolo a mangiare, mentre è consigliabile affidarsi al suo istinto di autoregolazione in modo da evitare un’alimentazione insufficiente o, al contrario, eccessiva. È facile, infatti, per tante mamme cedere alla tentazione di applicare con il proprio bambino delle “tabelle” predefinite uguali per tutti, ma in questo modo si rischia di forzare il ritmo personale con cui il bambino si avvicina all’alimentazione degli adulti. Gli esperti ripetono che i bambini vanno alimentati secondo i suoi stimoli fisiologici perciò quando si mostrano sazi non devono essere indotti a mangiare tutto ciò che hanno nel piatto. Questo non significa, però, che il bambino possa dettare legge a tavola. È molto importante invece che i genitori stabiliscano il prima possibile delle regole chiare e inequivocabili, e cioè evitare i cibi altamente calorici, soprattutto fuori pasto, e limitare la quantità di zucchero, le bevande dolci e i succhi di frutta. Dopo il primo anno di vita, poi, può venire introdotto gradualmente il sale, inoltre aumenta l’apporto di carboidrati e diminuisce quello dei grassi. Restano, comunque, da privilegiare quelli insaturi che forniscono il necessario apporto di acidi grassi importanti per lo sviluppo del sistema nervoso e per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Bisogna poi tenere presente che non ci sono cibi che è “obbligatorio” mangiare e altri assolutamente da evitare: è bene, quindi, cercare di offrire sempre al piccolo un’alimentazione varia, alternando i vari principi nutritivi, e preferendo cibi freschi e di stagione e modalità di cottura e preparazione semplici, come al vapore o al forno. Per vincere eventuali resistenze del bambino, può essere utile presentare i cibi in maniera accattivante ma il pasto non deve essere offerto come un premio o peggio ancora come una punizione; queste tecniche di persuasione rischiano di sovraccaricare il momento del pasto di sensazioni negative che possono influire negativamente sull’approccio del bambino nei confronti del cibo e innescare un meccanismo che può portare a disturbi del comportamento alimentare da grandi.
A partire da quest’età l’alimentazione del bambino diventa gradualmente sempre più simile a quella degli adulti
Il bambino mangia come i grandi – 12-18 mesi
Si può a poco poco modificare la qualità, il numero e la varietà degli alimenti da introdurre nella dieta del piccolo. Questo permette di far coincidere il momento della pappa del bambino con quello del pasto di tutta la famiglia, e questo gli permette di abituarsi ai ritmi alimentari dei genitori. Non è raro che questo momento venga vissuto con un po’ di ansia e preoccupazione da parte dei genitori, che possono sentirsi insicuri su come procedere in questa fase delicata e importante della crescita del bambino, in particolar modo se il piccolo si mostra riluttante o rifiuta alcuni alimenti. Nella maggior parte dei casi, comunque, si tratta di atteggiamenti transitori che vengono abbandonati con il tempo e in genere non influiscono sulla crescita del bambino.
È da evitare, comunque, forzare il piccolo a mangiare, mentre è consigliabile affidarsi al suo istinto di autoregolazione in modo da evitare un’alimentazione insufficiente o, al contrario, eccessiva. È facile, infatti, per tante mamme cedere alla tentazione di applicare con il proprio bambino delle “tabelle” predefinite uguali per tutti, ma in questo modo si rischia di forzare il ritmo personale con cui il bambino si avvicina all’alimentazione degli adulti. Gli esperti ripetono che i bambini vanno alimentati secondo i suoi stimoli fisiologici perciò quando si mostrano sazi non devono essere indotti a mangiare tutto ciò che hanno nel piatto. Questo non significa, però, che il bambino possa dettare legge a tavola. È molto importante invece che i genitori stabiliscano il prima possibile delle regole chiare e inequivocabili, e cioè evitare i cibi altamente calorici, soprattutto fuori pasto, e limitare la quantità di zucchero, le bevande dolci e i succhi di frutta. Dopo il primo anno di vita, poi, può venire introdotto gradualmente il sale, inoltre aumenta l’apporto di carboidrati e diminuisce quello dei grassi. Restano, comunque, da privilegiare quelli insaturi che forniscono il necessario apporto di acidi grassi importanti per lo sviluppo del sistema nervoso e per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Bisogna poi tenere presente che non ci sono cibi che è “obbligatorio” mangiare e altri assolutamente da evitare: è bene, quindi, cercare di offrire sempre al piccolo un’alimentazione varia, alternando i vari principi nutritivi, e preferendo cibi freschi e di stagione e modalità di cottura e preparazione semplici, come al vapore o al forno. Per vincere eventuali resistenze del bambino, può essere utile presentare i cibi in maniera accattivante ma il pasto non deve essere offerto come un premio o peggio ancora come una punizione; queste tecniche di persuasione rischiano di sovraccaricare il momento del pasto di sensazioni negative che possono influire negativamente sull’approccio del bambino nei confronti del cibo e innescare un meccanismo che può portare a disturbi del comportamento alimentare da grandi.
