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Allattamento

Rinie
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Iscritto il: 01 giu 2015, 18:53

Re: Allattamento

Messaggio da Rinie »

Allattamento: si possono prendere i farmaci per la febbre e il raffreddore?
Il paracetamolo è concesso anche durante l’allattamento. Prima di prendere medicinali, però, è sempre meglio chiedere consiglio al medico
Durante l’allattamento è importante che la mamma faccia attenzione alle sostanze che assume. Infatti, attraverso il latte, possono arrivare al bebè. Questo vale a maggior ragione per i farmaci, che possono provocare effetti indesiderati nell’organismo ancora in via di formazione del piccolo. Se, però, la donna accusa un raffreddore di una certa entità o febbre elevata può ricorrere al paracetamolo.

Meglio evitare i farmaci

In linea generale, è meglio che nel corso dell’allattamento la mamma eviti il più possibile il ricorso ai farmaci. Sicuramente i rischi sono minori rispetto alla gravidanza. Infatti, l’organismo del bebè assimila solo una piccola parte del medicinale preso dalla mamma, mentre quando era nell’utero poteva arrivare a ricevere quasi tutta la quantità di principio attivo presente nel sangue materno. Inoltre, dopo la nascita molte tappe dello sviluppo degli organi si sono completate. Tuttavia, i farmaci presi dalla mamma entrano, comunque, nel latte. Per questo, è bene limitarne l’uso allo stretto necessario.

Solo nei casi più seri

In questo periodo è piuttosto probabile accusare febbre e raffreddore. Se i sintomi non sono troppo intensi, è consigliabile che la mamma che allatta non prenda farmaci. Al limite, può utilizzare prodotti naturali compatibili con l’allattamento, magari sotto forma di tisana. Inoltre, può ricorrere agli innocui ma efficaci suffumigi con acqua e bicarbonato. Se, però, la febbre è elevata e la mamma è molto congestionata può sentire la necessità di un aiuto farmacologico. In questo casi, meglio ricorrere al paracetamolo, che ha effetto febbrifugo e antidolorifico e che non nuoce al bebè. Basti pensare che può essere usato anche nei neonati senza particolari problemi.

No ai fans

Meglio, invece, evitare i fans (antinfiammatori non steroidei), i comuni antipiretici e analgesici da banco. Sono molto diffusi ed è possibile che siano presenti in casa. Fra gli effetti collaterali, c’è anche un aumento del rischio di emorragie.
In breve

IN CASO DI EMERGENZA

Se non si riesce a contattare il medico e si ha la necessità di prendere un fans, meglio sospendere l’allattamento per un giorno o due.
diavolettabuona
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Iscritto il: 21 mag 2015, 09:52

Re: Allattamento

Messaggio da diavolettabuona »

Le erbe per avere più latte
Le donne che allattano possono arrivare a produrre più latte consumando alcune erbe, come galega, anice e fieno greco
Sono pochissime le donne che non possono allattare. Tuttavia, è vero che alcune producono più latte di altre. Per aumentare la produzione di questa linfa così preziosa per il bebè e la mamma si può ricorrere ad alcune erbe. Ecco le più utili.

L’anice

È un rimedio classico per la montata lattea, grazie al contenuto di fitoestrogeni, sostanze preziose per stimolare la ghiandola mammaria a secernere più latte. Un altro vantaggio di questa erba è il suo sapore, che conferisce al latte un gradevole aroma dolciastro, solitamente apprezzato dai neonati.

La galega

La galega può aumentare la montata lattea fino al 50%. Tutto merito dei bioflavonoidi in essa contenuti, che agiscono come regolatori nella produzione degli ormoni femminili. Inoltre, questa erba ha un altro vantaggio: contrasta la formazione del gas intestinale, riducendo il rischio di coliche nel bebè allattato.

Il fieno greco

Fra le erbe indicate durante l’allattamento, c’è anche il fieno greco, che induce la ghiandola mammaria a produrre più latte.

Il cardo mariano

È una fonte preziosa di bioflavonoidi, in particolare di flavonolignani, sostanze in grado di mantenere ai livelli corretti gli ormoni femminili e, di conseguenza, di stimolare la produzione del latte. Il cardo mariano è utile anche per prevenire i disturbi a carico delle vie genitali femminili. Questa erba può essere impiegata anche in cucina. Le foglie più tenere crude possono essere usate nelle insalate, mentre quelle più robuste possono essere cotte al vapore. Anche i germogli, possono essere utilizzati cotti, nelle minestre o nelle zuppe.

