russurrogate.com

Allattamento

gaia
Messaggi: 1180
Iscritto il: 07 giu 2015, 15:34

Re: Allattamento

Messaggio da gaia »

Con i rimedi omeopatici

Alcuni rimedi omeopatici considerati ad azione galattogoga sono: Ricinus 4 CH, Lactuca Virosa 5 CH, Urtica urens 5 CH, Alfa Alfa 3 DH. Non esistono, però, studi che comprovino la loro efficacia come galattogoghi. Si trovano solamente dei commenti basati sull’esperienza del singolo autore che ne sottolinea l’efficacia potenziale.

Con l’agopuntura

In letteratura un solo report ha sottolineato la potenziale efficacia di questa tecnica nell’aumentare la produzione di latte.

Con gli integratori

Tra i prodotti naturali la silimarina (componente attiva del cardo del latte), disponibile in confezioni e concentrazioni standardizzate, è uno dei pochi prodotti in cui la sostanza naturale sia titolata e non proposta come infuso. A supporto della sua efficacia esiste un unico studio clinico condotto su madri a termine. Sono presenti anche alcune evidenze sulla sicurezza della silimarina, che non ha mostrato effetti collaterali nelle mamme né nei neonati poiché non passa nel latte. Esistono, infine, farmaci anti-emetici (contro nausea e vomito) come il domperidone e la metoclopramide dall’azione galattogena, che è tuttavia un effetto secondario del farmaco ed è riportato come effetto collaterale. In ogni caso questi farmaci vanno assunti solo su prescrizione medica e dopo attento colloquio con il proprio medico.
fracla
Messaggi: 1075
Iscritto il: 30 set 2015, 15:34

Re: Allattamento

Messaggio da fracla »

Allattamento al seno: i pareri discordanti degli esperti sulla durata
L’allattamento dei neonati, e soprattutto la sua durata, continua ad essere argomento di opinioni discordanti sia da parte di medici e specialisti sia delle mamme che, per ogni gravidanza, si trovano di fronte ad una situazione differente. Ovviamente è molto difficile dare linee guide per aiutare le neomamme che si trovano di fronte a questo argomento e l’unica cosa che è possibile fare è citare ciò che viene spiegato da medici e scienziati: sarà poi ogni donna che, conscia della propria situazione e nel caso aiutata da degli specialisti, potrà scegliere il percorso più adatto a se stessa e al suo bambino.

Come sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “l’allattamento al seno è un modo ineguagliabile per fornire un alimento ideale per la salute e la crescita del lattante. L’OMS raccomanda di protrarlo in modo esclusivo per i primi sei mesi di vita e di continuare ad allattare al seno, con l’introduzione di idonei alimenti complementari, fino a due anni ed oltre”; il latte materno infatti riduce l’incidenza e la durata delle gastroenteriti, protegge dalle infezioni respiratorie, riduce il rischio di sviluppare allergie, migliora la vista e lo sviluppo psicomotorio e migliora lo sviluppo intestinale e riduce il rischio di occlusioni.

D’altra parte però c’è chi sostiene che oltre i 4-6 mesi il latte materno possa dare effetti negativi sul bambino. La dottoressa Mary Fewtrell dell’University College di Londra, esperta della nutrizione infantile e consulente pediatrica, in un suo articolo pubblicato sul British Medical Journal nel 2011 giudica priva di riscontri convincenti e bisognosa d’aggiornamenti la raccomandazione dell’OMS. Lo studio portato avanti con un’equipe di esperti di nutrizione infantile spiega infatti che in Occidente (dove il rischio di infezioni è minimo) l’allattamento esclusivo al seno non dovrebbe andare oltre i quattro mesi di vita del bambino poiché il piccolo potrebbe incorrere in intolleranze alimentari e carenza di ferro.
mokabita
Messaggi: 911
Iscritto il: 30 set 2015, 15:32

Re: Allattamento

Messaggio da mokabita »