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Re: Svezzamento
QUALI CIBI?
Acqua durante l’allattamento e lo svezzamento
Se il bebè è allattato al seno, non ha di norma bisogno di altre integrazioni di liquidi. Il latte materno, infatti, è composto per oltre il 90 per cento da acqua e può essere offerto al bebè ogni volta che lo desidera
Acqua durante l’allattamento e lo svezzamento
Durante l’allattamento
Il latte materno non è sempre uguale per composizione, ma cambia. Il primo latte, per esempio, è più leggero e dissetante perché più ricco di acqua. Se la mamma allatta al seno, quindi, è sufficiente attaccare il piccolo al seno per fornirgli tutti i liquidi di cui ha bisogno. In alcune situazioni, tuttavia, un’integrazione di acqua può rendersi necessaria:
se il bebè è nutrito con il latte formulato;
in estate quando fa molto caldo, perché in questo caso il piccolo perde molti più liquidi sudando e, quindi, ha bisogno di una idratazione maggiore;
in caso di febbre: la temperatura alta provoca un aumento della dispersione dei liquidi, attraverso la sudorazione, che devono essere reintegrati;
in seguito a episodi di vomito o di diarrea: questi disturbi causano una forte perdita di liquidi che può indurre una disidratazione.
In questi casi è possibile offrire al piccolo un biberon di acqua mediominerale, anche se ricca di sali: poiché il latte della mamma ne ha una concentrazione bassissima, l’organismo del bebè può, infatti, tollerarne un’aggiunta senza problemi. Se, invece, il bebè è nutrito con il latte formulato, sono particolarmente adatte le acque oligominerali, cioè quelle con un basso contenuto di sali, per diluire la polvere nel biberon.
Con lo svezzamento
Dall’inizio dello svezzamento, infine, anche l’organismo del piccolo, come quello degli adulti, ha bisogno di bere liquidi. È bene quindi offrire al bebè, in diversi momenti della giornata un biberon con l’acqua oligominerale naturale. L’acqua in bottiglia è particolarmente adatta anche per la preparazione del brodo di verdura per le prime pappe del bimbo. Spesso, infatti, l’acqua di rubinetto viene trattata con cloro, una sostanza non adatta al bambino che, inoltre, potrebbe conferire al brodo un sapore poco gradito. Per la preparazione della pappa è preferibile l’utilizzo delle acque oligominerali naturali, cioè non gassate. Per quanto riguarda la qualità più indicata per il bebè, la neomamma può chiedere consiglio al pediatra.
Acqua durante l’allattamento e lo svezzamento
Se il bebè è allattato al seno, non ha di norma bisogno di altre integrazioni di liquidi. Il latte materno, infatti, è composto per oltre il 90 per cento da acqua e può essere offerto al bebè ogni volta che lo desidera
Acqua durante l’allattamento e lo svezzamento
Durante l’allattamento
Il latte materno non è sempre uguale per composizione, ma cambia. Il primo latte, per esempio, è più leggero e dissetante perché più ricco di acqua. Se la mamma allatta al seno, quindi, è sufficiente attaccare il piccolo al seno per fornirgli tutti i liquidi di cui ha bisogno. In alcune situazioni, tuttavia, un’integrazione di acqua può rendersi necessaria:
se il bebè è nutrito con il latte formulato;
in estate quando fa molto caldo, perché in questo caso il piccolo perde molti più liquidi sudando e, quindi, ha bisogno di una idratazione maggiore;
in caso di febbre: la temperatura alta provoca un aumento della dispersione dei liquidi, attraverso la sudorazione, che devono essere reintegrati;
in seguito a episodi di vomito o di diarrea: questi disturbi causano una forte perdita di liquidi che può indurre una disidratazione.
