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Utero in affitto: arrivano due ddl per vietare o regolamentare la pratica
In Parlamento arrivano due ddl per vietare o regolamentare la pratica dell'utero in affitto in Italia
Dopo le polemiche relative alle unioni civili, arrivano in Parlamento anche due disegni di legge per vietare o regolamentare la pratica dell’utero in affitto. Il primo ddl è di Alleanza Popolare che vorrebbe rendere questa pratica illegale per gli italiani anche se praticato all’estero. Il secondo ddl è stato presentato dall’associazione Luca Coscioni, che chiede al Governo e la Parlamento di non intraprendere “una nuova insensata crociata internazionale proponendo la messa al bando della maternita’ surrogata e scontrandosi con alcune delle piu’ importanti democrazie liberali al mondo”.
Secondo l’associazione l’unico modo per evitare i rischi di sfruttamento è di permetterla anche in Italia senza fini di lucro. ”Questo testo di legge legalizza anche le gestazioni per altri fatte all’estero – ha spiegato Filomena Gallo, segretaria dell’associazione -, perche’ di fatto riconosce gia’ come figlio della coppia quel bambino al rientro in Italia, non c’e’ bisogno per le coppie dello stesso sesso dell’adozione dell’altro, perche’ sarebbero entrambi genitori”.
In Parlamento arrivano due ddl per vietare o regolamentare la pratica dell'utero in affitto in Italia
Dopo le polemiche relative alle unioni civili, arrivano in Parlamento anche due disegni di legge per vietare o regolamentare la pratica dell’utero in affitto. Il primo ddl è di Alleanza Popolare che vorrebbe rendere questa pratica illegale per gli italiani anche se praticato all’estero. Il secondo ddl è stato presentato dall’associazione Luca Coscioni, che chiede al Governo e la Parlamento di non intraprendere “una nuova insensata crociata internazionale proponendo la messa al bando della maternita’ surrogata e scontrandosi con alcune delle piu’ importanti democrazie liberali al mondo”.
Secondo l’associazione l’unico modo per evitare i rischi di sfruttamento è di permetterla anche in Italia senza fini di lucro. ”Questo testo di legge legalizza anche le gestazioni per altri fatte all’estero – ha spiegato Filomena Gallo, segretaria dell’associazione -, perche’ di fatto riconosce gia’ come figlio della coppia quel bambino al rientro in Italia, non c’e’ bisogno per le coppie dello stesso sesso dell’adozione dell’altro, perche’ sarebbero entrambi genitori”.
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Re: ARTICOLI & NEWS
Maternità surrogata, solo i medici non vengono ascoltati
Sembra che per parlare di utero in affitto, in questo Paese, i più accreditati siano Sergio Lo Giudice , Luxuria, Monica Cirinnà e Giulia Innocenzi. E’ un peccato, visto che nessuno di loro, vuoi per forza maggiore, vuoi per altre cause, ha mai sperimentato una gravidanza.
La voce però che manca è quella dei medici. Scarseggia, e abbiamo capito il perché: molti di loro hanno paura di finire come Barilla, come Dolce & Gabbana, come il presidente dei pediatri italiani: gambizzati mediaticamente. Eppure non sarebbe male sapere cosa dice la scienza al riguardo. Prendo allora tra le mani Godersi la gravidanza, di Carlo Bellieni, neonatologo di fama internazionale, membro della European Society of Pediatric Research, collaboratore delle maggiori riviste di pediatria in Italia e all’estero.
Non è un testo sul gender o sull’utero in affitto. E’ una guida scientifica, ma divulgativa, per le mamme in dolce attesa. Leggendolo risulta chiaro che la gravidanza è una esperienza triplice: la mamma entra in una più profonda relazione con se stessa; tra mamma e figlio, nel grembo, si costruisce progressivamente un legame biunivoco, psichico e fisico, meraviglioso e complesso; infine, la mamma cerca il sostegno di colui che la ha resa gravida.
Partiamo dal “dialogo embrio-materno”, che è anche dialogo della madre con se stessa e con la propria nuova identità. Bellieni, con il conforto della letteratura medica, spiega che si tratta di qualcosa di precocissimo: “Il bambino annidato nell’utero comunica ed interagisce con la madre, ne modifica il ritmo e le abitudini di vita, influenza i gusti… La psiche materna reagisce coscientemente e incoscientemente in funzione di quello che è l’essere umano concepito, in particolare dell’identità che possiede. L’essere umano possiede un’identità “concezionale” che gli è propria. Questa identità suscita un’attività di rappresentazione nella madre (e negli altri) che partecipa alla costruzione dello spazio materno di differenziazione e di identificazione psichica. Questo concorre alla nidificazione del nuovo essere in funzione della natura che gli è propria. Parallelamente il concepimento si accompagna nella donna ad un lavoro psichico complesso di percezione delle modificazioni del corpo, di attribuzione di queste percezioni alla gravidanza e infine di riconoscimento della presenza di un altro in sé. La donna incinta è portata ad effettuare progressivamente un legame tra la sua sessualità, la sua capacità di procreare e l’arrivo del bambino in lei…”.
Non esiste dunque la possibilità di un non coinvolgimento della madre gestazionale con ciò che le accade, cioè con se stessa; neppure esiste la possibilità che il bambino non crei un legame profondo con colei che lo nutre e lo accoglie. Il fatto che l’utero in affitto sia precisamente normato, in paesi come in cui è un business come la California, o rigidamente controllato, in cliniche chiuse simili a prigioni, in cui le donne sono tenute sotto sorveglianza, nei paesi come l’India o l’Ucraina, dimostra ad abundantiam che il timore di chi affitta e di chi pratica la mediazione è ben fondato: le madri gestanti rischiano di avere forti crisi, e quindi, talora, di desiderare il ricorso all’aborto, per un figlio che sentono nel contempo loro e non loro; oppure di voler tenere quel bambino, dopo i nove mesi, avendo imparato a percepirlo come quasi “proprio”; oppure di avere delle pesanti reazioni emotive in seguito alla sottrazione del bimbo partorito.
Bellieni ricorda anche come la scienza colga sempre di più la necessità di intensificare il rapporto mamma-figlio-padre, nei mesi della gestazione, per il benessere del futuro bambino. Questo rapporto, ancora una volta, ha una funzione sia per il bambino, sia per la coppia, a dimostrazione di come la natura non prevede solo che un figlio si generi da un ovulo ed uno spermatozoo, ma anche che sia nutrito, affettivamente, parlando da un uomo e una donna. Molti neonatologi e ginecologi, continua Bellieni, ricordano oggi al padre e alla madre, quanto possa essere utile per il feto una “interazione comunicativa” attraverso carezze, parole, canzoni… Il feto, dotato di una notevole “plasticità prenatale”, ascolta, percepisce gusti, odori, rumori… persino, diciamo così, l’atmosfera umana che lo circonda. Con conseguenze anche per la sua vita futura.
Sembra che per parlare di utero in affitto, in questo Paese, i più accreditati siano Sergio Lo Giudice , Luxuria, Monica Cirinnà e Giulia Innocenzi. E’ un peccato, visto che nessuno di loro, vuoi per forza maggiore, vuoi per altre cause, ha mai sperimentato una gravidanza.
La voce però che manca è quella dei medici. Scarseggia, e abbiamo capito il perché: molti di loro hanno paura di finire come Barilla, come Dolce & Gabbana, come il presidente dei pediatri italiani: gambizzati mediaticamente. Eppure non sarebbe male sapere cosa dice la scienza al riguardo. Prendo allora tra le mani Godersi la gravidanza, di Carlo Bellieni, neonatologo di fama internazionale, membro della European Society of Pediatric Research, collaboratore delle maggiori riviste di pediatria in Italia e all’estero.
