Svezzamento
Re: Svezzamento
Contro la celiachia pappa senza glutine non oltre il sesto mese
Una ricerca controtendenza sostiene che il rischio di ammalarsi di celiachia dipenderebbe dall'abitudine di introdurre i prodotti a base di glutine dopo i 6 mesi di vita
Contro la celiachia pappa senza glutine non oltre il sesto mese
Fino a qualche anno fa si riteneva che l’introduzione tardiva di glutine (dopo i 6 mesi) nei bambini predisposti, potesse evitare forme precoci e gravi di celiachia. Un recente studio norvegese dell’Istituto Nazionale di Salute Pubblica di Oslo, pubblicato sull’autorevole rivista scientifica “Pediatrics” ribalta, invece, le carte in tavola e rivela che il rischio di ammalarsi di celiachia addirittura aumenta se il bambino “assaggia” per la prima volta il glutine dopo i 6 mesi di vita. Inoltre, il rischio celiachia aumenterebbe anche se l’allattamento al seno si prolunga oltre l’anno di vita.
Esaminati più di 80.000 bambini
I ricercatori dell’Istituto Nazionale di Salute Pubblica di Oslo hanno coinvolto 82.167 bambini e di questi hanno verificato quanti avessero mangiato prodotti contenenti glutine già a 4 mesi, tra 5 e 6 mesi, dopo i 6 mesi. E poi hanno domandato alle mamme fino a che età li avessero allattati al seno. È risultato che i bebè che avevano assaggiato prodotti contenenti il glutine dopo il 6° mese di vita avevano un rischio di ammalarsi di celiachia più alto del 127% rispetto ai bambini che avevano mangiato cereali con glutine prima dei 6 mesi. Risultato simile per l’allattamento al seno: quando era prolungato oltre l’anno di vita, i bambini presentavano un rischio di celiachia più alto del 49% rispetto ai bimbi allattati con latte materno per meno tempo.
La terapia della celiachia
L’unica terapia attualmente conosciuta consiste nella “dieta priva di glutine”, da seguire rigorosamente per tutta la vita. Questo consente il ripristino della funzione assorbente della mucosa intestinale permettendo così al celiaco di recuperare un perfetto stato di salute. Per un soggetto celiaco, tracce di glutine presenti anche accidentalmente (in questo caso si parla di contaminazione crociata) sono dannose. La completa esclusione del glutine dalla dieta non è, però, facile da realizzare, in quanto i cereali non permessi ai celiaci si ritrovano in moltissimi prodotti alimentari e il rischio di contaminazione accidentale da glutine è spesso presente nei processi di lavorazione dell’industria alimentare. Da qui l’obbligo di leggere sempre l’etichetta dei prodotti e di utilizzare il Prontuario Aic (Associazione italiana celiachia), una pubblicazione annuale che raccoglie una vasta gamma di prodotti alimentari del libero commercio, potenzialmente a rischio di contenere glutine per l’impiego di ingredienti non idonei o per la contaminazione del processo produttivo.
In breve
A CHE COSA SERVE IL GLUTINE
Il glutine ha funzioni di riserva per la crescita del germe e conferisce un carattere gelatinoso e colloso (glutinoso, per l’appunto) all’impasto di frumento. Il ruolo del glutine è quello di creare, insieme agli zuccheri, i legami chimici responsabili della lievitazione dell’impasto e delle caratteristiche organolettiche (aroma, sapore) che si sviluppano durante la cottura.
Una ricerca controtendenza sostiene che il rischio di ammalarsi di celiachia dipenderebbe dall'abitudine di introdurre i prodotti a base di glutine dopo i 6 mesi di vita
Contro la celiachia pappa senza glutine non oltre il sesto mese
Fino a qualche anno fa si riteneva che l’introduzione tardiva di glutine (dopo i 6 mesi) nei bambini predisposti, potesse evitare forme precoci e gravi di celiachia. Un recente studio norvegese dell’Istituto Nazionale di Salute Pubblica di Oslo, pubblicato sull’autorevole rivista scientifica “Pediatrics” ribalta, invece, le carte in tavola e rivela che il rischio di ammalarsi di celiachia addirittura aumenta se il bambino “assaggia” per la prima volta il glutine dopo i 6 mesi di vita. Inoltre, il rischio celiachia aumenterebbe anche se l’allattamento al seno si prolunga oltre l’anno di vita.