In questi casi è possibile offrire al piccolo un biberon di acqua mediominerale, anche se ricca di sali: poiché il latte della mamma ne ha una concentrazione bassissima, l’organismo del bebè può, infatti, tollerarne un’aggiunta senza problemi. Se, invece, il bebè è nutrito con il latte formulato, sono particolarmente adatte le acque oligominerali, cioè quelle con un basso contenuto di sali, per diluire la polvere nel biberon.
Con lo svezzamento
Dall’inizio dello svezzamento, infine, anche l’organismo del piccolo, come quello degli adulti, ha bisogno di bere liquidi. È bene quindi offrire al bebè, in diversi momenti della giornata un biberon con l’acqua oligominerale naturale. L’acqua in bottiglia è particolarmente adatta anche per la preparazione del brodo di verdura per le prime pappe del bimbo. Spesso, infatti, l’acqua di rubinetto viene trattata con cloro, una sostanza non adatta al bambino che, inoltre, potrebbe conferire al brodo un sapore poco gradito. Per la preparazione della pappa è preferibile l’utilizzo delle acque oligominerali naturali, cioè non gassate. Per quanto riguarda la qualità più indicata per il bebè, la neomamma può chiedere consiglio al pediatra.
Re: Svezzamento
Verdure: cosa contengono e quando inserirle nello svezzamento
Grazie ai loro preziosi componenti, rivestono un'importanza fondamentale per una dieta sana ed equilibrata. Ecco perché costituiscono il punto di partenza per preparare le prime pappe del piccolo. Con quali tipi cominciare
Verdure: cosa contengono e quando inserirle nello svezzamento
Le vitamine
Le vitamine consentono all’organismo di assimilare gli altri nutrienti come i carboidrati (zuccheri), le proteine e i lipidi (grassi). Tranne poche eccezioni (D, K, e B12) le vitamine non vengono sintetizzate dall’organismo, ma devono essere assunte attraverso l’alimentazione.
In base a come vengono assimilate, si dividono in due categorie: liposolubili e idrosolubili. Il primo tipo (cui appartengono la vitamina A, D, E e K) si sciolgono nei lipidi cioè nei grassi e vengono accumulate come riserva nei tessuti. Le seconde, invece, di cui fanno parte le vitamine del gruppo B (tra cui l’acido folico) e le vitamine P e C si sciolgono nell’acqua e nel plasma (la parte liquida del sangue) e devono essere introdotte ogni giorno nell’organismo attraverso l’alimentazione. Nelle verdure si trovano in particolare:
IL BETACAROTENE: presente soprattutto negli ortaggi di colore rosso-arancione (carote, zucca, pomodori) e nelle verdure a foglia verde (spinaci e bietole). Il betacarotene, precursore della vitamina A, è utile per la salute di occhi, pelle, capelli e per la crescita generale del corpo del bambino.
LE VITAMINE DEL GRUPPO B: contenute in asparagi, broccoli, carciofi, finocchi, cavolfiori e legumi, queste vitamine proteggono i tessuti dell’organismo, partecipano alla formazione dei globuli rossi (cellule) del sangue (la B9 e la B12) e regolano il sistema nervoso.
LA VITAMINA C: ne sono ricchi i broccoli, le patate, il cavolfiore, gli spinaci, i pomodori e i peperoni. È utile per rafforzare il sistema immunitario (cioè di difesa dell’organismo), i tessuti e per assimilare il ferro.
LA VITAMINA E: è contenuta nelle verdure a foglia verde. Essendo un antiossidante, protegge l’organismo dall’invecchiamento cellulare.
LA VITAMINA K: è presente soprattutto nelle verdure a foglia verde e nei cavoli. Protegge il fegato e favorisce la coagulazione del sangue.
I sali minerali
Svolgono compiti davvero importanti, soprattutto in un organismo in crescita come quello del bambino. Il calcio, il fosforo e il fluoro, per esempio, aiutano a “costruire” le ossa e i denti; il ferro è importante per la formazione dei globuli rossi del sangue; il sodio, il potassio e il cloro regolano l’equilibrio idrosalino, ossia tra sali e liquidi, e favoriscono il passaggio dei nutrienti attraverso la membrana cellulare; il rame, il manganese e lo zinco, infine, partecipano ai processi del metabolismo, cioè a tutte le trasformazioni chimiche che si svolgono all’interno dell’organismo.