Non è un testo sul gender o sull’utero in affitto. E’ una guida scientifica, ma divulgativa, per le mamme in dolce attesa. Leggendolo risulta chiaro che la gravidanza è una esperienza triplice: la mamma entra in una più profonda relazione con se stessa; tra mamma e figlio, nel grembo, si costruisce progressivamente un legame biunivoco, psichico e fisico, meraviglioso e complesso; infine, la mamma cerca il sostegno di colui che la ha resa gravida.
Partiamo dal “dialogo embrio-materno”, che è anche dialogo della madre con se stessa e con la propria nuova identità. Bellieni, con il conforto della letteratura medica, spiega che si tratta di qualcosa di precocissimo: “Il bambino annidato nell’utero comunica ed interagisce con la madre, ne modifica il ritmo e le abitudini di vita, influenza i gusti… La psiche materna reagisce coscientemente e incoscientemente in funzione di quello che è l’essere umano concepito, in particolare dell’identità che possiede. L’essere umano possiede un’identità “concezionale” che gli è propria. Questa identità suscita un’attività di rappresentazione nella madre (e negli altri) che partecipa alla costruzione dello spazio materno di differenziazione e di identificazione psichica. Questo concorre alla nidificazione del nuovo essere in funzione della natura che gli è propria. Parallelamente il concepimento si accompagna nella donna ad un lavoro psichico complesso di percezione delle modificazioni del corpo, di attribuzione di queste percezioni alla gravidanza e infine di riconoscimento della presenza di un altro in sé. La donna incinta è portata ad effettuare progressivamente un legame tra la sua sessualità, la sua capacità di procreare e l’arrivo del bambino in lei…”.
Non esiste dunque la possibilità di un non coinvolgimento della madre gestazionale con ciò che le accade, cioè con se stessa; neppure esiste la possibilità che il bambino non crei un legame profondo con colei che lo nutre e lo accoglie. Il fatto che l’utero in affitto sia precisamente normato, in paesi come in cui è un business come la California, o rigidamente controllato, in cliniche chiuse simili a prigioni, in cui le donne sono tenute sotto sorveglianza, nei paesi come l’India o l’Ucraina, dimostra ad abundantiam che il timore di chi affitta e di chi pratica la mediazione è ben fondato: le madri gestanti rischiano di avere forti crisi, e quindi, talora, di desiderare il ricorso all’aborto, per un figlio che sentono nel contempo loro e non loro; oppure di voler tenere quel bambino, dopo i nove mesi, avendo imparato a percepirlo come quasi “proprio”; oppure di avere delle pesanti reazioni emotive in seguito alla sottrazione del bimbo partorito.
Bellieni ricorda anche come la scienza colga sempre di più la necessità di intensificare il rapporto mamma-figlio-padre, nei mesi della gestazione, per il benessere del futuro bambino. Questo rapporto, ancora una volta, ha una funzione sia per il bambino, sia per la coppia, a dimostrazione di come la natura non prevede solo che un figlio si generi da un ovulo ed uno spermatozoo, ma anche che sia nutrito, affettivamente, parlando da un uomo e una donna. Molti neonatologi e ginecologi, continua Bellieni, ricordano oggi al padre e alla madre, quanto possa essere utile per il feto una “interazione comunicativa” attraverso carezze, parole, canzoni… Il feto, dotato di una notevole “plasticità prenatale”, ascolta, percepisce gusti, odori, rumori… persino, diciamo così, l’atmosfera umana che lo circonda. Con conseguenze anche per la sua vita futura.
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Re: ARTICOLI & NEWS
Gravidanza, si diceva, come esperienza triplice, cioè in cui è in gioco il rapporto della donna con sé stessa, della donna con il figlio, e tra la madre, il figlio e il padre. Vediamo quest’ultimo punto, dopo averlo scomposto, ponendoci cioè questa ultima domanda: ha un ruolo, il marito, accanto alla moglie gravida?
Nella gestante le alterazioni vissute dal suo corpo e dalla sua psiche, generano “un aumento vertiginoso della sua sensibilità affettiva”: “si piange molto di più, ci si arrabbia tremendamente, si è fortemente malinconici… Quello che la natura fa è spostare il baricentro della donna, come avviene fisicamente con la sua pancia, per cui la donna perde la posizione eretta e precipita nell’orbita del bambino, così la donna si avvicina al mondo del bambino, il quale ha una sensibilità estremamente più forte, per quanto protetto dall’alta soglia di stimolo che ci sarà dopo la nascita”.
E’ qui che il maschio può fornire il suo sostegno, esterno, ma non certo inutile: “E allora durante la gravidanza, in questo precipitare della donna verso il mondo del bambino, è fondamentale che ci sia un appoggio e che il maschio, il compagno, sia il custode dell’esperienza perché la donna possa abbandonarsi al contatto col suo bambino”.
Vendola può inventare neologismi, lanciare maledizioni, citare, sbagliando, brani di poesie a sua giustificazione; Renzi può parlare di “amore” e fare il romantico su twitter, quanto vuole, ma la scienza e i fatti parlano chiaro. Se molti oggi non lo capiscono non è tanto perché queste cose non siano, da un punto di vista scientifico, ben conosciute, ma perché è venuta sempre più a mancare la capacità di vivere la nascita di un figlio per ciò che essa è. Un grande miracolo, un trionfo della vera relazionalità uomo-donna-bambino; un compimento della natura affettiva dell’uomo e della donna. Diciamola così: se Vendola non capisce il male che sta facendo al suo povero bambino, è anche perché da troppi anni un figlio è, nella nostra cultura, un peso, un imprevisto, un incidente, un errore… all’interno di una alleanza non compiuta tra l’uomo e la donna.
Nella gestante le alterazioni vissute dal suo corpo e dalla sua psiche, generano “un aumento vertiginoso della sua sensibilità affettiva”: “si piange molto di più, ci si arrabbia tremendamente, si è fortemente malinconici… Quello che la natura fa è spostare il baricentro della donna, come avviene fisicamente con la sua pancia, per cui la donna perde la posizione eretta e precipita nell’orbita del bambino, così la donna si avvicina al mondo del bambino, il quale ha una sensibilità estremamente più forte, per quanto protetto dall’alta soglia di stimolo che ci sarà dopo la nascita”.
E’ qui che il maschio può fornire il suo sostegno, esterno, ma non certo inutile: “E allora durante la gravidanza, in questo precipitare della donna verso il mondo del bambino, è fondamentale che ci sia un appoggio e che il maschio, il compagno, sia il custode dell’esperienza perché la donna possa abbandonarsi al contatto col suo bambino”.
Vendola può inventare neologismi, lanciare maledizioni, citare, sbagliando, brani di poesie a sua giustificazione; Renzi può parlare di “amore” e fare il romantico su twitter, quanto vuole, ma la scienza e i fatti parlano chiaro. Se molti oggi non lo capiscono non è tanto perché queste cose non siano, da un punto di vista scientifico, ben conosciute, ma perché è venuta sempre più a mancare la capacità di vivere la nascita di un figlio per ciò che essa è. Un grande miracolo, un trionfo della vera relazionalità uomo-donna-bambino; un compimento della natura affettiva dell’uomo e della donna. Diciamola così: se Vendola non capisce il male che sta facendo al suo povero bambino, è anche perché da troppi anni un figlio è, nella nostra cultura, un peso, un imprevisto, un incidente, un errore… all’interno di una alleanza non compiuta tra l’uomo e la donna.
