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Controlli

guerriera
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Re: Controlli

Messaggio da guerriera »

Come riconoscere e curare l’anemia nel neonato
L’anemia è un disturbo abbastanza frequente nei neonati. Si scopre con semplici analisi del sangue e si cura con piccoli accorgimenti
Non è un problema solo dei grandi. L’anemia può colpire anche i bambini, fin dai primissimi mesi di vita. Le mamme non devono temere: non si tratta di un disturbo serio. Con pochi e semplici accorgimenti può essere risolto senza conseguenze.

È la carenza di globuli rossi

Per anemia si intende la carenza, nel sangue, dei globuli rossi e quindi dell’emoglobina (Hb), la molecola in essi contenuta che trasporta l’ossigeno agli organi. La forma più comune di anemia è quella da carenza di ferro. Dalla nascita fino al termine del primo anno, il volume del sangue raddoppia. È normale, quindi, che il livello di ferro in un bimbo di pochi mesi non sia particolarmente elevato. In alcuni casi, però, scende troppo. Può succedere nei bambini allattati esclusivamente al seno fino ai sette-otto mesi: il latte della mamma, infatti, potrebbe non riuscire più a soddisfare il fabbisogno di questo minerale. Anche l’uso del latte vaccino prima dei dodici mesi può causare anemia perché è povero di questo minerale e anche perché impedisce l’assorbimento del ferro apportato da altri alimenti. Nei bambini più grandicelli, l’anemia potrebbe dipendere da un’alimentazione poco bilanciata oppure a base di molto latte.

I campanelli di allarme

I campanelli di allarme di questa condizione sono diversi. Il piccolo può apparire poco vivace, avere scarso appetito, se più grandicello lamentare mal di testa e sentirsi sempre stanco. Inoltre, le unghie e i capelli possono essere più fragili e la mucosa della bocca o gli angoli delle labbra possono irritarsi.

Che cosa fa il pediatra

In presenza di questi segnali è bene che la mamma si rivolga al pediatra. In genere, lo specialista valuta i sintomi presenti, la storia clinica del piccolo e la sua alimentazione. Può quindi prescrivere delle semplici analisi del sangue, come emocromo, sideremia e ferritinemia, che aiutano a stabilire i livelli di ferro e di globuli rossi. Se dagli esami risulta che il piccolo è effettivamente affetto da anemia, il pediatra può suggerire alcuni accorgimenti alimentari. Per esempio, può consigliare di iniziare lo svezzamento se il neonato è ancora allattato al seno oppure di passare al latte di crescita se la mamma usa il latte vaccino. Se ciò non fosse sufficiente, lo specialista può prescrivere integratori di ferro, sotto forma di fiale o di gocce. In genere, tempo qualche mese e l’anemia scompare.

Nei bimbi più grandi

Se il bambino è più grandicello, il medico può indicare quali sono gli alimenti migliori per contrastare l’anemia (la frutta, i legumi, la carne, il pesce, il tuorlo dell’uovo).




In breve

QUANDO BISOGNA APPROFONDIRE

Se nonostante le cure consigliate dal pediatra, l’anemia non si risolve, è meglio approfondire la situazione. Infatti, il piccolo potrebbe avere problemi di malassorbimento intestinale.
guerriera
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Re: Controlli

Messaggio da guerriera »

Il peso del neonato va controllato con la bilancia ogni settimana
Per sapere se cresce bene, basta usare la bilancia una volta alla settimana. In questo modo, si tiene sotto controllo il peso del neonato senza inutili ansie
Starà crescendo bene? Nelle prime settimane, è una delle domande che mamma e papà si pongono con maggiore frequenza. Per sapere se il peso del neonato sta aumentando in modo sufficiente basta controllarlo una volta alla settimana.

È un parametro molto importante

Il peso rappresenta sicuramente uno dei parametri più indicativi per valutare il benessere generale del neonato. Ecco perché, durante il primo anno di vita, il pediatra verifica a intervalli regolari che la sua crescita sia costante e regolare nel tempo.