Le fibre
Le fibre costituiscono la parte strutturale delle cellule vegetali, cioè lo “scheletro” che le sostiene e, anche se non vengono assorbite dall’organismo né forniscono energia, sono molto utili all’intestino, stimolandone e riequilibrandone l’attività.
Questa funzione ha, peraltro, conseguenze positive anche sul metabolismo (cioè sui processi chimici che avvengono all’interno dell’organismo), svolgendo un’azione preventiva sulle cosiddette malattie del benessere, come obesità, diabete (disturbo legato alla carenza di un ormone, l’insulina, oppure a un suo cattivo utilizzo) e ipertensione (pressione alta).
Esistono due tipi di fibre:
Solubili Si trovano prevalentemente in frutta e legumi e hanno la funzione di rallentare il transito intestinale, regolando l’assorbimento di nutrienti, come grassi e zuccheri;
Insolubili Sono quelle contenute nelle verdure (oltre che nei cereali) e hanno un’azione opposta a quella delle altre, servono cioè per accelerare il transito intestinale delle feci, aumentandone la massa.
L’acqua
Elemento fondamentale, di cui le verdure sono ricchissime: costituisce circa il 90% della loro composizione. Pur non nutrendo né fornendo calorie, è il tramite attraverso il quale vengono veicolate tutte le sostanze indispensabili per l’organismo del bambino. I piccoli hanno, infatti, bisogno di una gran quantità di acqua: situazioni come febbre alta, vomito o diarrea, abituali con un bebè, necessitano di reintegrare molto spesso i liquidi perduti.
Il calendario dello svezzamento
Le verdure sono molto importanti per il benessere dell’organismo e per questo è importante abituare il piccolo a consumarle fin da subito. Vanno però sempre introdotte in modo graduale nella dieta del piccolo: è possibile offrirle già dal quarto mese, ma è necessario attenersi scrupolosamente al calendario dello svezzamento indicato dal pediatra. In linea generale:
Grazie ai loro preziosi componenti, rivestono un'importanza fondamentale per una dieta sana ed equilibrata. Ecco perché costituiscono il punto di partenza per preparare le prime pappe del piccolo. Con quali tipi cominciare
Verdure: cosa contengono e quando inserirle nello svezzamento
Le vitamine
Le vitamine consentono all’organismo di assimilare gli altri nutrienti come i carboidrati (zuccheri), le proteine e i lipidi (grassi). Tranne poche eccezioni (D, K, e B12) le vitamine non vengono sintetizzate dall’organismo, ma devono essere assunte attraverso l’alimentazione.
In base a come vengono assimilate, si dividono in due categorie: liposolubili e idrosolubili. Il primo tipo (cui appartengono la vitamina A, D, E e K) si sciolgono nei lipidi cioè nei grassi e vengono accumulate come riserva nei tessuti. Le seconde, invece, di cui fanno parte le vitamine del gruppo B (tra cui l’acido folico) e le vitamine P e C si sciolgono nell’acqua e nel plasma (la parte liquida del sangue) e devono essere introdotte ogni giorno nell’organismo attraverso l’alimentazione. Nelle verdure si trovano in particolare:
IL BETACAROTENE: presente soprattutto negli ortaggi di colore rosso-arancione (carote, zucca, pomodori) e nelle verdure a foglia verde (spinaci e bietole). Il betacarotene, precursore della vitamina A, è utile per la salute di occhi, pelle, capelli e per la crescita generale del corpo del bambino.
LE VITAMINE DEL GRUPPO B: contenute in asparagi, broccoli, carciofi, finocchi, cavolfiori e legumi, queste vitamine proteggono i tessuti dell’organismo, partecipano alla formazione dei globuli rossi (cellule) del sangue (la B9 e la B12) e regolano il sistema nervoso.
LA VITAMINA C: ne sono ricchi i broccoli, le patate, il cavolfiore, gli spinaci, i pomodori e i peperoni. È utile per rafforzare il sistema immunitario (cioè di difesa dell’organismo), i tessuti e per assimilare il ferro.
LA VITAMINA E: è contenuta nelle verdure a foglia verde. Essendo un antiossidante, protegge l’organismo dall’invecchiamento cellulare.
LA VITAMINA K: è presente soprattutto nelle verdure a foglia verde e nei cavoli. Protegge il fegato e favorisce la coagulazione del sangue.