Esaminati più di 80.000 bambini
I ricercatori dell’Istituto Nazionale di Salute Pubblica di Oslo hanno coinvolto 82.167 bambini e di questi hanno verificato quanti avessero mangiato prodotti contenenti glutine già a 4 mesi, tra 5 e 6 mesi, dopo i 6 mesi. E poi hanno domandato alle mamme fino a che età li avessero allattati al seno. È risultato che i bebè che avevano assaggiato prodotti contenenti il glutine dopo il 6° mese di vita avevano un rischio di ammalarsi di celiachia più alto del 127% rispetto ai bambini che avevano mangiato cereali con glutine prima dei 6 mesi. Risultato simile per l’allattamento al seno: quando era prolungato oltre l’anno di vita, i bambini presentavano un rischio di celiachia più alto del 49% rispetto ai bimbi allattati con latte materno per meno tempo.
La terapia della celiachia
L’unica terapia attualmente conosciuta consiste nella “dieta priva di glutine”, da seguire rigorosamente per tutta la vita. Questo consente il ripristino della funzione assorbente della mucosa intestinale permettendo così al celiaco di recuperare un perfetto stato di salute. Per un soggetto celiaco, tracce di glutine presenti anche accidentalmente (in questo caso si parla di contaminazione crociata) sono dannose. La completa esclusione del glutine dalla dieta non è, però, facile da realizzare, in quanto i cereali non permessi ai celiaci si ritrovano in moltissimi prodotti alimentari e il rischio di contaminazione accidentale da glutine è spesso presente nei processi di lavorazione dell’industria alimentare. Da qui l’obbligo di leggere sempre l’etichetta dei prodotti e di utilizzare il Prontuario Aic (Associazione italiana celiachia), una pubblicazione annuale che raccoglie una vasta gamma di prodotti alimentari del libero commercio, potenzialmente a rischio di contenere glutine per l’impiego di ingredienti non idonei o per la contaminazione del processo produttivo.
In breve
A CHE COSA SERVE IL GLUTINE
Il glutine ha funzioni di riserva per la crescita del germe e conferisce un carattere gelatinoso e colloso (glutinoso, per l’appunto) all’impasto di frumento. Il ruolo del glutine è quello di creare, insieme agli zuccheri, i legami chimici responsabili della lievitazione dell’impasto e delle caratteristiche organolettiche (aroma, sapore) che si sviluppano durante la cottura.
Re: Svezzamento
Crema di piselli
Età: da 8 mesi; Difficoltà: Facile
Crema di piselli
Ingredienti
100 g di piselli, una carota, mezza zucchina, 100 ml di latte formulato già diluito, un cucchiaino di formaggio grattugiato tipo grana e uno di olio extravergine d’oliva
Preparazione
Lava bene tutte le verdure, spunta la mezza zucchina e la carota, raschiando bene quest’ultima. Taglia a rondelle la carota e la zucchina.
Metti in una pentola il latte e 200 ml di acqua, porta a bollore e aggiungi le verdure e i piselli. Cuoci con un coperchio a fuoco basso per mezz’ora circa.
Passa le verdure con il passaverdure (lasciando qualche pisello intero), diluisci con il brodo di cottura, aggiungi l’olio, il formaggio e i piselli interi e servi al bambino.
Età: da 8 mesi; Difficoltà: Facile
Crema di piselli
Ingredienti
100 g di piselli, una carota, mezza zucchina, 100 ml di latte formulato già diluito, un cucchiaino di formaggio grattugiato tipo grana e uno di olio extravergine d’oliva
Preparazione
Lava bene tutte le verdure, spunta la mezza zucchina e la carota, raschiando bene quest’ultima. Taglia a rondelle la carota e la zucchina.
Metti in una pentola il latte e 200 ml di acqua, porta a bollore e aggiungi le verdure e i piselli. Cuoci con un coperchio a fuoco basso per mezz’ora circa.
Passa le verdure con il passaverdure (lasciando qualche pisello intero), diluisci con il brodo di cottura, aggiungi l’olio, il formaggio e i piselli interi e servi al bambino.
Re: Svezzamento
Omogeneizzati: sicuri per legge!
Non bisogna temere: si tratta di prodotti garantiti e di qualità. Infatti, gli omogeneizzati devono rispondere a requisiti ben precisi
Omogeneizzati: sicuri per legge!
Alcune mamme temono che siano cibi di serie B. In realtà, gli omogeneizzati non solo sono prodotti sicuri, ma sono anche preparati con materie prime di qualità e scelte con cura. Infatti, devono rispondere a requisiti ben precisi.