Colostro e montata lattea durante l’allattamento dei primi giorni
Il latte materno rappresenta l’alimento migliore per il neonato ed è preceduto dalla produzione di colostro. Ecco come favorire la montata lattea
Il colostro

Nei primi giorni di vita, il bambino succhia il colostro, un liquido denso e giallognolo. Dal seno ne sgorga poco, ma è sufficiente per il piccolo. Infatti, rispetto al latte vero e proprio è più ricco di proteine e sali minerali ma contiene una quantità inferiore di zuccheri e grassi, quindi è anche più digeribile. È perfetto nei primi giorni di vita, quando il piccolo tende a perdere liquidi e a disidratarsi.Inoltre, le proteine contenute nel colostro forniscono al bebè particolari anticorpi (le immunoglobine A e IgA), sostanze di difesa che vanno a rivestire le pareti intestinali proteggendole dall’aggressione di germi e virus.

La montata lattea

Verso il terzo-quarto giorno il colostro cambia aspetto: schiarisce e diventa grasso e cremoso. È il cosiddetto latte di transizione. Serve ad abituare gradatamente il piccolo al latte definitivo che arriverà nel giro di qualche giorno. È questa la cosiddetta fase della “montata lattea”: i seni divengono turgidi, congestionati, caldi e spesso dolenti. Si può anche verificare un aumento della temperatura corporea. Questo fenomeno avviene in genere dopo 3-5 giorni dal parto (a volte però tarda di qualche giorno). Il latte comincia a essere prodotto abbondantemente e spesso anche in dosi superiori al fabbisogno del bambino. Alla base del meccanismo biologico che determinna il fenomeno della “montata lattea” e il mantenimento della produzione di latte c’è l’abbassamento di livello dopo il parto di alcuni ormoni presenti in gravidanza che inibiscono la funzione di stimolo alla produzione del latte svolta da un ormone secreto dall’ipofisi (prolattina). Con la suzione il neonato provoca un riflesso nervoso che assicura una continua e abbondante produzione di questo ormone, che insieme soprattutto all’ossitocina, favorisce il passaggio del latte dal tessuto ghiandolare ai dotti galattofori (i sottili canalini che portano il latte al capezzolo). Le dimensioni del seno non influiscono affatto sul verificarsi o meno di una produzione adeguata: anche un seno piccolo è in grado di produrre una quantità di latte sufficiente per il bambino.
mokabita
Messaggi: 911
Iscritto il: 30 set 2015, 15:32

Re: Allattamento

Messaggio da mokabita »

Il latte maturo

Dopo circa 10 giorni il seno materno inizia a produrre il latte vero e proprio, fluido e dal sapore piuttosto dolce. Questo latte offre al piccolo tutto il nutrimento di cui ha bisogno e nel modo più equilibrato. Da questo momento in poi, sarà la richiesta del bambino stesso a regolare la formazione e l’afflusso di latte. La quantità prodotta ogni giorno aumenta progressivamente per il primo mese per poi attestarsi tra il secondo e il sesto mese fra i 600 e i 900 grammi nelle 24 ore.

Attaccare il bebè subito dopo il parto

Tutte le donne hanno la possibilità di allattare il proprio figlio al seno, purché venga assicurato l’attaccamento precoce del neonato, libero da schemi e orari costrittivi. Lo stimolo che determina la montata lattea è soprattutto la suzione precoce e frequente del neonato: più il piccolo succhia, più è stimolata la produzione di latte. Conviene quindi attaccare il neonato al seno il più presto possibile, se le circostanze lo consentono, anche nella prima ora di vita. A seguito della suzione del bambino, infatti, si attiva il riflesso di produzione di latte per azione della prolattina: più il bambino succhia, più prolattina è prodotta dal cervello della mamma e più latte viene prodotto. Inoltre il piccolo succhiando attiva la produzione dell’ossitocina, un altro ormone che provoca la contrazione delle cellule muscolari, che avvolgono le ghiandole mammarie, e la dilatazione dei canali galattofori, che portano il latte al capezzolo.