I sali minerali
Svolgono compiti davvero importanti, soprattutto in un organismo in crescita come quello del bambino. Il calcio, il fosforo e il fluoro, per esempio, aiutano a “costruire” le ossa e i denti; il ferro è importante per la formazione dei globuli rossi del sangue; il sodio, il potassio e il cloro regolano l’equilibrio idrosalino, ossia tra sali e liquidi, e favoriscono il passaggio dei nutrienti attraverso la membrana cellulare; il rame, il manganese e lo zinco, infine, partecipano ai processi del metabolismo, cioè a tutte le trasformazioni chimiche che si svolgono all’interno dell’organismo.
Le fibre
Le fibre costituiscono la parte strutturale delle cellule vegetali, cioè lo “scheletro” che le sostiene e, anche se non vengono assorbite dall’organismo né forniscono energia, sono molto utili all’intestino, stimolandone e riequilibrandone l’attività.
Questa funzione ha, peraltro, conseguenze positive anche sul metabolismo (cioè sui processi chimici che avvengono all’interno dell’organismo), svolgendo un’azione preventiva sulle cosiddette malattie del benessere, come obesità, diabete (disturbo legato alla carenza di un ormone, l’insulina, oppure a un suo cattivo utilizzo) e ipertensione (pressione alta).
Esistono due tipi di fibre:
Solubili Si trovano prevalentemente in frutta e legumi e hanno la funzione di rallentare il transito intestinale, regolando l’assorbimento di nutrienti, come grassi e zuccheri;
Insolubili Sono quelle contenute nelle verdure (oltre che nei cereali) e hanno un’azione opposta a quella delle altre, servono cioè per accelerare il transito intestinale delle feci, aumentandone la massa.
L’acqua
Elemento fondamentale, di cui le verdure sono ricchissime: costituisce circa il 90% della loro composizione. Pur non nutrendo né fornendo calorie, è il tramite attraverso il quale vengono veicolate tutte le sostanze indispensabili per l’organismo del bambino. I piccoli hanno, infatti, bisogno di una gran quantità di acqua: situazioni come febbre alta, vomito o diarrea, abituali con un bebè, necessitano di reintegrare molto spesso i liquidi perduti.
Il calendario dello svezzamento
Le verdure sono molto importanti per il benessere dell’organismo e per questo è importante abituare il piccolo a consumarle fin da subito. Vanno però sempre introdotte in modo graduale nella dieta del piccolo: è possibile offrirle già dal quarto mese, ma è necessario attenersi scrupolosamente al calendario dello svezzamento indicato dal pediatra. In linea generale:
Re: Svezzamento
4°-6° mese: si può iniziare con la patata, la carota, le zucchine e le erbette per preparare il brodo vegetale, elemento base per le prime pappe. Questi ortaggi contengono poche fibre, sono facilmente digeribili; il loro sapore dolce le rende, poi, gradite al piccolo. La patata va sempre pelata perché, non solo così si ha la certezza che è stata pulita bene, ma si toglie l’eventuale solanina (sostanza tossica tipica delle solenacee, come patate, peperoni e melanzane) presente soprattutto sulla superficie della buccia delle patate verdi e nei germogli delle stesse;
7°-8° mese: si possono offrire la zucca, i fagiolini, gli spinaci e i finocchi in quanto il piccolo si è ormai abituato alla novità e può gradualmente introdurre sempre più fibre. Vanno utilizzate sempre come base per il brodo per la pappa oppure passate;
8°-9° mese: possono essere introdotti gli asparagi (togliendo la parte dura, cioè il gambo) e i carciofi, che hanno però un sapore più marcato non sempre gradito al bebè;
10° mese: è possibile proporre al piccolo anche il pomodoro, purché spellato (per non caricare eccessivamente di fibre l’organismo del piccolo) e privato dei semi, che risulterebbero duri da masticare. Il pomodoro non può essere offerto prima di quest’età perché può scatenare reazioni allergiche nei bambini predisposti;
dai 12 mesi: si possono offrire le cipolle, le verze e i cavoli perché hanno un sapore molto intenso e amaro.
dai 2 anni di età: si possono proporre al piccolo le verdure crude. Ormai è autonomo nel mangiare e ha una buona dentatura per tritare bene gli alimenti, per cominciare, però, si può proporgliele frullate.
