adozioni solo un business delle cooperative sociali
Inviato: 03 giu 2015, 11:10
Dopo la pubblicazione della lettera di "Stella" e le controrepliche, da parte del Dr. Zanon e della mamma di "Stella", (che smentisce Zanon) e infine la risposta durissima dell'avv. Miraglia allo stesso responsabile delle politiche sociali della comunità della val di Non, nella diatriba entra anche l'ex consigliere comunale e delegata regionale di Adiantum per i rapporti con gli Enti locali Gabriella Maffioletti che da sempre segue con grande attenzione e competenza il problema degli affidamenti dei minori.
Il problema nell'ultimo periodo, grazie anche a numerose trasmissioni televisive, ha fatto emergere grandi problematiche, incongruenze, contraddizioni e comportamenti poco etici da parte di alcune assistenti sociali.
Ma che il problema sia molto sentito in tutt'Italia è dimostrato anche dai numerosi lettori che hanno seguito fin dall'inizio la storia di Stella, la bambina della val di Non. (oltre 50mila i lettori ad oggi di tutti gli articoli e decine di e-mail di denuncia arrivate in redazione)
Gabriella Maffioletti è stata la prima consigliere comunale in tutta Italia ad avere chiesto la rivisitazione del ruolo dei servizi sociali e rivendica il primato di avere presentato tutta una serie di atti consiliari nel tentativo di migliorare quello che a tutt'oggi è la piaga degli “allontanamenti facili”.
«I servizi sociali, è bene chiarire ove ancora non fosse chiaro, sono il braccio destro del tribunale dei minori ai quali vengono attribuiti dei compiti di primaria importanza in quanto godono per legge di arbitraria autonomia funzionale di monitorare e stilare relazioni che sono le pagelle con le quali poi il Tribunale dei minori formato da un giudice togato e da ben due giudici onorari (psicologi) decreta un allontanamento del minore» - attacca subito Maffioletti che poi continua come un fiume in piena, «In tutti questi anni in cui ho posto l'attenzione politica sul tema degli “allontanamenti facili” ho potuto, collaborando spesso insieme sui casi trattati dallo stesso avvocato in menzione e dal CCDU, notare che spesso la analisi e le rispettive rispondenze dell'assistente sociale di riferimento sono basate su pareri pregiudizievoli e spesso ostativi e contrari del diritto alla tutela ed alla salvaguardia della famiglia, così come normato a più livelli giurisdizionali ad iniziare dal dettame della Convenzione dei diritti del fanciullo fino a scendere alla nostra legislazione italiana».
Il problema nell'ultimo periodo, grazie anche a numerose trasmissioni televisive, ha fatto emergere grandi problematiche, incongruenze, contraddizioni e comportamenti poco etici da parte di alcune assistenti sociali.
Ma che il problema sia molto sentito in tutt'Italia è dimostrato anche dai numerosi lettori che hanno seguito fin dall'inizio la storia di Stella, la bambina della val di Non. (oltre 50mila i lettori ad oggi di tutti gli articoli e decine di e-mail di denuncia arrivate in redazione)
Gabriella Maffioletti è stata la prima consigliere comunale in tutta Italia ad avere chiesto la rivisitazione del ruolo dei servizi sociali e rivendica il primato di avere presentato tutta una serie di atti consiliari nel tentativo di migliorare quello che a tutt'oggi è la piaga degli “allontanamenti facili”.
«I servizi sociali, è bene chiarire ove ancora non fosse chiaro, sono il braccio destro del tribunale dei minori ai quali vengono attribuiti dei compiti di primaria importanza in quanto godono per legge di arbitraria autonomia funzionale di monitorare e stilare relazioni che sono le pagelle con le quali poi il Tribunale dei minori formato da un giudice togato e da ben due giudici onorari (psicologi) decreta un allontanamento del minore» - attacca subito Maffioletti che poi continua come un fiume in piena, «In tutti questi anni in cui ho posto l'attenzione politica sul tema degli “allontanamenti facili” ho potuto, collaborando spesso insieme sui casi trattati dallo stesso avvocato in menzione e dal CCDU, notare che spesso la analisi e le rispettive rispondenze dell'assistente sociale di riferimento sono basate su pareri pregiudizievoli e spesso ostativi e contrari del diritto alla tutela ed alla salvaguardia della famiglia, così come normato a più livelli giurisdizionali ad iniziare dal dettame della Convenzione dei diritti del fanciullo fino a scendere alla nostra legislazione italiana».