La pesa va effettuata sempre nelle stesse condizioni

Nei primi mesi di vita, quando l’accrescimento del piccolo è più rapido, il peso del neonato andrebbe controllato anche a casa, una volta alla settimana. È importante utilizzare sempre la stessa bilancia ed effettuare la pesa sempre nelle stesse condizioni. Per esempio, sempre prima o dopo la poppata, oppure con il solo body e pannolino oppure vestito, eccetera.

Non tutti i giorni

Il peso del neonato non va controllato, come spesso si crede, ogni giorno o addirittura a ogni poppata. Infatti, il piccolo non sempre mangia lo stesso quantitativo di latte e non evacua sempre con la stessa frequenza. Inoltre, pesarlo troppo spesso può causare stress inutile alla mamma.

Ogni bambino è un caso a sé

In genere, un bebè dovrebbe aumentare di circa 150-200 grammi a settimana fino al 4° mese. Dopo, l’incremento diminuisce gradualmente. Tuttavia, non bisogna essere troppo rigidi: ogni bambino è un caso a sé e cresce in modo diverso dagli altri, dunque, non bisogna preoccuparsi se pesa di meno rispetto ai coetanei. Solo il pediatra, che segue il bambino da quando è nato, è in grado di valutare se l’accrescimento è adeguato o meno.

Le tabelle dei percentili

Per valutare la crescita del bebè, il pediatra fa riferimento alle curve di crescita e alle tabelle dei percentili, che consentono di conoscere, a seconda del sesso e dell’età, qual è il valore medio di peso, lunghezza e circonferenza cranica. Il numero percentile rappresenta il posto che il bambino occupa rispetto ad altri cento bambini della stessa età e dello stesso sesso.
In breve

NON SPAVENTARSI PER IL CALO DEI PRIMI GIORNI

Nei giorni successivi alla nascita, si verifica un calo del peso del neonato, chiamato calo fisiologico: si tratta di una riduzione assolutamente naturale, in genere di circa il 10% del peso registrato alla nascita, che si recupera in breve tempo.
kleo
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Re: Controlli

Messaggio da kleo »

Dopo il parto sotto controllo per due ore
Nelle due ore in cui la donna viene tenuta sotto controllo dopo il parto si verifica che stia bene e che tutto stia procedendo al meglio
La neomamma viene tenuta sotto controllo per due ore subito dopo il parto. Appena nato il piccolo, una volta completata la procedura di secondamento e applicati gli eventuali punti di sutura per l’episiotomia, viene spostata in una sala adiacente alla sala in cui è avvenuta la nascita, dove, per legge, deve restare sotto controllo per due ore dopo il parto.
In questo arco di tempo, si controlla che:
– l’utero si contragga adeguatamente;
– non vi siano eccessive perdite di sangue;
– gli eventuali punti di sutura non diano problemi;
– la mamma stia bene, attraverso un controllo della pressione, della frequenza cardiaca e della temperatura del corpo. Se tutto procede bene, la donna lascia l’area dove è stata tenuta sotto controllo dopo il parto, e viene riaccompagnata nel reparto maternità.
In breve

UN'AREA POST-PARTO

Se dopo due ore di controllo in un’area post-parto, i medici reputano che la neomamma è in buone condizioni di salute e tutto sta procedendo bene, viene accompagnata nel reparto maternità dove può stare con il bebè.
kleo
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Re: Controlli

Messaggio da kleo »

La visita dal pediatra: ecco quali controlli fare nei primi sei mesi di vita del bebè
La visita dal pediatra nei primi sei mesi di vita del bambino è fondamentale per assicurarsi che il piccolo stia crescendo bene sia da un punto di vista fisico sia psichico
La visita dal pediatra nel primo mese di vita del bebè è molto importante perché serve allo specialista per “conoscere” il suo nuovo piccolo paziente. Va detto subito, infatti, che dalla nascita fino ai 12-13 anni il bambino dovrà fare una serie di controlli periodici.
Il primo controllo valuta come procede il percorso di crescita del bebè

Durante la prima visita dal pediatra viene valutata la crescita del bebè e la mamma riceve preziosi consigli per un corretto allattamento. Il piccolo viene pesato e gli vengono misurate la lunghezza e la circonferenza cranica. Inoltre, il pediatra verifica l’andamento della saldatura delle fontanelle sul cranio, il tono muscolare e il comportamento del piccolo in termini di vivacità, riflessi e reattività agli stimoli. La visita dal pediatra si conclude con l’auscultazione del torace e la palpazione dell’addome.
La valutazione successiva serve a verificare la risposta agli stimoli