Re: ARTICOLI & NEWS
Abbiamo provato ad affittare un utero
Una nostra giornalista si è finta una donna sterile disposta a pagare un’altra donna per diventare madre
«Tu puoi dare tuo ovulo?». Il numero è italiano, la voce un po’ meno. Appartiene a Ludmilla, addetta di Biotexcom, una compagnia ucraina. Ho chiamato fingendo di essere una potenziale cliente interessata alla specialità della casa: la maternità surrogata. L’agenzia deve fare buoni affari qui da noi, se ha aperto un ufficio. La Sart (Società per le tecnologie di riproduzione assistita) dice che, solo tra il 2009 e il 2013, il numero di surrogazioni nel mondo è aumentato del 91%. Si stima in Italia un centinaio di casi all’anno. In Inghilterra, dove la pratica è ammessa ma non a pagamento, secondo uno studio del Journal of Social Welfare & Family Law nel 2011 vi hanno fatto ricorso 29 coppie gay, 3 lesbiche e 149 etero. Significa che, anche se fa più rumore il caso Vendola che quello di Sarah Jessica Parker, nell’80% dei casi sono le coppie eterosessuali a volere la maternità surrogata.
Ludmilla mi ha già chiesto se ho un marito, perché in Ucraina solo le coppie etero e sposate possono ricorrere all’«utero in affitto ». Ora sta cercando di capire chi, tra me e lui, potrà fornire materiale genetico per la fecondazione. «È importante che almeno l’ovulo o il seme siano vostri, ci deve essere un legame biologico fra uno di voi due e il bambino, altrimenti ve lo tolgono ». Le spiego che sono troppo avanti con gli anni. «E tuo marito può dare suo seme?». Sì, rispondo. «Allora possiamo vederci a Milano per primo incontro, ma prima devi far fare a tuo marito test di liquido seminale per sifilide, epatite, Aids, gruppo sanguigno e cariotipo (patrimonio cromosomico, ndr). Serve per vedere se seme buono e lui non ha malattie. Se tutto bene, poi possiamo andare a Kiev per primo incontro in clinica e scelta di donatrici ovuli e utero. Potete scegliere le ragazze che assomigliano di più a te o a tuo marito».
La Biotexcom ha un sito che sa usare il linguaggio del marketing: «Clinica leader nel settore della riproduzione assistita, strumenti di ultima generazione, nessun limite di età, costi concorrenziali. Le nostre donatrici di ovuli sono attraenti, in salute, hanno un’elevata educazione e sono disponibili a donarvi il proprio materiale biologico ». Il tariffario comprende vari pacchetti «Bimbo in braccio»: l’Economy costa «solo» 29.900 euro ma è un po’ a rischio perché prevede un solo tentativo di impianto dell’ovulo fecondato nell’utero della surrogata; poi c’è lo Standard per due tentativi (39.900) e il Successo Assicurato (49.900) per tentativi illimitati. Nel mio caso, avendo bisogno di una donatrice di ovuli, dovrei sborsare altri 4.900 per un solo ovulo (Economico) o 9.900 (Pacchetto Ideale) per tutti gli ovuli che dovessero essere necessari. Il contratto prevede ogni dettaglio, dall’accoglienza agli imprevisti come l’aborto o la rinuncia della surrogata.
Natalia, Olga, Ekaterina, Svetlana, Tatiana, Anna, Irina. La lista delle donatrici di ovuli di Surrogacymed ne mostra 58. Tra i 21 e i 35 anni, per ognuna è indicata l’altezza, il peso, il gruppo sanguigno, il colore degli occhi, dei capelli, la misura del seno e delle scarpe. Ma solo andando a Mosca, in agenzia, potrò vedere foto e scheda informativa: titolo di studio, familiari, eventuali figli.
Anche in Russia, dal 2003, esiste una legge che regola la maternità surrogata. E a differenza di quanto avviene in Ucraina, questa legge ammette le coppie di fatto e le donne single, tagliando fuori le coppie omosessuali e gli uomini single (che potrebbero essere gay). Le «portatrici di utero», scrivono sul sito dell’agenzia, vengono severamente selezionate: il 70 per cento viene scartato nella prima fase, dopo il colloquio con lo psicologo. Le prescelte oscillano tra i 18 e i 35 anni di età, non devono avere abitudini nocive – fumo, alcol, droga – e sono sottoposte a rigorosi controlli medici che verificano l’assenza di malattie infettive o infezioni, le caratteristiche del sangue, lo stato psichiatrico e molto altro. I pacchetti vanno dai 35 ai 64 mila euro.
E se fossi una single che ha bisogno di tutto, seme, ovulo e utero? Nessun problema (se non legale, come vedremo poi): c’è anche un elenco dei donatori di seme che chissà perché, a differenza delle donne, possono venire da altri Paesi. C’è Elvin, studente danese: un metro e 73, occhi blu, biondo, pelle bianca (è indicata anche quella) e, colpo di scena finale, 153 chili. Oppure Jord, danese anche lui, laureando in ingegneria, occhi blu, capelli chiari, un metro e 90 per 85 chili. Occhio, però: un millilitro di sperma donato da uno scandinavo con i colori «giusti» costa 65 mila rubli (quasi mille euro), un millilitro donato da un russo non vale nemmeno un quarto.
Una nostra giornalista si è finta una donna sterile disposta a pagare un’altra donna per diventare madre
«Tu puoi dare tuo ovulo?». Il numero è italiano, la voce un po’ meno. Appartiene a Ludmilla, addetta di Biotexcom, una compagnia ucraina. Ho chiamato fingendo di essere una potenziale cliente interessata alla specialità della casa: la maternità surrogata. L’agenzia deve fare buoni affari qui da noi, se ha aperto un ufficio. La Sart (Società per le tecnologie di riproduzione assistita) dice che, solo tra il 2009 e il 2013, il numero di surrogazioni nel mondo è aumentato del 91%. Si stima in Italia un centinaio di casi all’anno. In Inghilterra, dove la pratica è ammessa ma non a pagamento, secondo uno studio del Journal of Social Welfare & Family Law nel 2011 vi hanno fatto ricorso 29 coppie gay, 3 lesbiche e 149 etero. Significa che, anche se fa più rumore il caso Vendola che quello di Sarah Jessica Parker, nell’80% dei casi sono le coppie eterosessuali a volere la maternità surrogata.
Ludmilla mi ha già chiesto se ho un marito, perché in Ucraina solo le coppie etero e sposate possono ricorrere all’«utero in affitto ». Ora sta cercando di capire chi, tra me e lui, potrà fornire materiale genetico per la fecondazione. «È importante che almeno l’ovulo o il seme siano vostri, ci deve essere un legame biologico fra uno di voi due e il bambino, altrimenti ve lo tolgono ». Le spiego che sono troppo avanti con gli anni. «E tuo marito può dare suo seme?». Sì, rispondo. «Allora possiamo vederci a Milano per primo incontro, ma prima devi far fare a tuo marito test di liquido seminale per sifilide, epatite, Aids, gruppo sanguigno e cariotipo (patrimonio cromosomico, ndr). Serve per vedere se seme buono e lui non ha malattie. Se tutto bene, poi possiamo andare a Kiev per primo incontro in clinica e scelta di donatrici ovuli e utero. Potete scegliere le ragazze che assomigliano di più a te o a tuo marito».