Controllare la presa

Durante la poppata è importante che il neonato afferri non solo il capezzolo ma anche l’areola (la parte scura che lo circonda). Il mento va appoggiato al seno e la testa del bimbo è rivolta all’insù per permettergli di respirare senza dover schiacciare il seno con le dita. Anche il corpo del neonato è allineato con la testa, con il sederino ben sostenuto per evitare che scivoli verso il basso, causando dolorose trazioni al capezzolo. Un attaccamento inadeguato, invece, può dare origine a capezzoli dolenti e ragadi (dolorosi taglietti intorno al capezzolo), ingorgo mammario (perché il seno non viene ben svuotato), insoddisfazione del bambino che non riesce a succhiare adeguatamente, e, in ultima analisi, minor produzione di latte. Occorre poi attaccare sempre il piccolo a entrambi i seni, in modo da stimolare tutte e due le ghiandole mammarie allo stesso modo. Per i primi giorni, poi, bisogna fare attenzione a non lasciare che il bambino succhi per più di cinque minuti per parte. I capezzoli, infatti, sono fragili e soggetti a ragadi. Questo tempo è, comunque, sufficiente al bebè per nutrirsi. In seguito, quando la pelle si è rafforzata, si può offrire il seno al piccolo per tutto il tempo che desidera.

Evitare lo stress

La diminuzione o la scomparsa del latte può avvenire anche a causa di emozioni violente o stress psicologici. È, quindi, importante che la donna stia tranquilla, dorma a sufficienza, conduca una vita il più possibile concentrata sul bambino. È meglio accantonare per quanto possibile tutte le altre faccende, come i lavori di casa e gli impegni professionali. È bene, poi, che la mamma faccia un riposino tra una poppata e l’altra, per recuperare le forze. Quando la madre è stressata, il riflesso di emissione del latte può essere inibito. Il relax, l’affetto, la sicurezza in sé sono invece condizioni che favoriscono l’allattamento.
rosalia
Messaggi: 1260
Iscritto il: 30 set 2015, 15:31

Re: Allattamento

Messaggio da rosalia »

Il capezzolo retratto: che cosa fare
Questa particolare conformazione del capezzolo non impedisce di allattare il bebè. Sono necessarie, però, alcune attenzioni in più per favorire le poppate
Si tratta di una conformazione particolare del capezzolo, che può risultare rivolto verso l’interno (come una specie di fossetta) o appiattito nell’areola. Questo fenomeno è legato, per lo più, a fattori costituzionali e non deve preoccupare la mamma in quanto non comporta di per sé nessuna conseguenza sul normale scorrimento del latte e quindi sulla possibilità di allattare. È, infatti, sufficiente “fare uscire” il capezzolo e ciò, in genere, avviene proprio grazie alla suzione da parte del piccolo. Attaccare spesso il bimbo al seno corrisponde, infatti, al metodo migliore per fare assumere al capezzolo la forma più indicata per la poppata. Specifici massaggi possono, inoltre, contribuire a raggiungere il medesimo scopo.

Che cosa fare

Cominciare a praticare qualche massaggio già nel corso della gravidanza per predisporre i capezzoli retratti in vista dell’allattamento. Ecco due esercizi indicati:

ruotare il capezzolo tra il pollice e l’indice, prima in un senso poi nell’altro e praticare lievi stiramenti per stimolarne la fuoriuscita. Eseguire l’esercizio ogni mattina per una decina di volte;
distendere il capezzolo appoggiando la punta delle dita delle due mani ai suoi lati e facendole discendere lentamente fino alla base del seno. Ripetere l’esercizio ogni mattina per una decina di volte.