Nei mesi seguenti, durante i controlli di routine il pediatra verifica se l’allattamento al seno è ben avviato e se non sono, nel frattempo, comparsi disturbi particolari nel bambino. In più, analizza la risposta del piccolo a stimoli quali la luce, i suoni e il contatto fisico.
In seguito visite sempre più approfondite

Con il passare delle settimane e dei mesi, le visite di controllo diventano più approfondite e articolate: il pediatra, infatti, si soffermerà, oltre che sulla crescita e lo sviluppo psico-fisico generale del bambino (se ha un buon controllo del capo, se sa stare seduto, se sa localizzare con precisione un suono nello spazio, se gioca con i suoi piedini, se vede bene, se ha perfezionato il meccanismo della deglutizione…), sull’ecografia delle anche e sullo svolgimento corretto delle vaccinazioni.

ELENCO CONTROLLI DA FARE AL NEONATO

CURVE DI CRESCITA E PERCENTILI: TABELLA E GRAFICI



In breve

Perché il bebè va periodicamente visitato

I neonati vanno sottoposti a una serie di controlli periodici dal pediatra. Le prime visite sono fondamentali per verificare il percorso di crescita del bebè sia da un punto di vista fisico sia mentale.
palmina
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Re: Controlli

Messaggio da palmina »

Visita dal pediatra: i controlli da fare
La visita dal pediatra è particolarmente importante nei primi mesi di vita per valutare se il piccolo cresce bene
La visita dal pediatra è un appuntamento fondamentale per valutare la corretta crescita del bambino nel tempo. Sono, infatti, previsti alcuni controlli periodici, addirittura fino ai 13 anni del bambino.

Anche se non ha problemi

Anche se il bambino non ha problemi di salute particolari, tra i 6 e i 12 mesi è importante sottoporlo periodicamente alla visita dal pediatra al fine di controllarne la crescita in altezza e peso e sottoporlo a un check-up completo.

Il controllo di vista e udito

In questa fase della crescita, in particolare, è in calendario la prima visita di controllo della vista. Allo stesso modo, verso il settimo-ottavo mese di vita del bebè, è bene controllare anche l’udito, in quanto una percezione alterata dei suoni, e in particolare della voce, può comportare nel lungo termine seri problemi allo sviluppo del linguaggio. A tal proposito, un semplice test che qualsiasi genitore può fare consiste nel verificare il riconoscimento della propria voce e dei rumori da parte del bimbo: nel primo caso il movimento del capo verso la sorgente sonora fornisce una conferma importante; nel secondo, risposte improvvise come un sobbalzo, la contrazione degli arti o il pianto denotano una reazione di spavento legata alla percezione di un rumore insolito.

Gli altri controlli

La visita dal pediatra si ripete anche verso il decimo-undicesimo mese. In questa circostanza, di norma, si provvede anche alla somministrazione della terza dose delle vaccinazioni che si esegue appunto intorno al’undicesimo mese: antipoliomielite Salk, antitetanica, antidifterica, antiepatite B e la terza dose di antipertosse e antihaemophilus influentiae di tipo B.
Lo specialista si sofferma poi sul tono muscolare, sul coordinamento degli occhi (la persistenza di un eventuale strabismo, anche se il più delle volte non si associa ad anomalie, dovrebbe essere opportunamente valutata da un oculista) e dei movimenti (per esempio, se sa afferrare un oggetto che gli interessa) nonché sullo sviluppo del cranio e della cavità orale, valutando per esempio l’eruzione dei dentini.
All’undicesimo mese lo specialista controlla la crescita e rileva i progressi motori del bimbo, in particolare per quanto riguarda la capacità di rimanere in piedi senza appoggio e di muovere i primi passi.
Al dodicesimo mese il bambino dovrebbe sorreggersi in modo autonomo anche se non è ancora in grado di camminare in modo spedito perché comincia a muovere i primi passi. In occasione della visita del dodicesimo mese il pediatra dedica particolare attenzione all’appoggio del piede che in alcuni bambini potrebbe essere alterato da un eccesso di peso.
In breve