La Biotexcom ha un sito che sa usare il linguaggio del marketing: «Clinica leader nel settore della riproduzione assistita, strumenti di ultima generazione, nessun limite di età, costi concorrenziali. Le nostre donatrici di ovuli sono attraenti, in salute, hanno un’elevata educazione e sono disponibili a donarvi il proprio materiale biologico ». Il tariffario comprende vari pacchetti «Bimbo in braccio»: l’Economy costa «solo» 29.900 euro ma è un po’ a rischio perché prevede un solo tentativo di impianto dell’ovulo fecondato nell’utero della surrogata; poi c’è lo Standard per due tentativi (39.900) e il Successo Assicurato (49.900) per tentativi illimitati. Nel mio caso, avendo bisogno di una donatrice di ovuli, dovrei sborsare altri 4.900 per un solo ovulo (Economico) o 9.900 (Pacchetto Ideale) per tutti gli ovuli che dovessero essere necessari. Il contratto prevede ogni dettaglio, dall’accoglienza agli imprevisti come l’aborto o la rinuncia della surrogata.
Natalia, Olga, Ekaterina, Svetlana, Tatiana, Anna, Irina. La lista delle donatrici di ovuli di Surrogacymed ne mostra 58. Tra i 21 e i 35 anni, per ognuna è indicata l’altezza, il peso, il gruppo sanguigno, il colore degli occhi, dei capelli, la misura del seno e delle scarpe. Ma solo andando a Mosca, in agenzia, potrò vedere foto e scheda informativa: titolo di studio, familiari, eventuali figli.
Anche in Russia, dal 2003, esiste una legge che regola la maternità surrogata. E a differenza di quanto avviene in Ucraina, questa legge ammette le coppie di fatto e le donne single, tagliando fuori le coppie omosessuali e gli uomini single (che potrebbero essere gay). Le «portatrici di utero», scrivono sul sito dell’agenzia, vengono severamente selezionate: il 70 per cento viene scartato nella prima fase, dopo il colloquio con lo psicologo. Le prescelte oscillano tra i 18 e i 35 anni di età, non devono avere abitudini nocive – fumo, alcol, droga – e sono sottoposte a rigorosi controlli medici che verificano l’assenza di malattie infettive o infezioni, le caratteristiche del sangue, lo stato psichiatrico e molto altro. I pacchetti vanno dai 35 ai 64 mila euro.
E se fossi una single che ha bisogno di tutto, seme, ovulo e utero? Nessun problema (se non legale, come vedremo poi): c’è anche un elenco dei donatori di seme che chissà perché, a differenza delle donne, possono venire da altri Paesi. C’è Elvin, studente danese: un metro e 73, occhi blu, biondo, pelle bianca (è indicata anche quella) e, colpo di scena finale, 153 chili. Oppure Jord, danese anche lui, laureando in ingegneria, occhi blu, capelli chiari, un metro e 90 per 85 chili. Occhio, però: un millilitro di sperma donato da uno scandinavo con i colori «giusti» costa 65 mila rubli (quasi mille euro), un millilitro donato da un russo non vale nemmeno un quarto.
Re: ARTICOLI & NEWS
«Per risparmiare, facciamo così. Siccome la maggior parte della gente vuole bambini bianchi, facciamo l’inseminazione negli Stati Uniti, trasportiamo gli embrioni congelati in Israele e poi li portiamo in Nepal, dove abbiamo creato una clinica. Le madri vengono quasi tutte dall’India, dove c’è grande disponibilità. I vantaggi sono i costi bassi e la maggior velocità, perché in Nepal non c’è la burocrazia contrattuale che c’è in America. Gli svantaggi sono il gap culturale e il fatto che non sia possibile mantenere una relazione con la portatrice. Ma sono aspetti più che altro psicologici».
Doron Mamet non lo ha detto a me, ma agli aspiranti genitori gay riuniti a un convegno a New York, due anni fa. È il titolare dell’agenzia israeliana Tammuz, che si vanta di essere l’unica al mondo ad aver introdotto la surrogazione «low cost». Ho scritto e mi hanno risposto in tempi brevissimi. Il loro piano Guarantee, considerato il migliore perché copre tutto, ha un prezzo fisso di 105 mila dollari. Mi consigliano però di consultare un avvocato italiano per capire se poi potrò portarmi il bambino a casa.
«La scelta dei donatori sarà la difficoltà minore. Ho visto coppie che nelle intenzioni volevano donatori alti, belli e intelligenti e poi hanno optato invece per quelli con cui hanno sentito un’affinità istintiva. I suoi problemi sono ben altri e il primo è l’età: ha pensato al futuro? Perché questo bambino avrà genitori vecchi. Sicura di volerlo fare?».
Ho seguito il consiglio di Tammuz e sono qui in Italia, nello studio di un’avvocata che assiste le coppie e i single nel processo della maternità surrogata. Dico che sì, sono sicura di volerlo fare, e le chiedo dove mi conviene farlo. «L’unico posto possibile sono gli Stati Uniti o il Canada, ma il Canada lo escluderei perché lì la maternità surrogata può essere solo volontaria e non è facile trovare una donatrice. Ho una coppia che aspetta da un anno». Ci credo, rispondo, non sarà facile trovare una che lo fa gratis. «In realtà nessuna lo fa gratis, nemmeno in Canada dove le forme di compenso vengono registrate come rimborso spese».
L'articolo integrale sul numero di Vanity Fair in edicola
http://www.vanityfair.it/news/mondo/16/ ... vanityfair
Doron Mamet non lo ha detto a me, ma agli aspiranti genitori gay riuniti a un convegno a New York, due anni fa. È il titolare dell’agenzia israeliana Tammuz, che si vanta di essere l’unica al mondo ad aver introdotto la surrogazione «low cost». Ho scritto e mi hanno risposto in tempi brevissimi. Il loro piano Guarantee, considerato il migliore perché copre tutto, ha un prezzo fisso di 105 mila dollari. Mi consigliano però di consultare un avvocato italiano per capire se poi potrò portarmi il bambino a casa.
«La scelta dei donatori sarà la difficoltà minore. Ho visto coppie che nelle intenzioni volevano donatori alti, belli e intelligenti e poi hanno optato invece per quelli con cui hanno sentito un’affinità istintiva. I suoi problemi sono ben altri e il primo è l’età: ha pensato al futuro? Perché questo bambino avrà genitori vecchi. Sicura di volerlo fare?».
Ho seguito il consiglio di Tammuz e sono qui in Italia, nello studio di un’avvocata che assiste le coppie e i single nel processo della maternità surrogata. Dico che sì, sono sicura di volerlo fare, e le chiedo dove mi conviene farlo. «L’unico posto possibile sono gli Stati Uniti o il Canada, ma il Canada lo escluderei perché lì la maternità surrogata può essere solo volontaria e non è facile trovare una donatrice. Ho una coppia che aspetta da un anno». Ci credo, rispondo, non sarà facile trovare una che lo fa gratis. «In realtà nessuna lo fa gratis, nemmeno in Canada dove le forme di compenso vengono registrate come rimborso spese».
L'articolo integrale sul numero di Vanity Fair in edicola
http://www.vanityfair.it/news/mondo/16/ ... vanityfair
Re: ARTICOLI & NEWS
Unioni civili, "Il prossimo tabù abbattuto? La maternità surrogata"
Unioni civili: un'altra svolta storica dopo il divorzio, l'aborto, la riforma del diritto di famiglia. Il prossimo tabù da abbattere? La maternità surrogata
donna incinta ape (5)
Le unioni civili sono legge: dopo il divorzio, l'aborto, la riforma del diritto di famiglia, un'altra svolta storica nella società italiana. Ma la regolamentazione delle unioni, sia omosessuali che eterosessuali con l'istituto delle convivenze, è un passo avanti o indietro per la società? È il riconoscimento del fatto che l'amore non può essere confinato dai pregiudizi o l'ammissione che la famiglia tradizionale è ormai un modello, se non superato, quantomeno in crisi? E quali altri “tabù” saranno abbattuti per legge nei prossimi anni?
La dottoressa Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, spiega che cosa rappresenta questa legge e che cosa dobbiamo aspettarci per il futuro.