In tisana

Tutte queste erbe possono essere consumate sotto forma di tisane. Basta mettere un cucchiaino di derivato secco di ciascuna erba in una tazza di acqua bollente per qualche minuito, poi filtrare. Bere fino a due-tre volte al giorno per almeno un paio di mesi.

E il finocchio?

La tisana al finocchio è un rimedio classico per la montata lattea, grazie al contenuto di fitoestrogeni. Qualche hanno fa, però, alcuni studi scientifici hanno rivelato che contiene estragolo, noto per essere cancerogena. In realtà, molti esperti hanno spiegato che il finocchio è ricchissimo anche di sostanze benefiche, capaci di contrastare in modo naturale gli effetti negativi dell’estragolo. Questo spiega perché sia stato consumato per decenni senza problemi. Oggi come ci si deve comportare allora? La tisana al finocchio è ancora concessa, due-tre volte alla settimana. In alternativa si può usare il finocchio crudo o cotto.
In breve

ALTERNARE IL PIÙ POSSIBILE

Per favorire la produzione di latte si consiglia di alternare il più possibile le erbe, in questo modo non si rischia che l’organismo si abitui, sviluppando una sorta di assuefazione. Le erbe possono anche essere associate. In erboristeria si trovano composti già pronti.
diavolettabuona
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Iscritto il: 21 mag 2015, 09:52

Re: Allattamento

Messaggio da diavolettabuona »

Arriva il latte materno in bottiglia
Nel Parco tecnologico padano di Lodi, è nata Mommilk, un’azienda che pastorizza e imbottiglia il latte materno donato da mamme generose
Il latte materno è l’alimento migliore in assoluto per i neonati. Per i bambini prematuri in terapia intensiva costituisce addirittura un salvavita. Ecco perché sono nate le Banche del latte umano, che raccolgono la preziosa linfa donata dalle mamme che ne producono in abbondanza e la distribuiscono a chi ha bisogno. In Lombardia, ora questo processo è più facile. Tutto merito di Mommilk, un’azienda che pastorizza e imbottiglia a basso costo questo liquido così speciale.

Si basa su una tecnologia innovativa

La Mommilk è nata all’interno del Parco tecnologico padano di Lodi. Come funziona? Raccoglie il latte materno, lo pastorizza, lo imbottiglia e poi lo invia ai reparti di neonatologia che ne faranno richiesta. Il processo di pastorizzazione creato dall’azienda – a 72 gradi per 15 secondi – è altamente tecnologico: garantisce maggiori qualità nutritive rispetto al sistema standard che impiega 30 minuti, preservando vitamine, immunoglobuline e proteine.

L’iter da seguire

L’ospedale ha il compito di individuare le donatrici e verificarne l’idoneità. L’azienda interviene in un secondo momento, inviando boccette e tiralatte alle donne generose. Il latte materno donato viene poi congelato dall’ospedale e spedito a Lodi. Qui il latte viene pastorizzato e imbottigliato. Ogni bottiglia viene etichettata, specificando il contenuto di grassi, lattosio, carboidrati e il valore nutrizionale. In questo modo si aumenta la precisione e si facilita il compito dei medici.

I costi sono inferiori

I costi diminuiscono da 100 a 70 euro al litro, ma il progetto è di pastorizzare a costo zero. In che modo? Grazie a degli sponsor che “adotteranno” gli ospedali. Al momento, hanno aderito al progetto la clinica Mangiagalli di Milano, gli ospedali San Gerardo di Monza, Del Ponte di Varese e Maggiore di Lodi.
In breve

CHI PUO’ DONARE

Tutte le mamme in buona salute e con un corretto stile di vita, che producono una quantità di latte superiore alle necessità del proprio bimbo, possono donare il latte materno.
Gina
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Iscritto il: 22 mag 2015, 11:22

Re: Allattamento

Messaggio da Gina »

