Screening per la poliabortività: esami e test
Inviato: 06 lug 2015, 22:29
Le cause di aborti ripetuti, anche in stato di gravidanza avanzata, sono da ricercare in alterazioni di tipo ormonale, immunitario, uterino e cromosomico.
Molto importante è lo screening dei fattori genetici che riguardano la coagulazione del sangue, in quanto le donne con predisposizione ereditaria alla trombofilia sono maggiormante esposte a aborti ripetuti, dovuti per lo più alla creazione di trombi placentari (coaguli di sangue che ostruiscono i vasi sanguigni).
La diagnosi genetica di questa predisposizione indaga in particolare su tre fattori:
1) Fattore V di Leiden
2) Fattore II
3) MTHFR
Le mutazioni di questi geni possono essere in eterozigosi (derivanti da uno dei due genitori) oppure in omozigosi (derivanti da entrambi i genitori).
In più è possibile effettuare uno screening tramite altri esami.
Vediamoli nel dettaglio.
Fattore V di Leiden
Il fattore V è un cofattore per l’attivazione della protrombina a trombina. Questo effetto è inibito dalla Proteina C attivata.
Nel caso in cui sia presente una mutazione di questo gene, l’azione della Proteina C attivata viene contrastato, per cui il fattore V vede aumentato la sua azione coagulante. Questa mutazione (G1691A) è detta variante di Leiden.
E’ presente in una percentuale della popolazione europea che va dall’1,4% al 4,2% (in Italia il 2-3% la presenta in eterozigosi, in una proporzione di 1 a 5000 in omozigosi).
I soggetti che la presentano in eterozigosi hanno un rischio di trombosi venosa di 8 volte superiore rispetto al normale, per quelli che la presentano in omozigosi il rischio sale a 80 volte.
Il rischio è favorito in situazioni come la gravidanza, l’assunzione di anticoncezionali orali, gli interventi chirurgici.
In particolare in gravidanza la condizione di eterozigosi predispone all’aborto spontaneo e alla sindrome HELLP, per cui i soggetti che la presentano dovrebbero essere predisposti a una profilassi che contrasti la coagulazione in corso di gravidanza o se si è in procinto di essere sottoposti a interventi chirurgici.
Va evitata inoltre l’assuzione di contraccettivi orali.
Molto importante è lo screening dei fattori genetici che riguardano la coagulazione del sangue, in quanto le donne con predisposizione ereditaria alla trombofilia sono maggiormante esposte a aborti ripetuti, dovuti per lo più alla creazione di trombi placentari (coaguli di sangue che ostruiscono i vasi sanguigni).
La diagnosi genetica di questa predisposizione indaga in particolare su tre fattori:
1) Fattore V di Leiden
2) Fattore II
3) MTHFR
Le mutazioni di questi geni possono essere in eterozigosi (derivanti da uno dei due genitori) oppure in omozigosi (derivanti da entrambi i genitori).
In più è possibile effettuare uno screening tramite altri esami.
Vediamoli nel dettaglio.
Fattore V di Leiden
Il fattore V è un cofattore per l’attivazione della protrombina a trombina. Questo effetto è inibito dalla Proteina C attivata.
Nel caso in cui sia presente una mutazione di questo gene, l’azione della Proteina C attivata viene contrastato, per cui il fattore V vede aumentato la sua azione coagulante. Questa mutazione (G1691A) è detta variante di Leiden.
E’ presente in una percentuale della popolazione europea che va dall’1,4% al 4,2% (in Italia il 2-3% la presenta in eterozigosi, in una proporzione di 1 a 5000 in omozigosi).
I soggetti che la presentano in eterozigosi hanno un rischio di trombosi venosa di 8 volte superiore rispetto al normale, per quelli che la presentano in omozigosi il rischio sale a 80 volte.
Il rischio è favorito in situazioni come la gravidanza, l’assunzione di anticoncezionali orali, gli interventi chirurgici.
In particolare in gravidanza la condizione di eterozigosi predispone all’aborto spontaneo e alla sindrome HELLP, per cui i soggetti che la presentano dovrebbero essere predisposti a una profilassi che contrasti la coagulazione in corso di gravidanza o se si è in procinto di essere sottoposti a interventi chirurgici.
Va evitata inoltre l’assuzione di contraccettivi orali.