“Il riconoscimento legale delle unioni civili è decisamente un passo avanti. La società italiana si è messa al passo con i cambiamenti antropologici e sociali che non possono essere arrestati. Ci sono realtà sociali che avanzano inesorabilmente: quando esse vengono riconosciute a livello legislativo vuol dire che la società ha dato spazio mentale e morale, nel proprio sistema dei valori, a queste nuove forme di vita sociale” dice la psicoterapeuta.
“L'identità di genere, così come molti altri valori una volta sicuri, non è più scontata: è possibile cambiare sesso, la scelta del partner non è più necessariamente legata ad un genere ma è possibile che in una fase della propria vita questa scelta sia eterosessuale e che in un altro momento diventi omosessuale. La liquidità che caratterizza il nostro vivere sociale riguarda tutti i contesti in cui siamo immersi, dall’intimità al rispetto delle leggi. L'amore ‘naturale’ o ‘contronatura’ è ormai un concetto obsoleto e svuotato di senso. La società è liquida, in continuo cambiamento, è incapace di dare punti fermi. Neanche le famiglie cosiddette ‘naturali’, d’altra parte, generano l’auspicata sicurezza: capita che i conflitti e anche la violenza siano molto frequenti, basati su una mancanza di sensibilità corporea e su una rabbia folle, incapace di vedere l'altro. Davanti a questo cambiamento delle relazioni intime e sociali, tutte le forme di amore e di rispetto per l'altro assumono un valore salvifico: ciò che conta non è amare il sesso ‘giusto’, ma amare l'altro che si riesce ad amare” dice l’esperta.
E sull’evoluzione del concetto di famiglia, spiega: “Per un bambino è importante la serenità dell'ambiente in cui cresce. Se i genitori, a prescindere dal fatto che siano gay o meno, si rispettano, si amano, sono aperti alla vita, e rispettano la diversità del piccolo, lui coglierà questi valori: si sentirà rispettato e sceglierà liberamente la propria identità. Il bambino che, al contrario, pur vivendo in una famiglia naturale viene umiliato e ferito, comunicherà molto probabilmente umiliando e ferendo l'altro, gli sarà difficile comunicare amando e rispettando l'altro” spiega la dottoressa Spagnuolo Lobb.
“Il concetto di normalità è in continua evoluzione e dipende dalla società a cui facciamo riferimento: al tempo dei romani la pedofilia era una pratica comune mentre oggi la classifichiamo giustamente come un’aberrazione; al tempo dei greci l’omosessualità era addirittura sinonimo di virilità, e oggi c’è chi ancora la considera una deviazione” continua l’esperta. “Proprio perché la nostra società è liquida, in continuo cambiamento e senza punti di riferimento certi, non escludo che in futuro in Italia altri tabù possano essere abbattuti per legge: molto probabilmente sarà la maternità surrogata, visto che ormai è possibile diventare genitori anche con questa pratica. Se accadrà, assisteremo al progressivo distacco delle funzioni sociali dalle istituzioni e dai limiti biologici: sarà possibile, cioè, esercitare una funzione sociale, come la maternità, fuori dal ruolo tradizionale. Si potrà essere madre solo per consentire ad una coppia di avere un figlio e si potrà essere genitori nonostante si sia biologicamente impossibilitati ad avere un figlio”.
Dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb. Psicologa psicoterapeuta, Direttore Istituto di Gestalt HCC Italy, Scuola di Specializzazione in Psicoterapia riconosciuta Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nelle sedi di Siracusa, Palermo, Milano. Ha introdotto in Italia le opere e il lavoro clinico dei rappresentanti più significativi della psicoterapia della Gestalt. È didatta internazionale di psicoterapia della Gestalt, invitata presso vari istituti di formazione e università italiani ed esteri.
Istituto di Gestalt HCC. L’Istituto opera dal 1979 nell’ambito della formazione e della ricerca in psicoterapia della Gestalt sia a livello nazionale che internazionale. È stato la prima Scuola di Formazione in Psicoterapia della Gestalt in Italia. È riconosciuto dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica con Decreti Ministeriali del 9 Maggio 1994, 7 Dicembre 2001, 24 Ottobre 2008 e 24 Aprile 2011 presso le sedi di Siracusa, Palermo e Milano.
L’Istituto mantiene scambi didattici e di ricerca con Università e prestigiosi Istituti di Formazione internazionali. Diffonde i risultati di tale ricerca innanzitutto attraverso il modello che caratterizza la propria Scuola di Specializzazione postlaurea in Psicoterapia della Gestalt, e inoltre attraverso programmi di formazione continua e supervisione per psicoterapeuti, master per la gestione dei team di lavoro nelle aziende, master in comunicazione e competenze relazionali. (www.gestalt.it)
Unioni civili: un'altra svolta storica dopo il divorzio, l'aborto, la riforma del diritto di famiglia. Il prossimo tabù da abbattere? La maternità surrogata
donna incinta ape (5)
Le unioni civili sono legge: dopo il divorzio, l'aborto, la riforma del diritto di famiglia, un'altra svolta storica nella società italiana. Ma la regolamentazione delle unioni, sia omosessuali che eterosessuali con l'istituto delle convivenze, è un passo avanti o indietro per la società? È il riconoscimento del fatto che l'amore non può essere confinato dai pregiudizi o l'ammissione che la famiglia tradizionale è ormai un modello, se non superato, quantomeno in crisi? E quali altri “tabù” saranno abbattuti per legge nei prossimi anni?
La dottoressa Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, spiega che cosa rappresenta questa legge e che cosa dobbiamo aspettarci per il futuro.
“Il riconoscimento legale delle unioni civili è decisamente un passo avanti. La società italiana si è messa al passo con i cambiamenti antropologici e sociali che non possono essere arrestati. Ci sono realtà sociali che avanzano inesorabilmente: quando esse vengono riconosciute a livello legislativo vuol dire che la società ha dato spazio mentale e morale, nel proprio sistema dei valori, a queste nuove forme di vita sociale” dice la psicoterapeuta.
“L'identità di genere, così come molti altri valori una volta sicuri, non è più scontata: è possibile cambiare sesso, la scelta del partner non è più necessariamente legata ad un genere ma è possibile che in una fase della propria vita questa scelta sia eterosessuale e che in un altro momento diventi omosessuale. La liquidità che caratterizza il nostro vivere sociale riguarda tutti i contesti in cui siamo immersi, dall’intimità al rispetto delle leggi. L'amore ‘naturale’ o ‘contronatura’ è ormai un concetto obsoleto e svuotato di senso. La società è liquida, in continuo cambiamento, è incapace di dare punti fermi. Neanche le famiglie cosiddette ‘naturali’, d’altra parte, generano l’auspicata sicurezza: capita che i conflitti e anche la violenza siano molto frequenti, basati su una mancanza di sensibilità corporea e su una rabbia folle, incapace di vedere l'altro. Davanti a questo cambiamento delle relazioni intime e sociali, tutte le forme di amore e di rispetto per l'altro assumono un valore salvifico: ciò che conta non è amare il sesso ‘giusto’, ma amare l'altro che si riesce ad amare” dice l’esperta.
E sull’evoluzione del concetto di famiglia, spiega: “Per un bambino è importante la serenità dell'ambiente in cui cresce. Se i genitori, a prescindere dal fatto che siano gay o meno, si rispettano, si amano, sono aperti alla vita, e rispettano la diversità del piccolo, lui coglierà questi valori: si sentirà rispettato e sceglierà liberamente la propria identità. Il bambino che, al contrario, pur vivendo in una famiglia naturale viene umiliato e ferito, comunicherà molto probabilmente umiliando e ferendo l'altro, gli sarà difficile comunicare amando e rispettando l'altro” spiega la dottoressa Spagnuolo Lobb.