Ho il seno piccolo: avrò poco latte?
La risposta è no. Chi ha il seno piccolo è in grado di produrre la stessa quantità di latte delle donne più prosperose
Si chiamano agalattia e ipogalattia e indicano, rispettivamente, un’assenza e un’insufficienza di latte prodotto dalla neomamma dopo il parto. Per fortuna, si tratta di casi molto rari. Nella maggior parte dei casi, secondo quanto afferma La Lega italiana per l’allattamento al seno, le mamme che affermano di “non avere abbastanza latte” non sono state adeguatamente informate oppure hanno vissuto un condizionamento sociale negativo. Una conferma viene dal fatto che, finché sono in ospedale, quasi tutte le donne allattano, mentre al terzo mese la percentuale di coloro che proseguono con l’allattamento esclusivo cala notevolmente.

Non c’è un legame

Uno dei luoghi comuni più diffusi riguarda il legame tra grandezza del seno e quantità di latte. Molte donne credono erroneamente che un seno piccolo non possa nutrire in modo soddisfacente il bambino, perché non è in grado di contenere quantità adeguate di latte. È falso: un seno piccolo ha solo una minore quantità di tessuto adiposo, ma ciò non influisce sulla produzione di latte, perché la ghiandola mammaria che lo produce ha la stessa dimensione in tutti seni, al di là della loro conformazione anatomica e della taglia di reggiseno.

In caso di intervento al seno

Diverso il caso della riduzione chirurgica del seno: in questo caso la possibilità di allattare con il seno piccolo dipende dal tipo di intervento che è stato effettuato. Se sono stati conservati i dotti lattiferi e le innervazioni, ci sono buone probabilità di poter produrre latte. L’unica cosa da fare è rivolgersi al chirurgo che ha effettuato l’intervento.
In breve

QUANDO C’È BISOGNO DI AIUTO

Esistono alcune conformazioni anatomiche della madre che richiedono un aiuto per allattare: in caso di capezzolo introflesso, per esempio, durante la gravidanza si possono portare appositi dischetti o fare speciali manipolazioni del capezzolo, per consentirne l’estroflessione.
Gina
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Iscritto il: 22 mag 2015, 11:22

Re: Allattamento

Messaggio da Gina »

Si possono prendere i farmaci per asma e allergia durante l’allattamento?
Quando i sintomi sono di una certa entità, la mamma può prendere alcuni farmaci. Durante l’allattamento, però, è sempre meglio chiedere consiglio al medico
Nel corso dell’allattamento, è importante che la mamma eviti alcune sostanze. Anche per quanto riguarda i farmaci, occorre prestare una certa cautela, anche se in misura minore rispetto alla gravidanza. Infatti, attraverso il latte, possono arrivare al bebè. In linea di massima, è meglio rinunciare a qualsiasi medicinale non necessario. In presenza di malattie che possono avere ripercussioni importanti, come asma e allergia, però è concessa qualche libertà in più.

Contro l’asma

Per curare l’asma durante l’allattamento, i farmaci più indicati sono i cortisonici e i broncodilatatori. Quando possibile, preferire i prodotti da inalare, che arrivano direttamente nelle vie respiratorie. Di conseguenza, il passaggio nel sangue e, dunque, nel latte è limitato.In particolare, i cortisonici non passano nel latte, o lo fanno in quantità minime. Ecco perché possono essere usati senza problemi, anche in sostituzione di altri medicinali vietati, ovviamente solo dietro consiglio e prescrizione medica. Sono da evitare, invece, le metilxantine, come la theofillina, perché possono provocare tachicardia, ossia aumento dei battiti del cuore, e agitazione sia nella mamma sia nel piccolo.

Contro l’allergia

Anche per contrastare i sintomi allergici, è opportuno che durante l’allattamento si ricorra a farmaci a base di cortisone. È meglio, comunque, impiegarli a basse dosi, solo se i fastidi sono di una certa intensità. Per quanto riguarda gli antistaminici, fra i medicinali più usati nel trattamento delle allergie, occorre sapere che non sono particolarmente nocivi. Tuttavia, possono causare un certo torpore nel bambino. Per questa ragione, il consiglio è di utilizzarli solo se davvero necessario, sempre in quantità limitate. Eventualmente, il medico può consigliare quelli di più recente introduzione sul mercato, come la fexofenadina e la cetirizina, che hanno un’azione più mirata e meno effetti collaterali.
In breve