Vigilanza e controlli continui
Il settore degli alimenti per l’infanzia è regolato dal decreto legislativo n. 111 del 27/1/92. Il decreto stabilisce che la produzione e l’importazione di questi prodotti deve essere soggetta all’autorizzazione del ministero della Salute. Prevede, inoltre, programmi di vigilanza annuale coordinati dall’Istituto superiore di sanità. Infine, la legge obbliga a produrre e confezionare tutti gli alimenti destinati all’alimentazione infantile, inclusi gli omogeneizzati, in stabilimenti espressamente autorizzati dal ministero della Salute.
Qualità garantita
Inoltre, bisogna tenere presente che i produttori stessi hanno adottato metodiche di controllo della qualità lungo l’intero processo produttivo. Queste metodiche includono, per esempio, la scelta dei campi e dei pascoli più idonei, la preferenza alle tecniche di coltivazione biologica che non usano pesticidi e diserbanti e il controllo dell’alimentazione degli animali. Grazie a questa estrema attenzione, le materie prime impiegate per preparare gli omogeneizzati possono essere considerate prive di agenti tossici e di alto valore nutrizionale.
La sterilizzazione
I vasetti, dopo essere stati riempiti e sigillati, vengono sterilizzati ad alte temperature. Questo processo garantisce che il prodotto sia sterile, ossia esente da contaminazioni microbiche.
In etichetta i valori nutrizionali
Gli omogeneizzati, oltre a garantire qualità e sicurezza, assicurano anche il giusto apporto di sostanze nutritive per l’organismo dei bambini. I valori nutrizionali contenuti e le modalità di conservazione sono specificati sull’etichetta di ogni singola confezione.
Semaforo verde
Gli omogeneizzati, insomma, sono calibrati sotto il profilo nutrizionale, sicuri dal punto di vista igienico e privi di sostane nocive, come additivi, coloranti e conservanti. Possono essere usati tranquillamente durante tutta la fase dello svezzamento.
In breve
SONO PIÙ DIGERIBILI
Gli alimenti omogeneizzati sono tritati in modo finissimo, quindi, sono più digeribili rispetto a quelli preparati in casa e molto graditi al bebè che sta cominciando a provare cibi diversi dal latte.
Non bisogna temere: si tratta di prodotti garantiti e di qualità. Infatti, gli omogeneizzati devono rispondere a requisiti ben precisi
Omogeneizzati: sicuri per legge!
Alcune mamme temono che siano cibi di serie B. In realtà, gli omogeneizzati non solo sono prodotti sicuri, ma sono anche preparati con materie prime di qualità e scelte con cura. Infatti, devono rispondere a requisiti ben precisi.
Vigilanza e controlli continui
Il settore degli alimenti per l’infanzia è regolato dal decreto legislativo n. 111 del 27/1/92. Il decreto stabilisce che la produzione e l’importazione di questi prodotti deve essere soggetta all’autorizzazione del ministero della Salute. Prevede, inoltre, programmi di vigilanza annuale coordinati dall’Istituto superiore di sanità. Infine, la legge obbliga a produrre e confezionare tutti gli alimenti destinati all’alimentazione infantile, inclusi gli omogeneizzati, in stabilimenti espressamente autorizzati dal ministero della Salute.
Qualità garantita
Inoltre, bisogna tenere presente che i produttori stessi hanno adottato metodiche di controllo della qualità lungo l’intero processo produttivo. Queste metodiche includono, per esempio, la scelta dei campi e dei pascoli più idonei, la preferenza alle tecniche di coltivazione biologica che non usano pesticidi e diserbanti e il controllo dell’alimentazione degli animali. Grazie a questa estrema attenzione, le materie prime impiegate per preparare gli omogeneizzati possono essere considerate prive di agenti tossici e di alto valore nutrizionale.
La sterilizzazione
I vasetti, dopo essere stati riempiti e sigillati, vengono sterilizzati ad alte temperature. Questo processo garantisce che il prodotto sia sterile, ossia esente da contaminazioni microbiche.
In etichetta i valori nutrizionali
Gli omogeneizzati, oltre a garantire qualità e sicurezza, assicurano anche il giusto apporto di sostanze nutritive per l’organismo dei bambini. I valori nutrizionali contenuti e le modalità di conservazione sono specificati sull’etichetta di ogni singola confezione.
Semaforo verde
Gli omogeneizzati, insomma, sono calibrati sotto il profilo nutrizionale, sicuri dal punto di vista igienico e privi di sostane nocive, come additivi, coloranti e conservanti. Possono essere usati tranquillamente durante tutta la fase dello svezzamento.
In breve
SONO PIÙ DIGERIBILI
Gli alimenti omogeneizzati sono tritati in modo finissimo, quindi, sono più digeribili rispetto a quelli preparati in casa e molto graditi al bebè che sta cominciando a provare cibi diversi dal latte.
