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Re: IL PARTO naturale o cesareo?
Inviato: 30 ott 2015, 09:32
da habena
Il cesareo ha il terribikle difetto di non permetterti di prendere in braccio il tuo bimbo appena nato. Come ti muovi ti fa male il taglio e per allattare dovresti alzarti, sederti bene ed attacare tenendo il neonato con le tue braccia. bhè vi assicuro che è impossibile se non hai una paersona che ti aiuti a sollevarti, e ti dia il bimbo dalla culletta. Inoltre una volta subito il taglio cesareo è praticamente impossibile trovare un ginecologo disposto per la seconda gravidanza a farti partorire spontaneamente. Qualcuno che lo fa c'è ma sono rari, e sinceramente io stessa non credo lo farei visto che c'è lo spauracchio della rottura dell'utero nel 10% dei casi. Secondo me, meglio i dolori del travaglio, risolti con una epidurale, che il cesareo.
Re: IL PARTO naturale o cesareo?
Inviato: 30 ott 2015, 19:51
da harryson
I bambini possono girarsi anche all ultimo mese, e comunque bisogna stare sempre in allerta. Ha ragione habena, che il cesareo non ti puoi permettere di fare molte cose, sei vincolata dalla ferita e dagli acciacchi del dopo parto. Ma bisogna dirr che se c e' l urgenza il cesareo va fatto...vuoi o no. Riguardo il parto naturale io lo preferisco ma se fosse posdibile fare l epidurale sarebbe meglio. E non so perche, ma il mio dottore e' contrario
Re: IL PARTO naturale o cesareo?
Inviato: 31 ott 2015, 22:46
da habbi
habena dal tuo racconto mi sembra di rivivere la mia esperienza.
anche io ho partorito con cesario.....non è stata una passeggiata. Sono stata ricoverata con urgenza all'ottavo mese di gravidanza perchè mi sono ammalata di pre-eclampsia ed entro 24 ore dovevano farmi partorire.
prima hanno tentato con l'induzione con ovuli ma nulla, ovviamente non ero pronta per partorire e quindi era tutto ben sigillato.
alla fine hanno deciso per il cesario. l'operazione è andata bene anche se allucinante il fatto di non sentire dolore ma sentire tutto quello che fanno e poi avevo la pressione a 180/110
ero preoccupatissima per la mia vita e quella del mio bambino i medici erano stati chiari...stavo rischiando molto.
una volta uscita dalla sala operatoria anch'io ho iniziato ad avere le convulzioni per il freddo ma dovevo fare attenzione perchè avevo 4 flebo alle mani (2 per ogni mano) con antibiotici e magnesio. oltre alla coperta termica pure un font sotto la coperta.
io ho visto i miei cuccioli dopo 27 ore dal parto, nato prematuro l'hanno tenuto in incubatrice per 24 ore.
è proprio vera la tua descrizione Klarissa, anch'io come te mi sentivo male...non potevo muovermi, non potevo coccolare il mio bambino per fortuna che mio marito stava con me tutto il giorno (ero in cure intense e quindi in camera da sola e aveva ricevuto il permesso di starmi accanto ogni giorno tutto il giorno) lui è stata la mia salvezza.
ma dal secondo giorno ho iniziato ad alzarmi e mi sono pure fatta la doccia in piedi con le flebo attaccate e tutta piegata...non potevo stare dritta e dentro la pancia sentivo il fuoco! tutto mi bruciava un dolore pauroso ma che per fortuna con i giorni è completamente scomparso.
in ospedale era mio marito che cambiava i bimbi e gli faceva il bagnetto io non potevo. me lo dava lui in braccio quando ero sdraiata sul letto, non potevo assolutamente sedermi (andare in bagno era un incubo!)
dopo 8 giorni mi hanno dimessa dall'ospedale e tutto era passato non avevo più nessun tipo di dolore ma è stata un'esperienza che avrei preferito non fare.
io ho sempre immaginato di partorire in modo naturale, avrei richiesto l'epidurale quella si,ma è andata cosi....e vederlo ora non mi fa pensare alla sofferenza che ho passato ma mi da tanta gioia per sapere di aver messo al mondo un esserino cosi perfetto!