SEMPRE DIETRO CONSIGLIO MEDICO

Durante l’allattamento, prima di prendere qualsiasi medicinale, è bene chiedere un parere al medico di base o al ginecologo. Lo stesso vale anche in caso di sostituzione di farmaci che si usavano abitualmente in passato.
dolcemela
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Iscritto il: 25 mag 2015, 00:03

Re: Allattamento

Messaggio da dolcemela »

Celiachia: si previene con l’allattamento al seno
Secondo gli esperti, l’unico fattore preventivo nei confronti dello sviluppo della celiachia è l’allattamento al seno prolungato
I benefici dell’allattamento al seno sono davvero tanti. Fra quelli meno conosciuti, probabilmente, c’è l’effetto protettivo nei confronti dello sviluppo della celiachia, un’intolleranza alimentare permanente verso un complesso di proteine, dette glutine, contenute in alcuni cereali di uso comune, come frumento, orzo e segale.

È una malattia autoimmune

Si tratta di una malattia autoimmune, dovuta cioè a un’anomalia del sistema immunitario, il naturale meccanismo di difesa dell’organismo. In pratica, nelle persone predisposte, il consumo di glutine innesca una risposta immunitaria esagerata. Il risultato di questo processo di difesa è la comparsa di una lesione della mucosa intestinale, che ricopre tutto l’intestino e ne permette il corretto funzionamento.

L’unico fattore protettivo

Diversi studi hanno dimostrato con assoluta certezza che l’allattamento al seno prolungato protegge i bambini dalla comparsa della celiachia. Al momento, si tratta dell’unico fattore protettivo riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale. L’ideale sarebbe che la mamma allatti il piccolo il più a lungo possibile. Perlomeno, non dovrebbe
smettere fino alle prime fasi dello svezzamento, durante l’introduzione nella dieta del bambino del glutine. Secondo molte ricerche, infatti, l’inserimento graduale durante l’allattamento al seno di piccole quantità di alimenti che contengono glutine potrebbe dimezzare il rischio della comparsa della celiachia.

Rispettare le regole dello svezzamento

Inoltre, è importante non offrire troppo precocemente i cereali al neonato. Introdurre i cereali nella dieta del bebè prima dei quattro mesi di vita, infatti, aumenta il rischio di celiachia.
In breve

LA MAMMA CELIACA PUO’ ALLATTARE?

Se la mamma soffre di celiachia non c’è ragione per cui debba rinunciare all’allattamento al seno. Anzi, allattare naturalmente è la miglior protezione che possa offrire al suo piccolo.
dolcemela
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Iscritto il: 25 mag 2015, 00:03

Re: Allattamento

Messaggio da dolcemela »

Allattamento al seno: ok per quasi tutti i farmaci
Salvo alcune eccezioni, durante la fase dell’allattamento al seno, i farmaci possono essere assunti dalla mamma senza recare danni al piccolo
Arrivano buone notizie per le mamme: durante l’allattamento al seno possono assumere quasi tutti i farmaci senza con ciò mettere a rischio la salute del bebè. La notizia arriva da un rapporto dell’American Academy of Pediatrics pubblicato dalla rivista scientifica Pediatrics.

Solo poche eccezioni

Salvo alcune eccezioni, durante l’allattamento al seno, i farmaci possono essere assunti con tranquillità dalla neomamma. La maggior parte dei principi attivi, spiega infatti il rapporto, non “passa” nel latte in livelli preoccupanti. Sono, però, da evitare sempre i narcotici come codeina, idrocodone e ossicodone, alcuni comuni antidepressivi come il Prozac, mentre per gli integratori fitoterapici, mancando studi scientifici sugli effetti, gli esperti statunitensi consigliano estrema prudenza. Nel caso dello stimolante yohimbina, ci sono invece diversi report che hanno dimostrato conseguenze molte serie nei bambini.

Prudenza innanzi tutto

In ogni caso, prima di assumere un farmaco durante l’allattamento al seno occorre sempre consultare il pediatra e non superare le dose che indicata. Anche se di rado i principi attivi dei farmaci arrivano al neonato attraverso il latte in alte concentrazioni, è sempre meglio essere prudenti e limitare il ricorso ai farmaci solo ai casi di estrema necessità.