Tra i 6 e i 12 mesi le visite pediatriche sono molto importanti

In questa fascia di età i controlli periodici sono molto importanti, sia per quanto riguarda le normali misurazioni di peso e altezza sia per la misurazione dell’udito, lo sviluppo del cranio e della cavità orale, compresa l’eruzione dei dentini.
palmina
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Re: Controlli

Messaggio da palmina »

L’indice di Apgar: che cos’è e come si valuta
L'indice di Apgar rientra tra i controlli effettuati al bebè subito dopo la nascita. Servono al neonatologo a capire come il piccolo vive i primi minuti di vita extrauterina e, in caso di necessità, a intervenire prontamente
L’indice di Apgar (dal nome dell’anestesista statunitense che lo introdusse negli anni ‘50, Virginie Apgar) consiste nel risultato di una serie di test effettuati di routine al bambino appena nato per valutare la vitalità e l’efficienza delle funzioni primarie dell’organismo.
5 valori di riferimento

I parametri di riferimento considerati dall’indice di Apgar sono 5: battito cardiaco, capacità respiratoria, tono muscolare, riflessi neurologici, colorito di pelle e mucose (ovvero il rivestimento interno) di bocca e unghie. In pratica, si tratta di una sorta di “pagella” indicativa delle condizioni di salute e della capacità di adattamento all’ambiente esterno del neonato.
Come si calcola

Sommando i punteggi relativi ai 5 esami eseguiti (per ognuno viene assegnato un voto compreso tra 0 e 2) si ottiene l’indice di Apgar che va da un minimo di 0 e un massimo di 10 punti. Indicativamente i criteri di valutazione sono i seguenti:

- punteggio tra 7 e 10 punti: neonato “entro la norma”;
– punteggio tra 4 e 7 punti: neonato “depresso in maniera moderata”;
– punteggio tra 0 e 3 punti: neonato “depresso in maniera seria”.
Subito dopo la nascita

Il test viene effettuato 2 volte, 1 minuto e 5 minuti dopo nascita: il neonato, infatti, può compiere progressi significativi in questo breve lasso di tempo; se il punteggio risulta ancora basso (sotto i 6 punti) l’esame viene ripetuto nuovamente dopo altri 5 minuti e se necessario il piccolo viene subito sottoposto ai trattamenti utili presso il reparto di terapia intensiva neonatale.
Perché a volte è basso

Vi sono alcuni importanti fattori che il neonatologo deve considerare valutando i risultati dell’indice di Apgar:

- il bambino è prematuro (cioè è nato prima della 37° settimana);
– risulta piccolo per l’età gestazionale,
– ha subito traumi nel corso del parto;
– è stata rilevata sofferenza fetale;
– il parto è stato eseguito tramite un cesareo.

In tutti questi casi in genere l’inevitabile svantaggio iniziale viene recuperato nel giro di poco tempo grazie al progressivo adattamento del bimbo all’ambiente esterno.


In breve

L’Apgar valuta vitalità ed efficienza delle funzioni primarie del bebè

Questo indice è il risultato di una serie di test di routine che vengono svolti sul bambino appena nato. I parametri di riferimento sono: battito cardiaco, capacità respiratoria, tono muscolare, riflessi neurologici, colorito di pelle e mucose di bocca e unghie. Una sorta di “pagella” che dà indicazioni sulla salute del neonato e sulla capacità di adattamento all’ambiente esterno.
topa
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Iscritto il: 27 giu 2015, 11:15

Re: Controlli

Messaggio da topa »

I primi controlli dopo la nascita
Appena nato, il bebè viene sottoposto a una serie di controlli da parte del neonatologo per verificare la displasia dell’anca e il suo stato di benessere attraverso l’indice di Apgar
Tra i primi controlli effettuati sul bebè alla nascita ci sono la manovra di Ortolani per scoprire un’eventuale

displasia dell’anca e l’indice di Apgar, eseguito addirittura pochi minuti dopo la nascita del bebè per valutare qual è il suo stato di benessere e come ha superato il parto.

Mentre, però, l’indice di Apgar viene calcolato un minuto dopo la nascita e ripetuto dopo quattro, la visita per scoprire l’eventuale presenza della displasia dell’anca è di solito rinviata al giorno successivo la nascita, insieme all’iniezione di vitamina K.