Stimolare naturalmente la fuoriuscita del capezzolo attaccando spesso il bebè al seno. È importante non lasciarsi scoraggiare se le prime volte il piccolo non riesce a succhiare bene: è, infatti, necessario insistere un po’. Questo metodo naturale è sicuramente il più efficace e può essere abbinato agli esercizi descritti sopra. Utilizzare, in alternativa, gli appositi copricapezzoli (disponibili in farmacia) che consentono al bambino di succhiare anche se il capezzolo è ancora retratto. È meglio, comunque, ricorrervi solo nel caso in cui si presentassero particolari difficoltà nella poppata.
madreterra
Messaggi: 529
Iscritto il: 29 mag 2015, 09:14

Re: Allattamento

Messaggio da madreterra »

Il latte materno per i neonati prematuri
Grazie alle banche del latte, è possibile attingere a speciali “depositi” oppure donare il prezioso nutrimento per i piccoli più bisognosi, come i prematuri
Il latte umano contiene tutti i nutrienti e anticorpi essenziali per lo sviluppo dei neonati, specialmente di quelli nati prima del termine. Questo eccellente alimento risulta, inoltre, fondamentale anche per i bimbi ricoverati in ospedale, affetti da particolari malattie per cui non possono essere allattati dal seno della loro mamma.

Una risorsa speciale

Sono circa 50.000 i bambini prematuri che nascono ogni anno in Italia: di questi circa 5.000 hanno alla nascita un peso inferiore a 1,5 kg e 1.000 inferiore al chilo. Questi bambini risultano particolarmente suscettibili alle malattie infettive del tratto gastrointestinale. Proprio per questi bambini il latte materno assume un valore non solo nutrizionale ma anche “di difesa” dalle malattie ancora più significativo. Le ricerche scientifiche dimostrano, infatti, che il latte umano ha, in alcune situazioni, delle vere e proprie proprietà terapeutiche, riuscendo addirittura ad abbassare il rischio di infezioni e serie malattie. Per questo, le sostanze nutrienti contenute nel latte umano contribuiscono ad aumentare la resistenza e la vitalità dei neonati prematuri.

Sostituisce quello della mamma

Dare alla luce un piccolo prematuro rappresenta spesso un momento di stress per i genitori, che si preoccupano anzitutto della sua salute. In queste situazioni difficili il latte umano donato rappresenta una valida alternativa: aiuta il neonato a svilupparsi in maniera ottimale rassicurando, nel contempo, i genitori sul fatto che si stia facendo ricorso al migliore sostituto del latte materno, in caso questo non sia disponibile. La raccolta del latte in banche, quindi, diventa indispensabile nel momento in cui i bambini hanno bisogno di essere nutriti con questo alimento.

Ogni goccia è importante

Non ci sono regole prestabilite sulla quantità di latte da donare: si dona, molto semplicemente, la quantità che è possibile e per tutto il tempo che lo si desidera. La quota di latte donato varia, dunque, da mamma a mamma anche in relazione alla fase di allattamento. Tuttavia, è importante ricordare che per questo tipo di donazione davvero “basta il gesto”, se si pensa che anche piccole quantità di latte sono estremamente utili per i neonati pretermine che spesso iniziano ad alimentarsi con meno di 20 cc al giorno! Per le speciali caratteristiche nutrizionali e protettive del latte, è preferibile che la donazione abbia inizio il prima possibile dopo il parto o comunque entro il primo mese dopo la nascita del bambino, una volta cioè che l’allattamento al seno si è avviato con successo dopo le prime settimane. In genere, sono consigliate raccolte protratte e regolari, come l’estrazione una o più volte al giorno, anche se la quantità di latte non è particolarmente abbondante. Molte mamme preferiscono raccogliere il latte dopo la poppata del proprio bambino: tale pratica, favorendo lo svuotamento completo dei seni, si rivela al tempo stesso anche un valido stimolo per la successiva produzione di latte. Questo perché la produzione di latte si regola su uno speciale meccanismo di domanda e offerta: più latte, cioè, viene richiesto, più ne viene prodotto.
barchetta99
Messaggi: 1259
Iscritto il: 29 mag 2015, 09:15