Re: Svezzamento
L’olio extravergine d’oliva? Uguale al latte materno!
La scienza continua a confermare quanto dicevano già le nostre sagge nonne: l’olio extravergine d’oliva è un alimento così salutare da essere simile al... latte materno
L’olio extravergine d’oliva? Uguale al latte materno!
Per il suo contenuto di omega 6 e omega 3, l’olio extravergine d’oliva sarebbe l’alimento più simile al latte materno. Perfetto nella composizione e adatto a tutti. Da aggiungere sempre alla pappa del bimbo, fin dall’inizio dello svezzamento.
Gradito in tutto il mondo
A sostenere che l’olio extravergine d’oliva è perfetto come il latte materno, è il ricercatore del Consiglio nazionale ricerche-Istituto Genetica Vegetale, Saverio Pandolfi che ne ha consigliato “un cucchiaio a ogni pasto”. Ha sottolineato anche “come l’olio risulti gradito non solo a ogni bambino proprio perché ricorda il latte materno, ma anche a un eschimese o a un africano che non hanno mai avuto l’olio nel regime alimentare”.
Ricco di omega 3 e omega 6
L’olio extravergine d’oliva contiene tanti omega 3 e 6, grassi insaturi molto preziosi per il benessere dell’organismo. Diversi studi hanno, infatti, dimostrato che possiedono un ruolo protettivo nelle malattie cardiovascolari e in quelle degli occhi legate all’invecchiamento e, per i bambini, sono anche importantissimi per lo sviluppo del tessuto nervoso.
Fonte di antiossidanti
Questo tipo di olio è ricco anche di oleuropeina, sostanza con spiccate funzioni antiossidanti in grado di rendere più elastiche le arterie, abbassare la pressione e ridurre il processo aterosclerotico. In natura, l’oleuropeina concorre a formare il sapore amaro delle olive, importante perché difende la pianta dagli attacchi parassitari.
Con funzioni antinfiammatorie
Altro componente salutare è l’oleocantale che, oltre ad essere il responsabile del sapore piccante dell’olio quando è buono, ha proprietà antinfiammatorie con gli stessi effetti dell’Ibuprofene, il principio attivo di tanti farmaci contro il mal di testa e altri dolori.
In breve
UN CUCCHIAINO NELLA PAPPA
Fin dalla prima pappa, è bene aggiungere sempre un cucchiaino di olio extravergine d’oliva a quanto preparato per il bambino. Via via che il bimbo cresce, si aumenta anche la dose di olio, arrivando anche a un cucchiaio.
La scienza continua a confermare quanto dicevano già le nostre sagge nonne: l’olio extravergine d’oliva è un alimento così salutare da essere simile al... latte materno
L’olio extravergine d’oliva? Uguale al latte materno!
Per il suo contenuto di omega 6 e omega 3, l’olio extravergine d’oliva sarebbe l’alimento più simile al latte materno. Perfetto nella composizione e adatto a tutti. Da aggiungere sempre alla pappa del bimbo, fin dall’inizio dello svezzamento.
Gradito in tutto il mondo
A sostenere che l’olio extravergine d’oliva è perfetto come il latte materno, è il ricercatore del Consiglio nazionale ricerche-Istituto Genetica Vegetale, Saverio Pandolfi che ne ha consigliato “un cucchiaio a ogni pasto”. Ha sottolineato anche “come l’olio risulti gradito non solo a ogni bambino proprio perché ricorda il latte materno, ma anche a un eschimese o a un africano che non hanno mai avuto l’olio nel regime alimentare”.
Ricco di omega 3 e omega 6
L’olio extravergine d’oliva contiene tanti omega 3 e 6, grassi insaturi molto preziosi per il benessere dell’organismo. Diversi studi hanno, infatti, dimostrato che possiedono un ruolo protettivo nelle malattie cardiovascolari e in quelle degli occhi legate all’invecchiamento e, per i bambini, sono anche importantissimi per lo sviluppo del tessuto nervoso.
Fonte di antiossidanti
Questo tipo di olio è ricco anche di oleuropeina, sostanza con spiccate funzioni antiossidanti in grado di rendere più elastiche le arterie, abbassare la pressione e ridurre il processo aterosclerotico. In natura, l’oleuropeina concorre a formare il sapore amaro delle olive, importante perché difende la pianta dagli attacchi parassitari.
Con funzioni antinfiammatorie
Altro componente salutare è l’oleocantale che, oltre ad essere il responsabile del sapore piccante dell’olio quando è buono, ha proprietà antinfiammatorie con gli stessi effetti dell’Ibuprofene, il principio attivo di tanti farmaci contro il mal di testa e altri dolori.