“Il concetto di normalità è in continua evoluzione e dipende dalla società a cui facciamo riferimento: al tempo dei romani la pedofilia era una pratica comune mentre oggi la classifichiamo giustamente come un’aberrazione; al tempo dei greci l’omosessualità era addirittura sinonimo di virilità, e oggi c’è chi ancora la considera una deviazione” continua l’esperta. “Proprio perché la nostra società è liquida, in continuo cambiamento e senza punti di riferimento certi, non escludo che in futuro in Italia altri tabù possano essere abbattuti per legge: molto probabilmente sarà la maternità surrogata, visto che ormai è possibile diventare genitori anche con questa pratica. Se accadrà, assisteremo al progressivo distacco delle funzioni sociali dalle istituzioni e dai limiti biologici: sarà possibile, cioè, esercitare una funzione sociale, come la maternità, fuori dal ruolo tradizionale. Si potrà essere madre solo per consentire ad una coppia di avere un figlio e si potrà essere genitori nonostante si sia biologicamente impossibilitati ad avere un figlio”.
Dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb. Psicologa psicoterapeuta, Direttore Istituto di Gestalt HCC Italy, Scuola di Specializzazione in Psicoterapia riconosciuta Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nelle sedi di Siracusa, Palermo, Milano. Ha introdotto in Italia le opere e il lavoro clinico dei rappresentanti più significativi della psicoterapia della Gestalt. È didatta internazionale di psicoterapia della Gestalt, invitata presso vari istituti di formazione e università italiani ed esteri.
Istituto di Gestalt HCC. L’Istituto opera dal 1979 nell’ambito della formazione e della ricerca in psicoterapia della Gestalt sia a livello nazionale che internazionale. È stato la prima Scuola di Formazione in Psicoterapia della Gestalt in Italia. È riconosciuto dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica con Decreti Ministeriali del 9 Maggio 1994, 7 Dicembre 2001, 24 Ottobre 2008 e 24 Aprile 2011 presso le sedi di Siracusa, Palermo e Milano.
L’Istituto mantiene scambi didattici e di ricerca con Università e prestigiosi Istituti di Formazione internazionali. Diffonde i risultati di tale ricerca innanzitutto attraverso il modello che caratterizza la propria Scuola di Specializzazione postlaurea in Psicoterapia della Gestalt, e inoltre attraverso programmi di formazione continua e supervisione per psicoterapeuti, master per la gestione dei team di lavoro nelle aziende, master in comunicazione e competenze relazionali. (www.gestalt.it)
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Re: ARTICOLI & NEWS
Unioni civili, chi spinge e chi ostacola la maternità surrogata
Che cosa chiede la mozione presentata alla Camera dal gruppo di Area Popolare
La stepchild adoption continua a creare tensioni nella maggioranza. Il 9 maggio arriverà in aula alla Camera il disegno di legge sulle unioni civili varato dal Senato a fine febbraio. Un testo già privo dell’istituto che consente l’adozione del figlio del partner, inizialmente previsto dalla relatrice a Palazzo Madama Monica Cirinnà ma poi – dopo le polemiche, il family day e la retromarcia dei Cinquestelle – stralciato dal provvedimento per decisione di Matteo Renzi.
LA STEPCHILD, L’UTERO IN AFFITTO E I GIUDICI
Un risultato rivendicato con forza da Area Popolare che però non si accontenta. Come aveva fatto subito dopo il voto del Senato, il gruppo parlamentare – guidato alla Camera da Maurizio Lupi – chiede che vi sia una presa di posizione ufficiale contro la stepchild adoption, anche per evitare che la sua mancata previsione nella legge venga poi di fatto bypassata dalle sentenze dei giudici. Il timore – confermato da alcuni casi – è che l’istituto, dopo essere uscito dalla porta, possa infine rientrare dalla finestra della giurisprudenza. In questo senso Area Popolare mira soprattutto ad evitare che vi possa essere qualsiasi di tipo di riconoscimento per il cosiddetto utero in affitto.
LA MOZIONE DI AREA POPOLARE
La richiesta di Area Popolare al governo e a Renzi è di approvare alla Camera una mozione contro l’utero in affitto, prima di procedere al voto sul disegno di legge in materia di unioni civili. Il documento firmato da Lupi – e dai deputati Rocco Buttiglione, Paola Binetti, Raffaele Calabrò, Nino Bosco, Alessandro Pagano e Rosanna Scopelliti – definisce l’utero in affitto “surrogazione di maternità“. L’obiettivo finale – si legge testualmente nella mozione – è impegnare il governo “ad assumere iniziative, a livello nazionale e soprattutto internazionale, in tutte le sedi istituzionali sovranazionali, affinché la surrogazione di maternità, in ogni sua modalità e variante contrattuale, sia riconosciuta come nuova forma di schiavitù e di tratta di esseri umani, e sia quindi reato universalmente perseguibile“.
IL PERCHE’ DELLA MOZIONE
Nel testo della mozione sono spiegati nel dettaglio i motivi che hanno spinto Area Popolare a condurre questa battaglia. “Il legittimo desiderio di avere bambini non è un diritto esigibile“, recita la mozione, nella quale poi si aggiunge che “sottrarre un neonato alla donna che lo ha tenuto in gestazione e partorito integra, oltre che un crimine, una condotta di estrema crudeltà, una sorte generalmente destinata alle schiave nelle civiltà arcaiche“. Ciò a prescindere dal fatto che tra le parti sia intercorso un apposito accordo. Secondo Area Popolare, il contratto di surrogazione di maternità va considerato come “una nuova forma di mercato di esseri umani“.
RENZI E IL PARTITO DEMOCRATICO
La posizione di Area Popolare rischia però di scontrarsi contro il partito del premier. Un bel pezzo del Pd ha già accettato con ritrosia lo stralcio della stepchild dal testo approvato a Palazzo Madama. La deputata e filosofa Michela Marzano, ad esempio, oggi dalle colonne di Repubblica ha annunciato che dopo il voto di Montecitorio sulle unioni civili uscirà dal partito a causa del passo indietro sulla stepchild. Difficile, dunque, in un contesto del genere che Renzi forzi la mano su una mozione da contenuti così netti come quella di Area Popolare. Più facile, eventualmente, che si possa votare un provvedimento dai toni meno duri.
LA FIDUCIA SULLE UNIONI CIVILI
Che il presidente del Consiglio intenda superare questo passaggio nel modo più rapido e indolore possibile, è emerso comunque ieri a Firenze con chiarezza. “Tra il 10 e il 12 maggio votiamo le unioni civili, probabilmente con la fiducia“, ha affermato Renzi. Il premier e lo stato maggiore del Pd mirano, infatti, a confermare in toto il provvedimento approvato dal Senato, in modo da scongiurare un altro voto da parte di Palazzo Madama. Circostanza che sarebbe ovviamente inevitabile se la Camera dovesse apportare delle modifiche al testo.
Che cosa chiede la mozione presentata alla Camera dal gruppo di Area Popolare
La stepchild adoption continua a creare tensioni nella maggioranza. Il 9 maggio arriverà in aula alla Camera il disegno di legge sulle unioni civili varato dal Senato a fine febbraio. Un testo già privo dell’istituto che consente l’adozione del figlio del partner, inizialmente previsto dalla relatrice a Palazzo Madama Monica Cirinnà ma poi – dopo le polemiche, il family day e la retromarcia dei Cinquestelle – stralciato dal provvedimento per decisione di Matteo Renzi.
