Urinocoltura
Inviato: 18 giu 2015, 21:01
Cos'è?
L'urinocoltura permette di determinare sia l'eventuale presenza di germi pericolosi nelle urine sia la loro quantità.
Nel referto del laboratorio, la quantità di germi viene espressa come numero di colonie per ml oppure come CFU (Colony Forming Unity) per ml: una speciale unità di misura che indica, appunto, i batteri che formano colonie.
In questo modo è possibile diagnosticare con certezza un'infezione delle vie urinarie e individuare il tipo di microbo responsabile.
Perché si fa?
L'urinocoltura viene richiesta dal medico prevalentemente di fronte a due condizioni:
il riscontro occasionale di un numero anormale di globuli bianchi nelle urine in una persona senza disturbi urinari la presenza di sintomi sospetti per una infezione delle vie urinarie, come lo stimolo frequente o urgente ad urinare, dolore al momento della minzione, febbre o dolori lombari, etc.
Le infezioni acute delle vie urinarie sono un disturbo più frequente nelle donne; questo anche a causa della stretta vicinanza dell'uretra (il condotto attraverso cui passa l'urina che esce dalla vescica) all'ano che favorisce il passaggio di microbi dall'intestino alle vie urinarie.
La forma d'infezione più comune è la cistite (limitata alla vescica) e si verifica, soprattutto, nelle donne sessualmente attive: si ritiene che ogni anno almeno il 20% delle donne adulte venga colpito da questo tipo di disturbo.
Se trascurate, anche le infezioni più banali possono provocare, nel lungo periodo, conseguenze sfavorevoli sulla funzione renale. Particolarmente a rischio da questo punto di vista sono i bambini, le donne in gravidanza e i diabetici. Se il disturbo ad urinare è accompagnato anche da prurito locale e perdite vaginali è opportuno consultare il medico, per effettuare ulteriori approfondimenti (ad esempio, il Pap test che permette di valutare se si tratti di una vaginite).
Come si esegue?
Per effettuare un esame di laboratorio è necessario utilizzare l'urina emessa di recente che deve essere raccolta in un contenitore pulito e sterile. Un campione di urina vecchio o "contaminato" dall'esterno (ad esempio, se il tappo o il recipiente sono stati maneggiati senza precauzioni) può dare risultati erronei che possono poi pregiudicare la diagnosi e l'eventuale terapia. È molto importante, quindi, seguire con attenzione i semplici passaggi riportati nel riquadro per ottenere un campione di urina non falsificato da agenti esterni.
L'urinocoltura permette di determinare sia l'eventuale presenza di germi pericolosi nelle urine sia la loro quantità.
Nel referto del laboratorio, la quantità di germi viene espressa come numero di colonie per ml oppure come CFU (Colony Forming Unity) per ml: una speciale unità di misura che indica, appunto, i batteri che formano colonie.
In questo modo è possibile diagnosticare con certezza un'infezione delle vie urinarie e individuare il tipo di microbo responsabile.
Perché si fa?
L'urinocoltura viene richiesta dal medico prevalentemente di fronte a due condizioni:
il riscontro occasionale di un numero anormale di globuli bianchi nelle urine in una persona senza disturbi urinari la presenza di sintomi sospetti per una infezione delle vie urinarie, come lo stimolo frequente o urgente ad urinare, dolore al momento della minzione, febbre o dolori lombari, etc.
Le infezioni acute delle vie urinarie sono un disturbo più frequente nelle donne; questo anche a causa della stretta vicinanza dell'uretra (il condotto attraverso cui passa l'urina che esce dalla vescica) all'ano che favorisce il passaggio di microbi dall'intestino alle vie urinarie.
La forma d'infezione più comune è la cistite (limitata alla vescica) e si verifica, soprattutto, nelle donne sessualmente attive: si ritiene che ogni anno almeno il 20% delle donne adulte venga colpito da questo tipo di disturbo.
Se trascurate, anche le infezioni più banali possono provocare, nel lungo periodo, conseguenze sfavorevoli sulla funzione renale. Particolarmente a rischio da questo punto di vista sono i bambini, le donne in gravidanza e i diabetici. Se il disturbo ad urinare è accompagnato anche da prurito locale e perdite vaginali è opportuno consultare il medico, per effettuare ulteriori approfondimenti (ad esempio, il Pap test che permette di valutare se si tratti di una vaginite).
Come si esegue?
Per effettuare un esame di laboratorio è necessario utilizzare l'urina emessa di recente che deve essere raccolta in un contenitore pulito e sterile. Un campione di urina vecchio o "contaminato" dall'esterno (ad esempio, se il tappo o il recipiente sono stati maneggiati senza precauzioni) può dare risultati erronei che possono poi pregiudicare la diagnosi e l'eventuale terapia. È molto importante, quindi, seguire con attenzione i semplici passaggi riportati nel riquadro per ottenere un campione di urina non falsificato da agenti esterni.