La vitamina K

Di solito si pratica una somministrazione pari a circa 1 mg di vitamina, in dose unica per via intramuscolare nel gluteo, anche se alcuni ospedali la somministrano in più dosi per via orale. Questa vitamina è importante per prevenire disturbi della coagulazione, cioè del processo naturale che si attiva nell’organismo in caso di ferite per arrestare la fuoriuscita di sangue. La supplementazione alla nascita è praticata per due motivi:

il bilancio di questa vitamina nell’organismo materno e quindi nel feto è in genere precario e l’apporto con l’iniezione serve proprio a colmare un’eventuale carenza

la vitamina K somministrata alla nascita va a depositarsi nel fegato del neonato, garantendo la copertura dei suoi fabbisogni per tutto il primo mese di vita.

La manovra di Ortolani

Si tratta di una procedura semplice con cui lo specialista, dopo avere preso delicatamente con le mani le cosce del neonato, vi imprime un movimento completo di rotazione, prima verso l’esterno dopo verso l’interno. In caso di displasia dell’anca durante questo movimento si avverte un clac, dovuto alla lussazione della parte alta del femore, cioè alla sua fuoriuscita dalla sua cavità. In questo caso, lo specialista prescriverà un’ecografia di controllo da effettuare entro i primi tre mesi di vita.

Una visita completa

Il neonatologo osserva la struttura e la simmetria del volto, i padiglioni auricolari, il diametro delle pupille, l’eventuale presenza di gonfiori dovuti alla compressione della testa durante il travaglio, e il colorito della cute per evidenziare la presenza di un eventuale ittero. Esplora poi il torace auscultando il cuore e i polmoni. Nel maschietto valuta poi l’avvenuta discesa dei testicoli nello scroto, mentre nelle femminucce controlla che le piccole labbra siano separate. Il medico poi valuta il tono muscolare e i riflessi (già valutati a pochi minuti dalla nascita con l’indice di Apgar), importanti fattori del benessere del neonato.

Il controllo del peso

Appena nato il piccolo viene messo sulla bilancia. Dopodiché il suo peso viene costantemente monitorato perché, mentre è normale che nei primi giorni si verifichi un calo ponderale, una perdita eccessiva di peso (superiore cioè al 10% del peso alla nascita) va subito contrastata.
In breve

Che cosa succede al neonato subito dopo il parto

Appena nato il bebè viene sottoposto a tutta una serie di esami e di valutazioni di routine che servono per essere sicuri che le sue condizioni di salute siano ottimali. Dopo aver fatto una visita generale, si controllano il peso, la vitamina K per la coagulazione del sangue e l’eventuale presenza di ittero. Si effettua inoltre la manovra di Ortolani per verificare un’eventuale lussazione dell’anca.
topa
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Re: Controlli

Messaggio da topa »

Bilanci di salute: i controlli periodici dal pediatra
Con il termine di bilanci di salute vengono indicati i controlli periodici eseguiti dal pediatra di base per verificare la crescita e lo stato generale di salute del bambino
I bilanci di salute sono programmati in base a un calendario stabilito dalle autorità sanitarie regionali per garantire un controllo continuativo che, a partire da una più alta frequenza di visite nel primo anno di vita del bebè, va progressivamente diradandosi man mano il piccolo cresce. La cadenza dei bilanci di salute varia a seconda delle specifiche esigenze di ogni bambino. Si parte da quelle che possono essere definite delle visite di routine, la cui sequenza viene comunicata ai genitori dal medico stesso durante la prima visita.

Solo dal pediatra di base

I bilanci di salute rientrano in un programma di sorveglianza sanitaria in età pediatrica che comprende anche aspetti di promozione ed educazione alla salute volti a orientare in modo positivo lo sviluppo del bambino.
Nel corso di ogni visita di controllo prevista dal calendario il pediatra di base:

- compie una visita generale del bambino;
– misura altezza, peso e circonferenza cranica del piccolo;
– verifica il suo sviluppo psico-motorio;
– controlla la vista e l’udito.