è vero che si ha tanto dolore per partorire, chi prima chi dopo, ma alla fine quasi te ne dimentichi o comunque non ci pensi più vedendo poi che cosa siamo state capaci di mettere al mondo! Noi donne siamo una forza della natura!!
Re: IL PARTO naturale o cesareo?
Inviato: 31 ott 2015, 22:48
da donnaregina
Re: IL PARTO naturale o cesareo?
Inviato: 31 ott 2015, 23:03
da francesina
E' la stessa cosa dell'anestesia per chi partorisce in modo naturale, se si può affrontare un parto naturale senza anestesia perchè alcune scelgono di farla? E' una scelta e se hai la possibilità di scegliere e ti spaventa dover partorire senza perchè dovresti rinunciarci? Se il tc ti da più tranquillità ed è a carico dello Stato (anche se poi paghi il dott. che lo esegue) perchè dovresti rinunciarci?
Re: IL PARTO naturale o cesareo?
Inviato: 31 ott 2015, 23:39
da didina
per me il cesareo è stato una passeggiata.Con questo non voglio dire che non ho provato dolore fisico o non è stata difficile la ripresa(alzarsi dal letto,fare pipì ecc)in quel momento lo è..ma è qualcosa che si supera molto facilmente,almeno per me non è stato cosi' terribile.Durante l'operazione stavo benissimo ed è stato emozionante tutto,il post operatorio è stato difficile si ,ma mi sono ripresa dopo nemmemo 2 giorni..per è stato una passeggiata..
ovviamente avrei preferito mille volte il parto naturale,però del cesareo ho un bella esperienza
Re: IL PARTO naturale o cesareo?
Inviato: 01 nov 2015, 16:56
da amyupa
La mia migliore amica dopo il parto naturale aveva detto che nonostante 12 ore di travaglio è stata l'esperienza piu bella della sua vita.....se potesse riviverla lo farebbe....e per il prossimo figlio sarà dinuovo cosi...naturale al 100%
Re: IL PARTO naturale o cesareo?
Inviato: 01 nov 2015, 17:18
da amyupa
ragazze, vi posto un articolo
CESAREO, QUANDO è NECESSARIO?
Dalla posizione podalica alla mamma diabetica, dalla placenta previa alla gravidanza gemellare: ecco tutti i motivi che rendono opportuno il taglio cesareo e quelli che, invece, richiedono un supplemento di valutazione.
Quando il bimbo è podalico, l’intervento serve se il piccolo si presenta ancora in questa posizione a termine gravidanza. Comunque, il cesareo non si fa prima della 39ª settimana. Dalla 37ª però si può provare a farlo girare con apposite manovre, oppure con la moxibustione.
Se la gravidanza è gemellare, occorre il cesareo se i gemelli condividono sia la stessa placenta, sia lo stesso sacco amniotico. Va valutato il da farsi, invece, se i due feti hanno sacchi distinti, ma uno dei due è podalico. Di solito si interviene alla 32ª settimana.
Se la mamma è diabetica, l’intervento serve quando il peso stimato del bimbo supera i 4 chili e mezzo. Si fa non prima della 38ª settimana. Si consideri però che il diabete gestazionale diagnosticato e curato non è di per sé un’indicazione.
Se la donna ha subito già un cesareo, è richiesto se gli interventi pregressi di questo tipo sono 3 o più, se esiste il rischio di rottura dell’utero o se in precedenza è stata necessaria un’incisione uterina longitudinale. In questi casi, di solito si preferisce attendere il termine. Attenzione, però: i cesarei ripetuti aumentano i rischi per la mamma. Meglio aspettare il travaglio, che nel 60-80% dei casi va a buon fine.