Re: Allattamento

Messaggio da barchetta99 »

Il latte materno è l’alimento ideale
Non c’è alimento migliore per il neonato del latte della mamma: apporta tutte le sostanze essenziali che gli assicurano un’ottima crescita e garantisce importanti fattori protettivi in grado di influire in modo positivo sulla sua salute
Il latte materno è l’alimento completo per eccellenza. Fornisce al piccolo la quantità di liquidi necessari per il suo fabbisogno, essendo costituito per l’87 per cento da acqua. Nel latte sono, poi, contenuti gli zuccheri, indispensabili per fornire al neonato le energie necessarie per ogni attività dell’organismo (basti pensare che, per esempio, il cervello, triplica il suo peso nel primo anno di vita) e le proteine, fondamentali per la crescita degli organi del bambino. Nel latte materno sono, inoltre presenti grassi, vitamine e sali minerali in una composizione equilibrata e bilanciata per le specifiche esigenze del piccolo. Attraverso il latte, il neonato riceve, infine gli anticorpi materni: queste sostanze proteggono il bambino nei primi mesi di vita dalle malattie più comuni. È stato inoltre dimostrato che i bebè allattati al seno hanno meno probabilità di sviluppare in seguito un’allergia.

Si modifica nel tempo

Il latte materno non ha mai la stessa composizione: per adeguarsi alle necessità di crescita del piccolo, la sua formula si modifica nel tempo. Nei primi giorni di vita del bambino, il seno produce il colostro, un liquido denso e giallastro, che rappresenta il primo nutrimento per il neonato. Il colostro ha anche un effetto lassativo, aiutando il bambino a eliminare le prime feci (meconio), contribuisce all’espulsione dell’eccesso di bilirubina (una sostanza di scarto), prevenendo così l’ittero (un disturbo caratterizzato dalla colorazione giallastra della pelle e della sclera, il bianco dell’occhio). Il colostro contiene anticorpi (le immunoglobuline A o IgA) che difendono il piccolo dall’aggressione di virus e batteri. Dopo la prima settimana di allattamento, il colostro cambia gradualmente la propria composizione per lasciare posto al cosiddetto latte di transizione, meno ricco di proteine, ma più carico di zuccheri. A due settimane dalla nascita, il seno materno è pronto per produrre il latte maturo dall’aspetto acquoso: si tratta di un alimento dalla composizione equilibrata che garantisce al bambino, sino al sesto mese di vita, il nutrimento adeguato.
barchetta99
Messaggi: 1259
Iscritto il: 29 mag 2015, 09:15

Re: Allattamento

Messaggio da barchetta99 »

Il latte materno rinforza e rilassa il bebè
La prevenzione di infezioni, allergie, diabete, obesità inizia con l’allattamento al seno, che ha benefici effetti sul sistema immunitario e sulla psiche del neonato
Il latte materno rappresenta il miglior metodo alimentare per garantire una sana crescita e sviluppo dei neonati grazie alla sua influenza biologica ed emotiva, unica sulla salute sia delle madri sia dei bambini. Il latte materno è sempre pronto per l’uso, alla giusta temperatura, igienicamente adeguato ed economico! 


Previene il diabete giovanile

Il latte materno è l’alimento ideale e inimitabile per la sua facile tollerabilità e digeribilità. Permette la normale crescita corporea del bambino. A differenza di quello vaccino e formulato provoca un minor carico proteico renale e favorisce la maturazione del sistema immunitario. Contiene anticorpi e altri fattori protettivi che aiutano il bambino a combattere le infezioni. Protegge da allergie e può prevenire il diabete giovanile nei bambini geneticamente predisposti. È scientificamente provato, inoltre, che l’eccesso percentuale di proteine, oltre a dover essere smaltito dai reni, determina un’infiammazione a livello dell’intestino favorendo, quindi, la possibile comparsa di intolleranze alimentari e sensibilità al glutine.