Importante da sapere

– Anche nel caso in cui il medico prescriva una medicina che non presenta controindicazioni per il piccolo, è meglio prenderla almeno 30 minuti dopo la poppata e far passare 3 ore prima di allattare di nuovo.

– La quantità di principio attivo del farmaco che arriva nel latte dipende da diversi fattori, come la dose, la via di somministrazione, la durata attiva del medicinale nel sangue della mamma e il rapporto che si crea tra la quantità presente nel latte e quella nel sangue della madre.

– Anche lo stato di salute del bambino è importante: per esempio, i neonati prematuri hanno il fegato e i reni più delicati.


In breve

PER INFORMAZIONI C’È LA BANCA DATI

Il più completo database dei principi attivi dei farmaci consultabile da parte delle mamme è quello del National Institute of Health chiamato Lactmed, che ha anche dato vita a una app gratuita per iOs e Android.
gabbianella
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Iscritto il: 26 mag 2015, 12:48

Re: Allattamento

Messaggio da gabbianella »

Il cancro al seno si previene anche attraverso l’allattamento
L’allattamento porta benefici alle mamme. Se prolungato per almeno 6 mesi, poi, rappresenta uno scudo contro il cancro al seno
L’allattamento al seno fa bene anche alla mamma, oltre naturalmente al bebè. E l’ultima scoperta degli scienziati di Granada allunga la lista dei benefici dell’allattamento al seno. Oltre a difendere la mamma dall’Alzheimer, allattare al seno per almeno 6 mesi la protegge anche dal rischio di carcinoma mammario. Per arrivare a questa conclusione un team dell’Università di Granada, in Spagna, ha condotto uno studio, pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Nursing, su 504 pazienti donne affette da carcinoma mammario tra i 19 e i 91 anni.

La storia clinica passata al setaccio

I medici hanno analizzato le cartelle cliniche e i dati relativi ai possibili fattori di rischio, tra cui l’età in cui era stato diagnosticato il cancro, la storia famigliare di cancro, l’obesità, il vizio del fumo e l’abuso di alcol, per quanto tempo è avvenuto l’allattamento al seno e altri fattori relativi allo stile di vita seguito.

Importante allattare a lungo…

I risultati hanno mostrato che alle donne che avevano allattato al seno il cancro al seno era stato diagnosticato in età più avanzata rispetto alle altre. In più, le non-fumatrici che avevano allattato per periodi di più di 6 mesi tendevano a essere oggetto di diagnosi di cancro al seno 10 anni più tardi rispetto a coloro che avevano allattato per un periodo più breve, anche se non fumatrici. Per contro, le donne che fumavano sono state oggetto di diagnosi di cancro al seno in età più giovane e non hanno ottenuto alcun beneficio significativo dall’allattamento al seno.

… e non fumare

Lo studio spagnolo ha dunque dimostrato anche come il fumo possa interferire sui possibili benefici che derivano dall’allattamento al seno, annullandoli.


In breve

UN TOCCASANA PER LA SALUTE DELLE MAMME

Secondo recenti studi, oltre a proteggere le mamme dal tumore al seno e all’ovaio, allattare al seno le difende anche da diverse malattie, come l’Alzheimer, l’ipertensione, il diabete di tipo 2 e l’infarto.
gabbianella
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Iscritto il: 26 mag 2015, 12:48

Re: Allattamento

Messaggio da gabbianella »

Allattamento al seno: vista della mamma a rischio?
Un tempo si credeva che l’allattamento al seno peggiorasse i difetti della vista della donna. Si è scoperto che non è così
Avere problemi di vista non è un buon motivo per rinunciare all’allattamento al seno. A differenza di quanto si credeva un tempo, infatti, le mamme che allattano il proprio bebè non corrono particolari rischi da questo punto di vista, anche se sono già miopi o astigmatiche.

Una convinzione del passato

Fino a qualche anno fa si pensava che l’allattamento materno, così come la gravidanza, rappresentasse un pericolo per gli occhi della mamma. La convinzione era che “consumasse” la vista della donna, costringendola spesso a ricorrere agli occhiali. In realtà, non è così. La miopia, l’astigmatismo e gli altri disturbi visivi, in genere, compaiono durante l’infanzia e spesso sono difetti congeniti. L’allattamento, dunque, non può essere considerato un fattore scatenante.