Inoltre, si informa sul comportamento e l’alimentazione del bebè, fornisce indicazioni sul calendario vaccinale

e verifica che il piccolo lo stia seguendo, ed esegue specifici controlli per disturbi, più facilmente risolvibili con una diagnosi precoce.

il calendario da seguire

La prima visita a 1 mese di vita

Oltre ai controlli di routine validi per tutti i bilanci, il pediatra verifica dimensioni della fontanella anteriore (controllo auxologico), cute, cavo orale, cuore, polmoni, addome e genitali. Inoltre, consiglia i genitori in merito all’allattamento, la posizione in culla e la sicurezza in macchina. Infine esegue la manovra Ortolani-Barlow per verificare la presenza di una lussazione congenita dell’anca e prescrive un’ecografia di controllo alle anche.

La seconda visita a 2-3 mesi

Il medico ripete il controllo auxologico, effettua il test della vista, valuta la necessità di integrare l’allattamento naturale con quello artificiale in caso di esaurimento di latte materno e rallentata crescita del piccolo e presenta l’elenco dei vaccini obbligatori e raccomandati.

La terza visita a 4-5 mesi

Lo specialista verifica i progressi legati alle reazioni agli stimoli vocali, osserva la relazione con la figura materna e fornisce le prime indicazioni relative allo svezzamento (introduzione di alimenti solidi).

La quarta visita a 8 mesi

Particolare attenzione viene dedicata alla verifica dell’avvio della lallazione (la ripetizione delle prime sillabe da parte del neonato), al test della vista e dell’udito, attraverso l’esecuzione del Boel test
,

e vengono indicati nuovi alimenti solidi da aggiungere nella dieta del piccolo.

La quinta visita a 11-12 mesi

Accanto ai soliti controlli il pediatra effettua una più approfondita valutazione dello sviluppo psico-motorio e sensoriale del bebè, fornisce altre indicazioni relative all’alimentazione più adatta, alle calzature più idonee ai primi passi e alla fluoroprofilassi per i dentini.

La sesta visita a 15-18 mesi

In molti casi lo specialista esegue lo Stereotest di Lang per valutare la funzione visiva del bimbo.

La settima visita a 3-4 anni

Il pediatra valuta in particolare la deambulazione del piccolo e dà indicazioni circa l’igiene orale e l’educazione al vasino. In questa fase prescrive in genere anche una visita oculistica e una ortopedica e consiglia un primo controllo odontoiatrico.

L’ottava visita a 5-6 anni

Anche in occasione di questa visita accanto a tutti i controlli di routine consiglia in genere un altro controllo oculistico, ortopedico e odontoiatrico.

La nona visita a 12–13 anni

Si tratta dell’ultimo bilancio di salute che esegue il pediatra che verrà sostituito da un medico di medicina generale cui verranno trasmesse tutte le informazioni sanitarie relative al giovane paziente.
In breve

I controlli periodici che esegue il pediatra di base

Da zero a 13 anni i bimbi vengono sottoposti a visite periodiche previste da un programma di sorveglianza sanitaria. Il pediatra svolge innanzitutto una visita generale, misura altezza, peso e circonferenza cranica del piccolo, verifica il suo sviluppo psicomotorio, controlla la vista e l’udito.
pablito
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Re: Controlli

Messaggio da pablito »

La visita dal pediatra: quando e perché
La visita dal pediatra nei primi sei mesi è fondamentale per avere la certezza che il piccolo stia crescendo, fisicamente e psichicamente, nel modo corretto
Il primo controllo

Durante la prima visita dal pediatra viene valutata la crescita del bebè e, cosa molto importante, viene impostato l’allattamento. Il piccolo viene pesato e gli vengono misurate la lunghezza e la circonferenza cranica. Quindi, il pediatra verifica le fontanelle sul cranio, il tono muscolare e il comportamento del piccolo in termini di vivacità, riflessi e reattività agli stimoli. La visita dal pediatra si completa poi con l’auscultazione del torace e la palpazione dell’addome.