In breve
UN CUCCHIAINO NELLA PAPPA
Fin dalla prima pappa, è bene aggiungere sempre un cucchiaino di olio extravergine d’oliva a quanto preparato per il bambino. Via via che il bimbo cresce, si aumenta anche la dose di olio, arrivando anche a un cucchiaio.
Re: Svezzamento
yogurt alla zucca
Età: da 6 mesi; Difficoltà: Facile
yogurt alla zucca
Ingredienti
100 g di zucca, un vasetto di yogurt per bambini, un biscottino per l’infanzia
Preparazione
Pulisci la zucca, privandola della buccia, dei semi e dei filamenti, lavala e tagliala a pezzi grossi. Riempi il fondo di una pentola con due dita d’acqua, inserisci il cestello per la cottura al vapore e fai bollire. Unisci quindi la zucca e falla cuocere per una mezz’ora finché diventa morbida. Passa il tutto con il passaverdure.
Togli il vasetto dello yogurt dal frigorifero circa 15 minuti prima di darlo al bambino.
Versa in una tazza da latte lo yogurt e poi unisci il passato di zucca e il biscotto sbriciolato, mescola bene e servi al bimbo.
Età: da 6 mesi; Difficoltà: Facile
yogurt alla zucca
Ingredienti
100 g di zucca, un vasetto di yogurt per bambini, un biscottino per l’infanzia
Preparazione
Pulisci la zucca, privandola della buccia, dei semi e dei filamenti, lavala e tagliala a pezzi grossi. Riempi il fondo di una pentola con due dita d’acqua, inserisci il cestello per la cottura al vapore e fai bollire. Unisci quindi la zucca e falla cuocere per una mezz’ora finché diventa morbida. Passa il tutto con il passaverdure.
Togli il vasetto dello yogurt dal frigorifero circa 15 minuti prima di darlo al bambino.
Versa in una tazza da latte lo yogurt e poi unisci il passato di zucca e il biscotto sbriciolato, mescola bene e servi al bimbo.
Re: Svezzamento
Ingredienti del brodo di base per la prima pappa
2 zucchine
1 patate
2 carote
circa 2 litri di acqua minerale
Procedimento
Lavate per bene le verdure, raschiate le carote e pelate le patate. Tagliate a pezzi grossi e mettete a cuocere, a fuoco lento, in acqua fredda. Coprite con un coperchio e fate andare per una buona oretta, facendo attenzione che l’acqua non si consumi troppo. Togliete le verdure (i puristi filtrano il brodo) e utilizzate nel giro di massimo due giorni o congelate in comode monoporzioni.
2 zucchine
1 patate
2 carote
circa 2 litri di acqua minerale
Procedimento
Lavate per bene le verdure, raschiate le carote e pelate le patate. Tagliate a pezzi grossi e mettete a cuocere, a fuoco lento, in acqua fredda. Coprite con un coperchio e fate andare per una buona oretta, facendo attenzione che l’acqua non si consumi troppo. Togliete le verdure (i puristi filtrano il brodo) e utilizzate nel giro di massimo due giorni o congelate in comode monoporzioni.
Re: Svezzamento
Troppo sale, zuccheri e proteine nella pappa del bebè
Errori nutrizionali nella pappa potrebbero far aumentare sempre di più il numero dei bambini sovrappeso e obesi
Troppo sale, zuccheri e proteine nella pappa del bebè
La pappa dei nostri bebè è troppo ricca di sale, zuccheri e proteine mentre è povera di ferro e fibre. A sostenerlo è il recente studio italiano Nutrintake, realizzato su un campione di 400 bambini dai 6 ai 36 mesi, 200 residenti al nord, a Milano e 200 al sud, a Catania. Lo studio è consistito nel calcolare l’apporto calorico e dei nutrienti della dieta dei bambini con il supporto di pediatri e dietiste, coordinati da un gruppo scientifico. Scopo dello studio era scoprire cosa realmente mangiano i bebè durante lo svezzamento e se ci sono, eventualmente, errori comuni da parte delle mamme.