LA STEPCHILD, L’UTERO IN AFFITTO E I GIUDICI
Un risultato rivendicato con forza da Area Popolare che però non si accontenta. Come aveva fatto subito dopo il voto del Senato, il gruppo parlamentare – guidato alla Camera da Maurizio Lupi – chiede che vi sia una presa di posizione ufficiale contro la stepchild adoption, anche per evitare che la sua mancata previsione nella legge venga poi di fatto bypassata dalle sentenze dei giudici. Il timore – confermato da alcuni casi – è che l’istituto, dopo essere uscito dalla porta, possa infine rientrare dalla finestra della giurisprudenza. In questo senso Area Popolare mira soprattutto ad evitare che vi possa essere qualsiasi di tipo di riconoscimento per il cosiddetto utero in affitto.
LA MOZIONE DI AREA POPOLARE
La richiesta di Area Popolare al governo e a Renzi è di approvare alla Camera una mozione contro l’utero in affitto, prima di procedere al voto sul disegno di legge in materia di unioni civili. Il documento firmato da Lupi – e dai deputati Rocco Buttiglione, Paola Binetti, Raffaele Calabrò, Nino Bosco, Alessandro Pagano e Rosanna Scopelliti – definisce l’utero in affitto “surrogazione di maternità“. L’obiettivo finale – si legge testualmente nella mozione – è impegnare il governo “ad assumere iniziative, a livello nazionale e soprattutto internazionale, in tutte le sedi istituzionali sovranazionali, affinché la surrogazione di maternità, in ogni sua modalità e variante contrattuale, sia riconosciuta come nuova forma di schiavitù e di tratta di esseri umani, e sia quindi reato universalmente perseguibile“.
IL PERCHE’ DELLA MOZIONE
Nel testo della mozione sono spiegati nel dettaglio i motivi che hanno spinto Area Popolare a condurre questa battaglia. “Il legittimo desiderio di avere bambini non è un diritto esigibile“, recita la mozione, nella quale poi si aggiunge che “sottrarre un neonato alla donna che lo ha tenuto in gestazione e partorito integra, oltre che un crimine, una condotta di estrema crudeltà, una sorte generalmente destinata alle schiave nelle civiltà arcaiche“. Ciò a prescindere dal fatto che tra le parti sia intercorso un apposito accordo. Secondo Area Popolare, il contratto di surrogazione di maternità va considerato come “una nuova forma di mercato di esseri umani“.
RENZI E IL PARTITO DEMOCRATICO
La posizione di Area Popolare rischia però di scontrarsi contro il partito del premier. Un bel pezzo del Pd ha già accettato con ritrosia lo stralcio della stepchild dal testo approvato a Palazzo Madama. La deputata e filosofa Michela Marzano, ad esempio, oggi dalle colonne di Repubblica ha annunciato che dopo il voto di Montecitorio sulle unioni civili uscirà dal partito a causa del passo indietro sulla stepchild. Difficile, dunque, in un contesto del genere che Renzi forzi la mano su una mozione da contenuti così netti come quella di Area Popolare. Più facile, eventualmente, che si possa votare un provvedimento dai toni meno duri.
LA FIDUCIA SULLE UNIONI CIVILI
Che il presidente del Consiglio intenda superare questo passaggio nel modo più rapido e indolore possibile, è emerso comunque ieri a Firenze con chiarezza. “Tra il 10 e il 12 maggio votiamo le unioni civili, probabilmente con la fiducia“, ha affermato Renzi. Il premier e lo stato maggiore del Pd mirano, infatti, a confermare in toto il provvedimento approvato dal Senato, in modo da scongiurare un altro voto da parte di Palazzo Madama. Circostanza che sarebbe ovviamente inevitabile se la Camera dovesse apportare delle modifiche al testo.
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Re: ARTICOLI & NEWS
Il ddl Ap (a firma D'Ascola) sulla maternità surrogata
OMA (Public Policy) - Norme su tracciabilità a scopi medici per i nati da maternità surrogata e responsabilità amministrativa degli enti. Oltre a una riscrittura dell'attuale divieto di utilizzo della pratica.
Non contiene solo, dunque, una modifica dall'articolo 12 della legge 40 del 2004, quella sulla procreazione medicalmente assistita, il disegno di legge presentato al Senato da Ap (a prima firma del presidente della commissione Giustizia, Nico D'Ascola).
Previste anche: disposizioni ad hoc in materia di illecito amministrativo dipendente dal ricorso alla maternità surrogata e introduzione nell'ordinamento del "diritto di ogni uomo alla conoscenza delle proprie origini genetiche".
IL CONTENUTO DEL PROGETTO DI LEGGE
Similmente alla proposta presentata da Paola Binetti (Ap) a Montecitorio, nel ddl D'Ascola sono previsti: reclusione da 1 a 3 anni e multa da 600mila a 1 milione di euro "per chi organizza o publicizza la commercializzazione di gameti"; da 2 a 5 anni di reclusione e multa da che va da 1 milione e 200mila a 2 milioni per chi "in qualsiasi modo, organizza, pubblicizza, utilizza o ricorre alla surrogazione di maternità".
OMA (Public Policy) - Norme su tracciabilità a scopi medici per i nati da maternità surrogata e responsabilità amministrativa degli enti. Oltre a una riscrittura dell'attuale divieto di utilizzo della pratica.
Non contiene solo, dunque, una modifica dall'articolo 12 della legge 40 del 2004, quella sulla procreazione medicalmente assistita, il disegno di legge presentato al Senato da Ap (a prima firma del presidente della commissione Giustizia, Nico D'Ascola).
Previste anche: disposizioni ad hoc in materia di illecito amministrativo dipendente dal ricorso alla maternità surrogata e introduzione nell'ordinamento del "diritto di ogni uomo alla conoscenza delle proprie origini genetiche".
IL CONTENUTO DEL PROGETTO DI LEGGE
Similmente alla proposta presentata da Paola Binetti (Ap) a Montecitorio, nel ddl D'Ascola sono previsti: reclusione da 1 a 3 anni e multa da 600mila a 1 milione di euro "per chi organizza o publicizza la commercializzazione di gameti"; da 2 a 5 anni di reclusione e multa da che va da 1 milione e 200mila a 2 milioni per chi "in qualsiasi modo, organizza, pubblicizza, utilizza o ricorre alla surrogazione di maternità".
Re: ARTICOLI & NEWS
Maternità surrogata a Kiev
Assolta coppia della Val Seriana
Il bimbo adesso ha tre anni e cresce sereno, ma attorno a lui e alla sua nascita si è sviluppata un’intricata vicenda giudiziaria.
Protagonista una coppia residente in un Comune della Val Seriana (che omettiamo a tutela del minore), lui operaio di 56 anni, lei casalinga di 49, con problemi di infertilità. Decidono di affidarsi a una clinica nei pressi di Kiev, in Ucraina, per ricorrere alla procreazione medicalmente assistita, in particolare alla maternità surrogata, in Italia vietata dalla legge. Pagano e stipulano un contratto che prevede la gestazione dell’embrione da parte di un’altra donna. In procinto del lieto evento la coppia bergamasca si reca in Ucraina. Il bimbo nasce e i genitori bergamaschi lo prendono in consegna. Ma sorgono i problemi.
La coppia di reca all’ambasciata italiana a Kiev per ottenere un documento provvisorio che consenta il viaggio di rientro con il piccolo verso la Penisola. L’ambasciata però si accorge che qualcosa non torna: è vero che papà e mamma bergamaschi figurano come genitori del bambino, nell’atto di nascita ucraino autentico redatto subito dopo il parto, ma com’è possibile – si chiedono i funzionari – che la donna abbia potuto viaggiare in aereo, pochi giorni prima, quando in teoria sarebbe dovuta essere al nono mese di gravidanza? Dall’ambasciata parte una segnalazione alla Procura di Bergamo e al Comune di residenza e per i due bergamaschi cominciano i guai.