Quelli successivi

Nei mesi successivi, durante i controlli di routine, lo specialista fa una serie di verifiche per accertarsi che tutto stia proseguendo al meglio. In particolare, il pediatra si preoccupa di controllare se l’allattamento al seno è ben avviato e se non sono, nel frattempo, comparsi disturbi particolari, e la risposta del piccolo a stimoli, quali la luce, i suoni, il contatto fisico. Con il passare delle settimane e dei mesi, le visite di controllo diventano inevitabilmente più approfondite e articolate: il pediatra quindi si sofferma, oltre che sulla crescita e lo sviluppo psico-fisico generale del bambino (se ha un buon controllo del capo, se sa stare seduto, se sa localizzare con precisione un suono nello spazio, se gioca con i suoi piedini, se vede bene, se ha perfezionato il meccanismo della deglutizione…), sull’ecografia delle anche e sullo svolgimento corretto delle

vaccinazioni.
pablito
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Re: Controlli

Messaggio da pablito »

Boel test: un semplice esame per capire se il piccolo “sente” bene
Il Boel test è un esame che consente di accertare se il bimbo sente bene e non ha problemi di udito. Spesso, però, per essere certi del risultato, deve essere ripetuto
Il Boel test è un semplice esame che il pediatra di base fa al bambino intorno agli otto mesi di vita in occasione dei bilanci di salute di routine: in pratica, lo specialista, con il Boel test osserva le reazioni del piccolo per accertarsi che ci senta bene e che non abbia quindi disturbi uditivi.

Come si procede

Il Boel test, innanzitutto, va eseguito in un ambiente tranquillo e silenzioso. Il bimbo è in braccio alla mamma, mentre il medico gli sta seduto di fronte. Gli strumenti cui si ricorre sono in genere due: un bastoncino rosso (detto gripper) e due coppie di anelli muniti di un campanellino che il pediatra infila sulle dita (balls and bells). All’inizio l’attenzione del piccolo viene attirata dal bastoncino rosso che va fatto muovere davanti ai suoi occhi (“oggetto distraente”). A questo punto, la mano che regge i campanellini va posizionata dalla parte opposta rispetto a quella in cui è rivolto lo sguardo del bebè e va mossa energicamente per produrre un suono improvviso e intenso. In assenza di disturbi dell’udito, il piccolo dovrebbe subito girarsi verso la fonte sonora.
Il test va poi ripetuto dall’altro lato per controllare la funzionalità uditiva del secondo orecchio. L’esame dura in tutto una decina di minuti.

Spesso va ripetuto

Con una certa frequenza capita che il bambino non evidenzi una reazione corretta al test anche in assenza di un effettivo disturbo dell’udito. Ciò può dipendere da diversi fattori: la presenza di un raffreddore, per esempio, che spesso si associa a una temporanea riduzione della sensibilità uditiva per effetto dell’accumulo di muco all’interno dell’orecchio. A volte, poi, è semplicemente la tendenza a distrarsi del piccolo a impedire un’esecuzione corretta dell’esame. Proprio per questi motivi, se la prima volta il bebè non reagisce come dovrebbe al Boel test, il medico ripete l’esame dopo una settimana.
Se, anche in occasione di questa seconda esecuzione, il bebè risponde in modo anomalo dovrà essere sottoposto a controlli più approfonditi per verificare la presenza del deficit all’udito e le cause alla sua origine.

Serve a identificare due tipi di difetti di trasmissione

I difetti di trasmissione riguardano l’orecchio esterno (costituito dal padiglione e dal canale uditivo esterno, che servono a convogliare il suono) e l’orecchio medio (piccola cavità collocata oltre la sottile membrana detta timpano, che svolge la funzione di un trasmettitore e di un amplificatore dei suoni) e sono provocati da un’alterazione (quale un tappo di cerume o un’infiammazione come l’otite catarrale) che ostacola il passaggio del suono all’orecchio interno (la struttura che trasforma le vibrazioni sonore in impulsi elettrici, che tramite il nervo acustico raggiungono il cervello).

I difetti di percezione

Sono causati da una lesione o da un’anomalia dell’orecchio interno di origine congenita o acquisita in seguito a un trauma o a una malattia.
In breve

L’esame per l’udito

Si chiama Boel test e serve a identificare nel bambino intorno agli 8 mesi di vita due tipi di difetti di trasmissione che possono interessare l’orecchio medio e quello interno, di norma causati da un’infiammazione come l’otite catarrale o da un tappo di cerume. L’esame, da ripetere spesso, è semplice, non invasivo e dura al massimo 10 minuti.
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