I risultati sono preoccupanti
È stato osservato che al di sotto dell’anno di età, un bambino su due assume il doppio del fabbisogno raccomandato di proteine. Sopra l’anno, la metà dei bambini ne assume quasi tre volte di più! Per quanto riguarda il consumo del sale, già prima dei 12 mesi i bambini cominciano a conoscere il gusto del salato, in quanto le mamme hanno l’abitudine di salare la pappa, diversamente da quanto consigliato dai pediatri. E già a 18 mesi, metà dei bambini ne consuma oltre la quantità più alta raccomandata. Inoltre, è emerso un alto consumo di zuccheri semplici: sotto i 12 mesi tutti i bebè consumano il limite massimo raccomandato di zuccheri, sopra l’anno addirittura lo superano! Viceversa è stato registrato un deficit di ferro nella pappa dei bebè: prima dell’anno nessuno raggiunge il fabbisogno raccomandato, dopo l’anno di vita, l’80% dei bimbi. Anche il fabbisogno giornaliero di fibre è risultato inferiore a quello raccomandato.
3 gli errori più comuni
1. Per rendere più gustose le pappe, le mamme eccedono nel salarle troppo aggiungendo ovunque il formaggio grattugiato (fonte di proteine e di sale).
2. In più offrono spesso succhi di frutta e tisane zuccherate, causando un eccessivo apporto di zuccheri semplici.
3. Sul deficit di ferro, invece, si ipotizza che a incidere sia l’abitudine di introdurre troppo presto (prima dell’anno di vita del bambino) il latte vaccino, anziché il latte materno o il latte formulato (più simile a quello materno). Il latte vaccino è molto diverso da quello di donna: contiene troppe proteine, troppi grassi saturi e troppi sali minerali per l’organismo di un bambino sotto l’anno di età. Data la sua composizione, anticipare troppo il passaggio al latte vaccino può causare diversi problemi, dalla semplice diarrea al rischio di sviluppare allergie, perché l’intestino del piccolo non è ancora in grado di utilizzare questo alimento. Diverse ricerche hanno, infatti, evidenziato che il latte vaccino può favorire la comparsa di microscopiche emorragie nell’intestino di bambini predisposti, senza che peraltro si evidenzino sintomi di alcun genere. Dall’anno in poi, invece, le cose cambiano: l’intestino raggiunge la sua piena funzionalità, la dieta si fa più varia e il latte vaccino diventa effettivamente un alimento essenziale.
In breve
NON RISPARMIARE SUGLI ALIMENTI PER I BAMBINI
È sbagliato uniformare la dieta dei nostri bambini a quella del resto della famiglia pensando che siano dei “piccoli adulti”. Ricordiamoci che l’alimentazione dei primi anni di vita è un fattore chiave per predisporre un buon stato di salute da adulto.
Errori nutrizionali nella pappa potrebbero far aumentare sempre di più il numero dei bambini sovrappeso e obesi
Troppo sale, zuccheri e proteine nella pappa del bebè
La pappa dei nostri bebè è troppo ricca di sale, zuccheri e proteine mentre è povera di ferro e fibre. A sostenerlo è il recente studio italiano Nutrintake, realizzato su un campione di 400 bambini dai 6 ai 36 mesi, 200 residenti al nord, a Milano e 200 al sud, a Catania. Lo studio è consistito nel calcolare l’apporto calorico e dei nutrienti della dieta dei bambini con il supporto di pediatri e dietiste, coordinati da un gruppo scientifico. Scopo dello studio era scoprire cosa realmente mangiano i bebè durante lo svezzamento e se ci sono, eventualmente, errori comuni da parte delle mamme.
I risultati sono preoccupanti
È stato osservato che al di sotto dell’anno di età, un bambino su due assume il doppio del fabbisogno raccomandato di proteine. Sopra l’anno, la metà dei bambini ne assume quasi tre volte di più! Per quanto riguarda il consumo del sale, già prima dei 12 mesi i bambini cominciano a conoscere il gusto del salato, in quanto le mamme hanno l’abitudine di salare la pappa, diversamente da quanto consigliato dai pediatri. E già a 18 mesi, metà dei bambini ne consuma oltre la quantità più alta raccomandata. Inoltre, è emerso un alto consumo di zuccheri semplici: sotto i 12 mesi tutti i bebè consumano il limite massimo raccomandato di zuccheri, sopra l’anno addirittura lo superano! Viceversa è stato registrato un deficit di ferro nella pappa dei bebè: prima dell’anno nessuno raggiunge il fabbisogno raccomandato, dopo l’anno di vita, l’80% dei bimbi. Anche il fabbisogno giornaliero di fibre è risultato inferiore a quello raccomandato.
3 gli errori più comuni
1. Per rendere più gustose le pappe, le mamme eccedono nel salarle troppo aggiungendo ovunque il formaggio grattugiato (fonte di proteine e di sale).