All’inizio è meglio il vasetto
Le verdure omogeneizzate offrono la garanzia di essere preparate con materie prime sicure, provenienti da coltivazioni nelle quali non si fa uso di sostanze chimiche nocive per la salute. Gli ortaggi, inoltre, vengono raccolti al giusto punto di maturazione e vengono controllati e selezionati da agronomi specializzati. Una volta aperti, gli omogeneizzati devono essere conservati in frigorifero, ben risigillati con il proprio coperchio, e consumati entro 24 ore al massimo, in quanto non contengono conservanti.
Come scegliere il prodotto fresco
È importante consumare le verdure freschissime, per mantenere il più possibile inalterato il loro contenuto vitaminico. Bisogna, quindi, evitare di fare scorte perché il calore, il freddo e la luce danneggiano le vitamine. Le verdure appaiono il più delle volte lucidissime e senza imperfezioni, ma non bisogna farsi ingannare dalle apparenze. Gli ortaggi coltivati biologicamente, senza cioè l’uso di fertilizzanti e pesticidi dannosi per l’organismo, spesso hanno un aspetto meno perfetto, ma sono qualitativamente migliori. È meglio, in ogni caso, scegliere e consumare verdura di stagione per avere prodotti sempre freschi. È consigliabile, infine, evitare di servirsi da negozi e bancarelle che espongono la loro merce su strade trafficate e preferire i negozi più riparati o i supermercati nei quali gli ortaggi sono confezionati freschissimi. Anche la verdura migliore, infatti, può rovinarsi se esposta all’inquinamento.
Il brodo vegetale
È la base della prima pappa e può essere preparato all’inizio dello svezzamento in questo modo:
Tagliare a pezzetti di 3-4 centimetri una patata (100 g circa) e una carota (80 g circa): solo dopo qualche settimana potranno fare la loro comparsa anche altre verdure, come le zucchine e i finocchi.
Farle cuocere lentamente in un litro d’acqua, per circa un’ora.
Filtrare il brodo vegetale e utilizzarne 150-200 millilitri (una tazza) per la pappa. Conservare il brodo vegetale in frigorifero per 24 ore al massimo.
Se si utilizzano le verdure in vasetto, diluirne metà porzione (40 grammi) in 150-200 millilitri d’acqua.
E i legumi?
I legumi sono, tra gli alimenti vegetali ,i più ricchi di sostanze proteiche e quelli che vantano le proteine di migliore qualità. Freschi, ma soprattutto secchi, contengono una quantità di proteine all’incirca pari, o anche superiore, alle proteine della carne (anche se rispetto a quelle in essa contenute la qualità è inferiore) e doppia in confronto a quella dei cereali. L’abbinamento di cereali (frumento, mais, riso) o loro derivati (pane, pasta) con i legumi consente di completare due patrimoni proteici incompleti: alcuni aminoacidi essenziali (quali lisina, treonina, valina e triptofano) presenti in discreta quantità nelle proteine dei legumi si associano, infatti, alle buone dosi di aminoacidi solforati contenuti nei cereali mettendo a disposizione dell’organismo un mix di proteine il cui valore biologico è sovrapponibile a quello garantito delle proteine animali (presenti cioè in carne, pesce, uova, latte e derivati). Ecco perché una pappa con crema di riso o di mais abbinata a un paio di cucchiai di legumi passati viene considerato un piatto “completo”.
Quali introdurli nello svezzamento
Il calendario dello svezzamento, prevede l’introduzione dei legumi a partire da:
8 mesi con i fagiolini;
9-10 mesi con lenticchie, piselli e ceci;
11-12 mesi con i fagioli.
Essi possono essere aggiunti, nella dose di un paio di cucchiai, come ingrediente alla pappa a base di brodo vegetale, una volta cotti, passati e, escludendo le lenticchie, privati della buccia.
7°-8° mese: si possono offrire la zucca, i fagiolini, gli spinaci e i finocchi in quanto il piccolo si è ormai abituato alla novità e può gradualmente introdurre sempre più fibre. Vanno utilizzate sempre come base per il brodo per la pappa oppure passate;
8°-9° mese: possono essere introdotti gli asparagi (togliendo la parte dura, cioè il gambo) e i carciofi, che hanno però un sapore più marcato non sempre gradito al bebè;
10° mese: è possibile proporre al piccolo anche il pomodoro, purché spellato (per non caricare eccessivamente di fibre l’organismo del piccolo) e privato dei semi, che risulterebbero duri da masticare. Il pomodoro non può essere offerto prima di quest’età perché può scatenare reazioni allergiche nei bambini predisposti;
dai 12 mesi: si possono offrire le cipolle, le verze e i cavoli perché hanno un sapore molto intenso e amaro.
dai 2 anni di età: si possono proporre al piccolo le verdure crude. Ormai è autonomo nel mangiare e ha una buona dentatura per tritare bene gli alimenti, per cominciare, però, si può proporgliele frullate.