Favorisce il riposo notturno

L’allattamento materno favorisce il legame madre-bambino, soddisfacendo e rafforzando il bisogno reciproco di stare insieme. Il latte materno aiuta anche il riposo dei bimbi. Contiene, infatti, alfa-lattoglobulina in quantità più elevata, consentendo un aumentato rilascio di serotonina che aiuta a ridurre i risvegli notturni. Importante, quindi, soprattutto nei primi tre mesi di vita.

Riduce le coliche gassose

Il latte materno, inoltre, grazie al maggior contenuto di omega 3, aiuta a favorire la maturazione fisiologica dell’epitelio gastro-intestinale e a ridurre le coliche gassose. Infine, essendo ricco in bifidobatteri e lattobacilli, istruisce precocemente il sistema immunitario sia a difendersi dai virus sia dalle malattie allergiche.

In breve

TANTI BENEFICI PER MAMMA E BEBÈ

L’allattamento al seno è associato a una riduzione del rischio di sovrappeso e obesità in età adulta; il latte materno previene le allergie e il diabete giovanile.
topa
Messaggi: 1113
Iscritto il: 27 giu 2015, 11:15

Re: Allattamento

Messaggio da topa »

Allattamento: le smagliature rappresentano un ostacolo?
Tra le cause dell’abbandono dell’allattamento vi sarebbero anche le smagliature sul seno, che peggiorerebbero l’umore delle neo mamme. Ecco come affrontarle
Nelle scorse settimane il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha scritto un articolo su come prevenire e curare le smagliature che possono comparire durante la gravidanza. Molti hanno criticato questa mossa, considerando l’argomento poco importante. In realtà, non lo è affatto. Secondo gli esperti, infatti, non si tratta di un problema solo estetico. In alcuni casi potrebbe addirittura compromettere il successo dell’allattamento al seno.

Ancora poche le mamme che allattano dopo i tre mesi

L’Organizzazione mondiale della sanità, l’Unicef, l’Unione Europea e tutte le più importanti Società scientifiche pediatriche raccomandano l’allattamento materno esclusivo per i primi sei mesi di vita del bambino. Il latte di mamma, infatti, rappresenta il miglior alimento per il neonato. Nonostante ciò, in Italia le donne che allattano, soprattutto a distanza di tre e più mesi dal parto, sono ancora poche. Le ragioni? Spesso alla base ci sono difficoltà più o meno pratiche. Fra queste, secondo la Fimp (Federazione italiana medici pediatri) potrebbero esserci anche le smagliature.

Sono vere e proprie cicatrici

Le smagliature sono alterazioni dello strato più profondo della cute, il derma. Si tratta di vere e proprie cicatrici che si formano in seguito allo strappo, in alcune zone, delle fibre collagene, le fibre che rendono la pelle robusta e compatta. La gravidanza rappresenta uno dei periodi più a rischio da questo punto di vista: la tensione cui la pelle del seno, dell’addome e dei fianchi è sottoposta durante i nove mesi a causa dell’aumento del peso e delle dimensioni può facilmente dare origine a smagliature.

Non scompaiono dopo il parto

Una volta nato il bambino, spesso, questi segni non spariscono. Anzi, diventano ancora più visibili, trasformandosi in una sorta di promemoria di una forma fisica ormai cambiata. Il nuovo aspetto esteriore può non piacere alla neomamma, rendendola un po’ depressa, facendole perdere autostima in se stessa e complicando i rapporto sociali. Ma non solo.

Molte temono che il seno possa “imbruttirsi”

Quando le smagliature interessano il seno c’è il rischio che la donna, inconsciamente, decida di rinunciare all’allattamento naturale. Vedere le mammelle già rovinate, infatti, amplifica un timore che molte hanno, ossia che attaccando il bimbo uno dei punti di forza del fascino femminile venga compromesso. Il risultato è che la neo mamma decide di non allattare il figlio o di smettere molto presto.