2. In più offrono spesso succhi di frutta e tisane zuccherate, causando un eccessivo apporto di zuccheri semplici.
3. Sul deficit di ferro, invece, si ipotizza che a incidere sia l’abitudine di introdurre troppo presto (prima dell’anno di vita del bambino) il latte vaccino, anziché il latte materno o il latte formulato (più simile a quello materno). Il latte vaccino è molto diverso da quello di donna: contiene troppe proteine, troppi grassi saturi e troppi sali minerali per l’organismo di un bambino sotto l’anno di età. Data la sua composizione, anticipare troppo il passaggio al latte vaccino può causare diversi problemi, dalla semplice diarrea al rischio di sviluppare allergie, perché l’intestino del piccolo non è ancora in grado di utilizzare questo alimento. Diverse ricerche hanno, infatti, evidenziato che il latte vaccino può favorire la comparsa di microscopiche emorragie nell’intestino di bambini predisposti, senza che peraltro si evidenzino sintomi di alcun genere. Dall’anno in poi, invece, le cose cambiano: l’intestino raggiunge la sua piena funzionalità, la dieta si fa più varia e il latte vaccino diventa effettivamente un alimento essenziale.
In breve
NON RISPARMIARE SUGLI ALIMENTI PER I BAMBINI
È sbagliato uniformare la dieta dei nostri bambini a quella del resto della famiglia pensando che siano dei “piccoli adulti”. Ricordiamoci che l’alimentazione dei primi anni di vita è un fattore chiave per predisporre un buon stato di salute da adulto.
Re: Svezzamento
Filetto di sogliola con purè arancione
Età: da 8 mesi; Difficoltà: Facile
Filetto di sogliola con purè arancione
Ingredienti
50 g di filetto di sogliola, una patata, una carota, un cucchiaino di formaggio grattugiato tipo grana e uno di olio extravergine d’oliva
Preparazione
Pela e lava la carota e la patata. Quindi falle lessare per circa 40 minuti.
Nel frattempo, cuoci al vapore il filetto di sogliola per una ventina di minuti.
Scola le verdure e passale con il passaverdure. Insaporisci con il formaggio.
In un piattino metti la polpa del pesce schiacciata con una forchetta e sopra o al fianco il purè di carote. Condisci con l’olio e servi.
Età: da 8 mesi; Difficoltà: Facile
Filetto di sogliola con purè arancione
Ingredienti
50 g di filetto di sogliola, una patata, una carota, un cucchiaino di formaggio grattugiato tipo grana e uno di olio extravergine d’oliva
Preparazione
Pela e lava la carota e la patata. Quindi falle lessare per circa 40 minuti.
Nel frattempo, cuoci al vapore il filetto di sogliola per una ventina di minuti.
Scola le verdure e passale con il passaverdure. Insaporisci con il formaggio.
In un piattino metti la polpa del pesce schiacciata con una forchetta e sopra o al fianco il purè di carote. Condisci con l’olio e servi.
Re: Svezzamento
Focaccia all’uva
Età: da 12 mesi; Difficoltà: Media
Focaccia all'uva
Ingredienti
200 g di pasta per la pizza, un grappolo d’uva, due cucchiai di olio extravergine d’oliva, un rametto di rosmarino, un cucchiaino di miele, un pizzico di sale
Preparazione
Disponi la pasta in un’ampia superficie, fai un buco al centro e mettici il rosmarino tritato, il miele, l’olio e il sale. Impasta tutto per distribuire bene i vari ingredienti. Stendi la pasta su una placca da forno.
Lava i chicchi d’uva, tagliali a metà e togli i semi interni. Schiacciali bene e aggiungili all’impasto, sopra la pasta stesa.
Fai riposare per mezz’ora circa.
Inforna la focaccia nel forno già caldo a 250° C per mezz’ora circa, finché risulta ben cotta. Fai intiepidire, taglia a pezzi e danne qualcuno al bimbo.
Età: da 12 mesi; Difficoltà: Media
Focaccia all'uva
Ingredienti
200 g di pasta per la pizza, un grappolo d’uva, due cucchiai di olio extravergine d’oliva, un rametto di rosmarino, un cucchiaino di miele, un pizzico di sale
Preparazione
Disponi la pasta in un’ampia superficie, fai un buco al centro e mettici il rosmarino tritato, il miele, l’olio e il sale. Impasta tutto per distribuire bene i vari ingredienti. Stendi la pasta su una placca da forno.
Lava i chicchi d’uva, tagliali a metà e togli i semi interni. Schiacciali bene e aggiungili all’impasto, sopra la pasta stesa.
Fai riposare per mezz’ora circa.
Inforna la focaccia nel forno già caldo a 250° C per mezz’ora circa, finché risulta ben cotta. Fai intiepidire, taglia a pezzi e danne qualcuno al bimbo.