In quali altri casi è opportuno? Quando la mamma soffre di herpes genitale attivo, per esempio; se è portatrice sia del virus HIV che di epatite C; se l’HIV non è ben controllato; in presenza di placenta previa che ostruisce il canale del parto. In tutte queste circostanze, meglio aspettare la 39ª settimana, ma la placenta previa va tenuta sotto osservazione fin dalla diagnosi per il rischio di emorragie. Bisogna valutare di volta in volta, invece, nei casi di travaglio spontaneo pretermine, neonato piccolo per epoca gestazionale, mamma portatrice di epatite B o epatite C e sproporzione cefalo-pelvica, cioè fra la testa del bimbo e le pelvi della mamma.
Re: IL PARTO naturale o cesareo?
Inviato: 01 nov 2015, 17:19
da amyupa
EPIDURALE, QUAL è IL MOMENTO GIUSTO?
Il momento giusto per praticare l’anestesia epidurale? Quando la futura mamma lo richiede. Questo, in sintesi, il risultato di uno studio pubblicato di recente dal Cochrane Database of Systematic Reviews, secondo il quale non sarebbe necessario attendere che la dilatazione del collo dell’utero abbia raggiunto o superato il traguardo dei cinque centimetri per “spegnere” il dolore delle contrazioni.
Una buona notizia per le donne in attesa che sono particolarmente spaventate dall’esperienza del dolore, anche se resta necessario valutare i pro e i contro prima di procedere con una partoanalgesia molto precoce.
“Alcuni operatori preferiscono attendere per timore che un’analgesia epidurale somministrata troppo presto interferisca con i tempi del travaglio, allungandoli”, commenta Irene Cetin, primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliera Sacco di Milano. “Secondo i ricercatori del Cochrane Database of Systematic Reviews questo rischio non sussiste poiché, confrontando una serie di studi, si è visto che il momento in cui viene praticata l’epidurale non influisce in modo significativo sulla progressione del parto e/o sull’eventualità di intervenire con un cesareo”.
Lo studio rassicura anche per quanto riguarda il ricorso a forcipe e ventosa: l’incidenza dei parti operativi non varia se si attende che la dilatazione sia a buon punto. Non si evidenziano differenze neppure per il periodo espulsivo che in ogni caso tende ad allungarsi perché la donna sente meno il ‘premito’, ovvero l’esigenza di spingere che le permette di partecipare più attivamente in questa fase.
Questo significa che è opportuno procedere con la partoanalgesia alla comparsa delle prime contrazioni?
“No, quando una futura mamma si presenta in reparto all’inizio del travaglio – se lei e il bimbo stanno bene – il suggerimento resta quello di tornare a casa finché le contrazioni non diventano più intense e regolari o, se la donna preferisce restare in ospedale, di camminare e muoversi liberamente per dare il tempo al travaglio di entrare in fase attiva”, considera la Cetin.
“Questo perché le evidenze scientifiche ci dicono che il periodo prodromico può durare anche a lungo e intervenire sin dall’inizio con l’epidurale significa medicalizzare troppo presto l’evento nascita. Dal momento in cui viene posizionato il catetere nella schiena, la donna e il bambino devono essere monitorati in modo continuo, la libertà di movimento si riduce, i liquidi vengono somministrati tramite flebo, può rendersi necessaria un’infusione di ossitocina sintetica… Una situazione di medicalizzazione che, se molto prolungata nel tempo (appunto perché iniziata precocemente), può avere conseguenze a livello psicologico, scoraggiando la futura mamma e minando la sua fiducia nella propria capacità di dare alla luce il suo bambino”.
Insomma, seppur in assenza di controindicazioni fisiche, non è il caso di avere troppa fretta. Resta valida l’indicazione di attendere che il travaglio sia in fase attiva, ma tenendo in considerazione i desideri e le sensazioni della futura mamma.
“È importante che la coppia sia ben informata”, conclude l’esperta, “perché dopo aver valutato i pro e i contro di ogni intervento, i futuri genitori possano scegliere in modo consapevole”.