All’inizio è meglio il vasetto
Le verdure omogeneizzate offrono la garanzia di essere preparate con materie prime sicure, provenienti da coltivazioni nelle quali non si fa uso di sostanze chimiche nocive per la salute. Gli ortaggi, inoltre, vengono raccolti al giusto punto di maturazione e vengono controllati e selezionati da agronomi specializzati. Una volta aperti, gli omogeneizzati devono essere conservati in frigorifero, ben risigillati con il proprio coperchio, e consumati entro 24 ore al massimo, in quanto non contengono conservanti.
Come scegliere il prodotto fresco
È importante consumare le verdure freschissime, per mantenere il più possibile inalterato il loro contenuto vitaminico. Bisogna, quindi, evitare di fare scorte perché il calore, il freddo e la luce danneggiano le vitamine. Le verdure appaiono il più delle volte lucidissime e senza imperfezioni, ma non bisogna farsi ingannare dalle apparenze. Gli ortaggi coltivati biologicamente, senza cioè l’uso di fertilizzanti e pesticidi dannosi per l’organismo, spesso hanno un aspetto meno perfetto, ma sono qualitativamente migliori. È meglio, in ogni caso, scegliere e consumare verdura di stagione per avere prodotti sempre freschi. È consigliabile, infine, evitare di servirsi da negozi e bancarelle che espongono la loro merce su strade trafficate e preferire i negozi più riparati o i supermercati nei quali gli ortaggi sono confezionati freschissimi. Anche la verdura migliore, infatti, può rovinarsi se esposta all’inquinamento.
Il brodo vegetale
È la base della prima pappa e può essere preparato all’inizio dello svezzamento in questo modo:
Tagliare a pezzetti di 3-4 centimetri una patata (100 g circa) e una carota (80 g circa): solo dopo qualche settimana potranno fare la loro comparsa anche altre verdure, come le zucchine e i finocchi.
Farle cuocere lentamente in un litro d’acqua, per circa un’ora.
Filtrare il brodo vegetale e utilizzarne 150-200 millilitri (una tazza) per la pappa. Conservare il brodo vegetale in frigorifero per 24 ore al massimo.
Se si utilizzano le verdure in vasetto, diluirne metà porzione (40 grammi) in 150-200 millilitri d’acqua.
E i legumi?
I legumi sono, tra gli alimenti vegetali ,i più ricchi di sostanze proteiche e quelli che vantano le proteine di migliore qualità. Freschi, ma soprattutto secchi, contengono una quantità di proteine all’incirca pari, o anche superiore, alle proteine della carne (anche se rispetto a quelle in essa contenute la qualità è inferiore) e doppia in confronto a quella dei cereali. L’abbinamento di cereali (frumento, mais, riso) o loro derivati (pane, pasta) con i legumi consente di completare due patrimoni proteici incompleti: alcuni aminoacidi essenziali (quali lisina, treonina, valina e triptofano) presenti in discreta quantità nelle proteine dei legumi si associano, infatti, alle buone dosi di aminoacidi solforati contenuti nei cereali mettendo a disposizione dell’organismo un mix di proteine il cui valore biologico è sovrapponibile a quello garantito delle proteine animali (presenti cioè in carne, pesce, uova, latte e derivati). Ecco perché una pappa con crema di riso o di mais abbinata a un paio di cucchiai di legumi passati viene considerato un piatto “completo”.
Quali introdurli nello svezzamento
Il calendario dello svezzamento, prevede l’introduzione dei legumi a partire da:
8 mesi con i fagiolini;
9-10 mesi con lenticchie, piselli e ceci;
11-12 mesi con i fagioli.
Essi possono essere aggiunti, nella dose di un paio di cucchiai, come ingrediente alla pappa a base di brodo vegetale, una volta cotti, passati e, escludendo le lenticchie, privati della buccia.