Re: Svezzamento
Che cosa fare se il bambino non mangia la pappa?
Se il bebè non mangia non dipende quasi mai da un vero problema. L’organismo del piccolo, infatti, è perfettamente in grado di regolarsi da solo
Che cosa fare se il bambino non mangia la pappa?
Quando il bimbo non mangia la pappa, in genere, la mamma si preoccupa sempre. Invece, non è quasi mai il caso di allarmarsi: quello che per i genitori è un pranzo poco sostanzioso, per il bambino può essere più che sufficiente. Del resto, il passaggio dal latte alla pappa è per molti bambini un momento critico che può portarli a rifiutare il cibo.
Non bisogna preoccuparsi troppo
L’organismo del piccolo è perfettamente in grado di regolarsi da solo, non solo nelle prime settimane di vita, ma anche durante lo svezzamento, in quanto il suo organismo è in grado di regolarsi per soddisfare le esigenze quotidiane. Ecco perché se il bebè non mangia non bisogna preoccuparsi troppo.
Crescerà abbastanza?
L’appetito del bambino è direttamente proporzionale all’obiettivo di crescita che il suo corpo deve raggiungere. Questo spiega perché i figli di genitori con una corporatura esile non hanno bisogno di grandi quantitativi di alimenti per crescere bene. Al contrario, chi è nato da genitori più robusti ha bisogno di introdurre un quantitativo maggiore di pappa: presumibilmente crescerà molto in peso e in altezza e, dunque, generalmente è più affamato.
Niente forzature
Mamma e papà non devono forzare il bambino che non mangia. La quantità di pappa giusta per lui è quella che riesce a mangiare con piacere, non quella che hanno stabilito mamma e papà. No, quindi, a insistere troppo se rifiuta di mangiare. La cosa importante è proporre al bebè una dieta varia: se mangia poco di tutto, solitamente, non rischia carenze di alcun tipo. Se, quindi, non riesce ad accettare un alimento, non proporglielo a tutti i costi: assorbirà i principi nutritivi contenuti da un altro cibo.
In breve
SE APPETITO PASSA ALL’IMPROVVISO
Se il bambino ha sempre mangiato senza problemi e improvvisamente ha poco appetito, è meglio parlarne con il pediatra perché si potrebbe essere in presenza di una malattia o di un disturbo, come la febbre o la dentizione.
Se il bebè non mangia non dipende quasi mai da un vero problema. L’organismo del piccolo, infatti, è perfettamente in grado di regolarsi da solo
Che cosa fare se il bambino non mangia la pappa?
Quando il bimbo non mangia la pappa, in genere, la mamma si preoccupa sempre. Invece, non è quasi mai il caso di allarmarsi: quello che per i genitori è un pranzo poco sostanzioso, per il bambino può essere più che sufficiente. Del resto, il passaggio dal latte alla pappa è per molti bambini un momento critico che può portarli a rifiutare il cibo.
Non bisogna preoccuparsi troppo
L’organismo del piccolo è perfettamente in grado di regolarsi da solo, non solo nelle prime settimane di vita, ma anche durante lo svezzamento, in quanto il suo organismo è in grado di regolarsi per soddisfare le esigenze quotidiane. Ecco perché se il bebè non mangia non bisogna preoccuparsi troppo.
Crescerà abbastanza?
L’appetito del bambino è direttamente proporzionale all’obiettivo di crescita che il suo corpo deve raggiungere. Questo spiega perché i figli di genitori con una corporatura esile non hanno bisogno di grandi quantitativi di alimenti per crescere bene. Al contrario, chi è nato da genitori più robusti ha bisogno di introdurre un quantitativo maggiore di pappa: presumibilmente crescerà molto in peso e in altezza e, dunque, generalmente è più affamato.
Niente forzature
Mamma e papà non devono forzare il bambino che non mangia. La quantità di pappa giusta per lui è quella che riesce a mangiare con piacere, non quella che hanno stabilito mamma e papà. No, quindi, a insistere troppo se rifiuta di mangiare. La cosa importante è proporre al bebè una dieta varia: se mangia poco di tutto, solitamente, non rischia carenze di alcun tipo. Se, quindi, non riesce ad accettare un alimento, non proporglielo a tutti i costi: assorbirà i principi nutritivi contenuti da un altro cibo.
In breve
SE APPETITO PASSA ALL’IMPROVVISO
Se il bambino ha sempre mangiato senza problemi e improvvisamente ha poco appetito, è meglio parlarne con il pediatra perché si potrebbe essere in presenza di una malattia o di un disturbo, come la febbre o la dentizione.