Invecchiamento degli ovociti:l'età conta eccome
Inviato: 05 lug 2015, 18:48
preso da un'altro forum.
Linvecchiamento degli ovociti è un fattore di sterilità particolarmente rilevante. Gli ovociti di donne non più giovani hanno più spesso anomalie genetiche (cromosomiche) e, se fecondati, possono dare luogo ad embrioni malformati, spesso abortiti spontaneamente (la percentuale di bambini con Sindrome di Down, ad esempio, è di 1 su 2000 in donne di 20 anni, 1 su 900 in donne di 30 anni, 1 su 350 nelle donne di 35 anni, 1 su 110 nelle donne di 40 anni, 1 su 25 nelle donne di 46 anni). La selezione naturale, infatti, elimina gran parte degli embrioni con malformazioni e questo spiega lalto tasso di abortività spontanea nelle donne non più giovanissime: labortività è del 18% per le donne tra i 30 e i 39 anni, del 34% per quelle intorno ai 40 anni, contro il 10% delle donne con meno di 30 anni. I fattori che riducono la fertilità sono, quindi, sia di ordine quantitativo che qualitativo, ci sono meno ovociti e sono di peggiore qualità. Con il tempo -soprattutto intorno ai 38 anni- nei follicoli restano pochi ovociti, che come visto, in una significativa percentuale di casi non sono in grado di dare luogo ad un embrione normale.
Purtroppo, ricorrere alla fecondazione assistita in queste situazioni non serve a molto. Studi comprovati hanno dimostrato che anche in questo caso, letà della donna influenza molto le possibilità di successo: le donne pur sottoposte a stimolazione ovarica producono meno ovociti e con alterazioni cromosomiche e/o genetiche. Dai dati raccolti dal Registro relativi al 2007 si evince che su cento cicli iniziati in pazienti con meno di 29 anni sono state ottenute tra le 30 e le 33 gravidanze a seconda della tecnica utilizzata, mentre su cento cicli iniziati in pazienti con 45 anni o più, sono state ottenute tra le 2 e le 4 gravidanze a seconda della tecnica utilizzata. Purtroppo, invece, le donne italiane ricorrono alle tecniche di PMA sempre più tardi: i dati più recenti riferiti al 2007 dimostrano che l'età media è addirittura aumentata negli anni, era infatti di 35,4 anni nel 2005 contro 36,0 del 2007.
Letà dellutero, invece, è molto meno importante. Tuttavia, dati statistici mostrano una correlazione tra età dellutero e incremento della percentuale di aborti spontanei, di embrioni cromosomicamente normali e una maggiore incidenza di casi di placenta previa, di difficoltà nel travaglio, di patologie uterine, come polipi allendometrio e fibromi uterini. Sembra esserci anche un aumento delle lesioni sclerotiche nelle arterie uterine, che pur non avendo un impatto diretto sulla fertilità sono correlate a complicanze ostetriche come il distacco di placenta, espletamento del parto con taglio cesareo, malpresentazione del feto, ecc.
Linvecchiamento degli ovociti è un fattore di sterilità particolarmente rilevante. Gli ovociti di donne non più giovani hanno più spesso anomalie genetiche (cromosomiche) e, se fecondati, possono dare luogo ad embrioni malformati, spesso abortiti spontaneamente (la percentuale di bambini con Sindrome di Down, ad esempio, è di 1 su 2000 in donne di 20 anni, 1 su 900 in donne di 30 anni, 1 su 350 nelle donne di 35 anni, 1 su 110 nelle donne di 40 anni, 1 su 25 nelle donne di 46 anni). La selezione naturale, infatti, elimina gran parte degli embrioni con malformazioni e questo spiega lalto tasso di abortività spontanea nelle donne non più giovanissime: labortività è del 18% per le donne tra i 30 e i 39 anni, del 34% per quelle intorno ai 40 anni, contro il 10% delle donne con meno di 30 anni. I fattori che riducono la fertilità sono, quindi, sia di ordine quantitativo che qualitativo, ci sono meno ovociti e sono di peggiore qualità. Con il tempo -soprattutto intorno ai 38 anni- nei follicoli restano pochi ovociti, che come visto, in una significativa percentuale di casi non sono in grado di dare luogo ad un embrione normale.
Purtroppo, ricorrere alla fecondazione assistita in queste situazioni non serve a molto. Studi comprovati hanno dimostrato che anche in questo caso, letà della donna influenza molto le possibilità di successo: le donne pur sottoposte a stimolazione ovarica producono meno ovociti e con alterazioni cromosomiche e/o genetiche. Dai dati raccolti dal Registro relativi al 2007 si evince che su cento cicli iniziati in pazienti con meno di 29 anni sono state ottenute tra le 30 e le 33 gravidanze a seconda della tecnica utilizzata, mentre su cento cicli iniziati in pazienti con 45 anni o più, sono state ottenute tra le 2 e le 4 gravidanze a seconda della tecnica utilizzata. Purtroppo, invece, le donne italiane ricorrono alle tecniche di PMA sempre più tardi: i dati più recenti riferiti al 2007 dimostrano che l'età media è addirittura aumentata negli anni, era infatti di 35,4 anni nel 2005 contro 36,0 del 2007.
Letà dellutero, invece, è molto meno importante. Tuttavia, dati statistici mostrano una correlazione tra età dellutero e incremento della percentuale di aborti spontanei, di embrioni cromosomicamente normali e una maggiore incidenza di casi di placenta previa, di difficoltà nel travaglio, di patologie uterine, come polipi allendometrio e fibromi uterini. Sembra esserci anche un aumento delle lesioni sclerotiche nelle arterie uterine, che pur non avendo un impatto diretto sulla fertilità sono correlate a complicanze ostetriche come il distacco di placenta, espletamento del parto con taglio cesareo, malpresentazione del feto, ecc.