Vanno prevenute e curate

Ecco perché la Fimp raccomanda non solo di promuovere e sostenere l’allattamento al seno, ma anche di fornire alle future e neo-mamme consigli utili per la cura del proprio corpo. Per esempio, è bene sapere che per prevenire il problema, fin dalle prime settimane di gravidanza è necessario applicare sulla pelle delle zone a rischio una crema rassodante, per aumentarne l’elasticità, la tonicità e la resistenza.
In breve

POI TUTTO RITORNA ALLA NORMALITÀ

L’allattamento naturale può comportare delle modifiche al seno, sia positive sia negative. Tutte comunque sono destinate a risolversi alla sospensione di questa forma di nutrizione.
topa
Messaggi: 1113
Iscritto il: 27 giu 2015, 11:15

Re: Allattamento

Messaggio da topa »

Antibiotici: rendono i bambini più forti?
Usare gli antibiotici fin dai primi anni di vita potrebbe rafforzare le difese immunitarie dei bambini. Ecco in che modo
Negli ultimi anni gli esperti hanno lanciato più volte l’allarme sull’uso indiscriminato degli antibiotici. Nel tempo, infatti, ci si è resi conto che in moltissimi casi si usano questi farmaci a sproposito: per esempio, per curare infezioni virali, quando invece essi agiscono solo sui batteri. Con il risultato di rendere l’organismo sempre più resistente alla loro azione. Ma ora sembra arrivare un contrordine: secondo un recente studio condotto in laboratorio, usare queste molecole fin dai primi anni di vita aumenterebbe le difese immunitarie. È davvero così?

Lo studio condotto in laboratorio

La ricerca è stata condotta da un team di ricercatori americani della New University of British Columbia ed è stata pubblicata sul Journal of Allergy and Clinical Immunology. Ha riguardato due gruppi di topolini appena nati. A tutti sono stati somministrati antibiotici per alcune settimane: metà sono stati trattati con la molecola vancomicina e a metà con la streptomicina. Gli autori hanno esaminato le loro condizioni di salute all’inizio dello studio, dopo alcuni giorni e a distanza di diverse settimane. Lo scopo era capire se e come si modificassero nel tempo.

Le conseguenze sulla salute

Dall’analisi dei risultati, è emerso che l’impiego degli antibiotici può avere alcune conseguenze sulle condizioni dell’organismo. Infatti, i topolini trattati con la streptomicina, una volta cresciuti, hanno mostrato una maggiore vulnerabilità alla polmonite da ipersensibilità. Si tratta di una malattia allergica tipica di chi lavora nel settore dell’agricoltura, in particolare nelle aziende di trasformazione della carne e nella pulizia di vasche per idromassaggio. Invece, i topi ai quali era stata somministrata la vancomicina risultavano più protetti e meno deboli.

Rafforzano la flora batterica intestinale

Gli studiosi hanno spiegato che probabilmente l’impiego della vancomicina durante le prime settimane di vita ha rafforzato le difese immunitarie degli animali. In che modo? Ha modificato in positivo la flora batterica intestinale, che svolge un ruolo fondamentale nella protezione dell’organismo.

Non vanno usati a sproposito

Secondo gli esperti, queste scoperte sono molto importanti perché possono contribuire a individuare i batteri specifici che rendono le persone più protette dalle malattie. Tuttavia, non devono indurre a pensare che l’uso indiscriminato degli antibiotici in età pediatrica sia utile. Questi farmaci vanno usati sempre e comunque solo in casi selezionati, individuati dal pediatra.


In breve

SOLO QUANDO SERVONO

Gli antibiotici vanno usati solo in presenza di infezioni batteriche. Per questo non sono indicati contro l’influenza, il raffreddore o il mal di gola, tutte malattie causate da virus. Solo se si queste complicano e subentrano sovrainfezioni batteriche, il pediatra può prescrivere antibiotici.
Rispondi

Torna a “Noi e i nostril figli”