Sul fronte penale, il pm Letizia Ruggeri ha aperto un fascicolo a carico della coppia con l’ipotesi di reato di alterazione di stato. Giovedì 30 giugno c’è stata però l’assoluzione in abbreviato dal gup Battista Palestra. A pesare è stato il fatto che il certificato di nascita prodotto in Ucraina non è un falso, secondo la legge di quel Paese. Quindi non c’è il reato di alterazione di stato.
Assolta coppia della Val Seriana
Il bimbo adesso ha tre anni e cresce sereno, ma attorno a lui e alla sua nascita si è sviluppata un’intricata vicenda giudiziaria.
Protagonista una coppia residente in un Comune della Val Seriana (che omettiamo a tutela del minore), lui operaio di 56 anni, lei casalinga di 49, con problemi di infertilità. Decidono di affidarsi a una clinica nei pressi di Kiev, in Ucraina, per ricorrere alla procreazione medicalmente assistita, in particolare alla maternità surrogata, in Italia vietata dalla legge. Pagano e stipulano un contratto che prevede la gestazione dell’embrione da parte di un’altra donna. In procinto del lieto evento la coppia bergamasca si reca in Ucraina. Il bimbo nasce e i genitori bergamaschi lo prendono in consegna. Ma sorgono i problemi.
La coppia di reca all’ambasciata italiana a Kiev per ottenere un documento provvisorio che consenta il viaggio di rientro con il piccolo verso la Penisola. L’ambasciata però si accorge che qualcosa non torna: è vero che papà e mamma bergamaschi figurano come genitori del bambino, nell’atto di nascita ucraino autentico redatto subito dopo il parto, ma com’è possibile – si chiedono i funzionari – che la donna abbia potuto viaggiare in aereo, pochi giorni prima, quando in teoria sarebbe dovuta essere al nono mese di gravidanza? Dall’ambasciata parte una segnalazione alla Procura di Bergamo e al Comune di residenza e per i due bergamaschi cominciano i guai.
Sul fronte penale, il pm Letizia Ruggeri ha aperto un fascicolo a carico della coppia con l’ipotesi di reato di alterazione di stato. Giovedì 30 giugno c’è stata però l’assoluzione in abbreviato dal gup Battista Palestra. A pesare è stato il fatto che il certificato di nascita prodotto in Ucraina non è un falso, secondo la legge di quel Paese. Quindi non c’è il reato di alterazione di stato.
Re: ARTICOLI & NEWS
Affittano un utero per poter avere "il loro bambino" Assolti dal giudice
Figlio nato grazie all'utero in affitto, giudice assolve coppia bergamasca. Per la maternità surrogata marito e moglie erano andati in Ucraina
Bergamo. Si è chiusa con un'assoluzione la vicenda di una coppia di genitori di Albino, in Valle Seriana, che per avere un figlio avevano seguito a Kiev, in Ucraina, dove la partica è assolutamente lecita, il percorso per la maternità surrogata (il cosiddetto "utero in affitto"). La coppia bergamasca era accusata di alterazione di stato, ma il gup l'ha assolta «perchè il fatto non sussiste». Il percorso intrapreso nel 2012 dai due coniugi in Ucrania era stato coronato da successo: nel 2013, infatti, era nato un figlio, il cui dna era compatibile solamente con quello del padre. Al ritorno in italia la coppia era stata però denunciata e iscritta nel registro degli indagati dal sostituto procuratore di Bergamo, il pubblico ministero Letizia Ruggeri. E una prima conseguenza dell'apertura dell'inchiesta giudiziaria era stata che il Comune di Albino, dove i due coniugi abitano, si era rifiutato di trascrivere la nascita del bambino all'anagrafe comunale.
L'atto è stato però impugnato dalla coppia, che nella vicenda legale è assistita dagli avvocati Rachele Lodetti e Carolina Margani (un legale che già in passato ha assistito con successo altre coppie che per poter avere un figlio si erano recati in Ucraina per ricorrere alle tecniche di procreazione assistita ed erano state per questo indagate). All'esito della discussione del rito abbreviato il pubblico ministero aveva chiesto la trasmissione degli atti del procedimento in Procura, chiedendo la modifica del capo di imputazione da alterazione di stato a divieto di maternità surrogata, con la volontà di chiedere l'autorizzazione a procedere al Ministero per il reato commesso da soggetti italiani all'estero. Per i due genitori però è arrivata l'assoluzione «perché il fatto non sussiste», disposta dal gup di Bergamo Battista Palestra.
Resta da segnalare che il bambino è stato iscritto all'anagrafe comunale solo come figlio del padre e non della madre. La sentenza del gup ha già provocato le prime reazioni. «La legge italiana vieta la maternità surrogata ed è inaccettabile che siano i giudici a legittimare di fatto questa pratica - ha dichiarato ieri la deputata di Forza Italia, Elena Centemero, presidente della Commissione Equality and Non Discrimination del Consiglio d`Europa - facendo passare il messaggio che si possa andare all'estero bypassando le norme del nostro Paese»
Figlio nato grazie all'utero in affitto, giudice assolve coppia bergamasca. Per la maternità surrogata marito e moglie erano andati in Ucraina
Bergamo. Si è chiusa con un'assoluzione la vicenda di una coppia di genitori di Albino, in Valle Seriana, che per avere un figlio avevano seguito a Kiev, in Ucraina, dove la partica è assolutamente lecita, il percorso per la maternità surrogata (il cosiddetto "utero in affitto"). La coppia bergamasca era accusata di alterazione di stato, ma il gup l'ha assolta «perchè il fatto non sussiste». Il percorso intrapreso nel 2012 dai due coniugi in Ucrania era stato coronato da successo: nel 2013, infatti, era nato un figlio, il cui dna era compatibile solamente con quello del padre. Al ritorno in italia la coppia era stata però denunciata e iscritta nel registro degli indagati dal sostituto procuratore di Bergamo, il pubblico ministero Letizia Ruggeri. E una prima conseguenza dell'apertura dell'inchiesta giudiziaria era stata che il Comune di Albino, dove i due coniugi abitano, si era rifiutato di trascrivere la nascita del bambino all'anagrafe comunale.
L'atto è stato però impugnato dalla coppia, che nella vicenda legale è assistita dagli avvocati Rachele Lodetti e Carolina Margani (un legale che già in passato ha assistito con successo altre coppie che per poter avere un figlio si erano recati in Ucraina per ricorrere alle tecniche di procreazione assistita ed erano state per questo indagate). All'esito della discussione del rito abbreviato il pubblico ministero aveva chiesto la trasmissione degli atti del procedimento in Procura, chiedendo la modifica del capo di imputazione da alterazione di stato a divieto di maternità surrogata, con la volontà di chiedere l'autorizzazione a procedere al Ministero per il reato commesso da soggetti italiani all'estero. Per i due genitori però è arrivata l'assoluzione «perché il fatto non sussiste», disposta dal gup di Bergamo Battista Palestra.
Resta da segnalare che il bambino è stato iscritto all'anagrafe comunale solo come figlio del padre e non della madre. La sentenza del gup ha già provocato le prime reazioni. «La legge italiana vieta la maternità surrogata ed è inaccettabile che siano i giudici a legittimare di fatto questa pratica - ha dichiarato ieri la deputata di Forza Italia, Elena Centemero, presidente della Commissione Equality and Non Discrimination del Consiglio d`Europa - facendo passare il messaggio che si possa andare all'estero bypassando le norme del nostro Paese»