L’affaticamento è temporaneo

Tuttavia, occorre considerare che l’allattamento al seno e il periodo successivo al parto richiedono ritmi molto faticosi. Il conseguente stress può causare un peggioramento visivo in chi già soffre di miopia. Nella maggior parte dei casi, però, si tratta di un problema temporaneo: una volta che si smette di allattare o si riduce la frequenza delle poppate, in genere, gli occhi stanchi riescono a riposarsi e a recuperare. Ecco perché non c’è motivo di sconsigliare a una donna, anche se miope, di allattare al seno il neonato, se le sue condizioni generali di salute sono buone.

Quando è meglio di no

Solo alle mamme che hanno avuto un distacco di retina o altri problemi di retina o soffrono di miopia molto seria, per precauzione è sconsigliato l’allattamento al seno.
In breve

SI’ ALLA VISITA DI CONTROLLO

Anche se l’allattamento al seno non comporta rischi per gli occhi e la vista della mamma, è comunque meglio sottoporsi a una visita oculistica di controllo. A maggior ragione se l’acuità visiva peggiora in questo periodo.
quercia33
Messaggi: 705
Iscritto il: 27 giu 2015, 11:19

Re: Allattamento

Messaggio da quercia33 »

Allattamento: più facile se la mamma ha un carattere positivo
Avere un buon carattere ed essere ottimiste aiuta anche per il successo dell’allattamento al seno. Lo dimostra anche un recente studio inglese
Essere di buon umore, estroverse e non ansiose aiuta nell’allattamento! Già, perché è anche questione di carattere se alcune mamme hanno maggiori probabilità di allattare al seno e anche di continuare a farlo, senza così ricorrere a latti artificiali.

Mamme insicure, a rischio l’allattamento al seno

Lo dimostra un nuovo studio inglese pubblicato sul “Journal of Advanced Nursing” che suggerisce che le neomamme con specifici tratti del carattere personale hanno bisogno di un supporto medico supplementare che le aiuti a sentirsi più sicure di sé, fiduciose e bene informate circa l’allattamento, importante non solo per la salute della madre ma soprattutto e anche per quella del bimbo.

Ben 602 neomamme coinvolte nello studio

L’indagine, condotta da Amy Brown della Swansea University (Gran Bretagna), ha coinvolto 602 madri con bimbi di età compresa tra sei e dodici mesi. Dai risultati è emerso che le madri più estroverse ed emotivamente stabili, insomma quelle con buon carattere, sono quelle che hanno allattato i propri figli più a lungo. Invece le mamme più insicure e ansiose si sono mostrate più propense ad usare il latte artificiale e ad allattare naturalmente solo per un breve periodo di tempo.

Il ruolo del latte della mamma

È un peccato perché il latte materno fa bene alla salute del piccolo. Lo spiega il professor Enrico Bertino, direttore della Neonatologia universitaria dell’ospedale Sant’Anna di Torino. “Non solo i vantaggi del latte umano sono a breve termine, ma i vantaggi che il latte umano apporta a lungo termine sono importanti, anche e soprattutto per i bimbi nati prematuramente. Numerosi studi hanno dimostrato i vantaggi, a breve e a lungo termine, dell’utilizzo del latte umano donato nell’alimentazione dei bambini pretermine”.

I benefici per i bimbi prematuri

E qui ritorna protagonista il problema dell’ansia: le mamme di bimbi prematuri sono quelle che, proprio per il fatto di dover accudire un bimbo più “problematico”, sono quelle che possono essere assalite con maggior probabilità dall’ansia e dall’insicurezza. Eppure, il loro bimbo avrebbe proprio bisogno del loro latte … Che fare? Un ruolo fondamentale lo ha il personale medico e paramedico che circonda la donna, che dovrebbe cercare di rassicurare e tranquillizzare la neomamma. E naturalmente anche i famigliari dovrebbero in tutti i modi aiutare la donna e non farla sentire sola.
In breve

CON IL LATTE MATERNO MENO DIABETE E MALATTIE


Si è visto da numerosi studi che l’allattamento al seno determina una riduzione della probabilità di ammalarsi di alcune malattie come l’ipertensione arteriosa e il diabete; inoltre il latte umano è un alimento specie-specifico ed ha un elevato potere antinfettivo.
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