Re: IL PARTO naturale o cesareo?
Inviato: 01 nov 2015, 17:20
da amyupa
PARTO PODALICO: QUANDO IL BIMBO è ANCORA A TESTA IN SU
Manovra di rivolgimento e metodi alternativi per girare il piccolo
Verso la 30a settimana, chi un po’ prima chi dopo, la maggior parte dei bimbi ‘fa la capriola’, ovvero si sistema a testa in giù nel pancione della mamma, assumendo quella posizione cefalica che gli permetterà di venire al mondo con un parto spontaneo.
Circa quattro bebè su cento, però, preferiscono restare tranquillamente ‘seduti’ nel grembo materno e qualcuno decide addirittura di presentarsi con i piedini.
Ma perché alcuni bambini non ne vogliono sapere di mettersi regolarmente a testa in giù? Cosa può fare la futura mamma? E, infine, qual è il parto più sicuro in questi casi?
Presentazioni differenti
Quando il bimbo non è in posizione cefalica, viene definito genericamente ‘ podalico ’. Non tutti i piccoli, però, sono messi nello stesso modo e, a seconda della parte del corpo che mostrano all’ingresso del bacino materno, si distinguono diverse ‘varietà’.
Quando la presentazione podalica è completa, il bimbo è rannicchiato, con le gambe flesse, e all’ingresso del bacino ci sono il sederino e i piedini. Esistono poi vari tipi di presentazione podalica incompleta:
natiche: il piccolo tiene le gambine allungate davanti al corpo con i piedini davanti alla faccia e si presenta solo con il culetto;
ginocchia e piedi: si mostra con le ginocchia o con i piedi;
miste: all’ingresso pelvico si vedono un piede e un ginocchio, una natica e un piede e così via.
Ma quali sono le cause di queste posizioni ‘anomale’?
Il motivo è per lo più ignoto. In alcuni casi è collegabile a malformazioni pelviche e uterine o a problemi del feto. Altre possibili cause sono la placenta previa, il polidramnios (ovvero una quantità eccessiva di liquido amniotico) o, ancora, una gravidanza gemellare.
La manovra di rivolgimento
Purtroppo, gli ospedali che prevedono questa possibilità non sono molti, eppure, se eseguita da mani esperte la ‘manovra di rivolgimento’ ha buone percentuali di riuscita.
Si chiama ‘versione cefalica esterna’ e consiste nella manipolazione del feto, attraverso l’addome materno e sotto costante controllo ecografico, al fine di portarlo dalla presentazione podalica a quella cefalica.
Questa manovra può essere eseguita nelle ultime settimane dell’attesa – a partire dalla 36a per le prime gravidanze e dalla 37a per le successive – o anche all’inizio del travaglio, un attimo prima della rottura delle membrane.
E’ una pratica leggermente fastidiosa per la donna, ma non è dolorosa e, per evitare un cesareo, vale proprio la pena di tentare.
Ma questa via non è sempre praticabile.
Esistono alcune controindicazioni assolute. Ad esempio se si è verificata un’emorragia vaginale nei sette giorni precedenti, oppure in presenza di anomalie del battito cardiaco fetale o di anomalie uterine, quando c’è poco liquido amniotico o si sono rotte le membrane e, infine, se la mamma ha subito un pregresso cesareo.
Il veto riguarda anche le gravidanze multiple, i casi in cui c’è un ritardo di crescita fetale o in cui le condizioni mediche della donna rendono necessario un intervento.
Per quanto riguarda i possibili rischi del parto podalico, esiste una probabilità, anche se ridotta, che si verifichino complicazioni, come il distacco di placenta, (o in casi rari la rottura dell’utero e/o un’emorragia feto-placentare).
In questi casi si interviene immediatamente con un parto cesareo: studi clinici riferiscono una percentuale dello 0,5% di operazioni urgenti proprio in seguito alla manovra, ma senza alcuna conseguenza per la salute del bebè.