L'aborto spontaneo e le minacce d'aborto.
Inviato: 29 ott 2015, 17:47
La felicità per una gravidanza annunciata può essere oscurata da mille timori. Nove mesi di gestazione, infatti, sono lunghi e numerose sono le difficoltà che mamma e bambino possono incontrare prima di giungere al parto. La complicazione più frequente durante la gestazione e l' aborto spontaneo : si considera tale ogni interruzione di gravidanza che si verifica spontaneamente entro i primi sei mesi a partire dal concepimento. Statisticamente, circa il 20 per cento delle donne va incontro a questo spiacevole evento. I primi tre mesi dopo il concepimento sono i più delicati:l'85 per cento degli aborti spontanei, infatti, si verificano in questo periodo. Dalla diciottesima-ventesima settimana, infatti, la probabilità di incorrere in un aborto si riduce drasticamente. Si parla di minaccia di aborto se compaiono perdite di sangue, non necessariamente accompagnate da contrazioni dell'utero e da fitte dolorose. La minaccia di aborto si verifica quasi nel 15 per cento delle gravidanze ma solamente il 18 per cento degli aborti minacciati diventano aborti veri e propri. Si tratta, comunque, di un campanello di allarme che non va mai sottovalutato.
Vediamo ora nel dettaglio quali sono le cause principali che portano all'interruzione della gravidanza.
C'è un'anomalia dei cromosomi.
Oltre il 50 per cento degli aborti spontanei, specie quelli che si verificano nei primi tre mesi di gravidanza, è dovuto ad anomalie cromosomiche. I cromosomi sono corpuscoli presenti in tutte le cellule, in cui sono riassunte tutte le caratteristiche dell'individuo (dal colore dei capelli al sesso), cioè il patrimonio genetico. Eventuali difetti presenti a livello cromosomico nelle prime cellule che si formano dall' ovulo fecondato danno luogo il più delle volte a un aborto spontaneo: in pratica, poiché le anomalie sono tali da non consentire un corretto sviluppo del prodotto del concepimento, è la natura stessa a impedire all'embrione di crescere e diventare un bambino. Soprattutto quando l'aborto è ricorrente (cioè si verifica almeno due volte di seguito) la causa va ricercata in anomalie cromosomiche ereditate dai genitori.
Che cosa fare.
Per verificare se è questo il problema, occorre che sia l'uomo sia la donna eseguano un cariotipo, cioè un'analisi dei cromosomi. E' sufficiente un prelievo di sangue: in questo, infatti, sono contenute le cellule dal cui esame si ricavano informazioni sul patrimonio genetico dei genitori. Se l'età della coppia non è troppo avanzata (il rischio di anomalie aumenta in proporzione all'età) non si sono altri rimedi se non quello di cercare con fiducia di avere un bambino.
L'utero può essere malformato.
Un'altra causa dell'interruzione spontanea della gravidanza può essere determinata da alcune caratteristiche dell'utero.
L'utero piccolo:
in termini medici si parla di ipoplasia. E' un difetto dovuto ad una insufficiente produzione di ormoni verificatasi nell'età dello sviluppo. Gli aborti dovuti a ipoplasia, di solito, si manifestano nei primi tre mesi.
L'utero setto:
l'utero presenta un setto, cioè una divisione che può interessare tutta la cavità o una parte di essa. Nel primo caso, il feto non trova lo spazio necessario per svilupparsi. E' un'anomalia congenita (presente dalla nascita).
L' incontinenza cervicale:
la parte terminale dell'utero ha una muscolatura troppo debole. Il collo dell'utero non riesce a rimanere chiuso fino al termine della gravidanza e tende ad aprirsi molto presto. Questa può essere una delle cause all'origine di aborti che si verificano nel secondo trimestre.
Che cosa fare.
In caso di ipoplasia, non ci sono cure, in quanto l'utero troppo piccolo non può essere corretto. Un semplice intervento chirurgico risolverà invece il problema del setto, rimuovendolo. Nel caso di incontinenza, bisognerà sottoporsi al cerchiaggio che deve essere effettuato intorno alla tredicesima settimana. Con questo intervento il ginecologo fa passare una fettuccia nello spessore del collo dell'utero, poi la stringe e la annoda per ridurre la dilatazione del canale cervicale (la parte di utero che mette in comunicazione la cavità uterina con la vagina). E' un'operazione semplice ma va eseguita in anestesia generale.
Vediamo ora nel dettaglio quali sono le cause principali che portano all'interruzione della gravidanza.
C'è un'anomalia dei cromosomi.
Oltre il 50 per cento degli aborti spontanei, specie quelli che si verificano nei primi tre mesi di gravidanza, è dovuto ad anomalie cromosomiche. I cromosomi sono corpuscoli presenti in tutte le cellule, in cui sono riassunte tutte le caratteristiche dell'individuo (dal colore dei capelli al sesso), cioè il patrimonio genetico. Eventuali difetti presenti a livello cromosomico nelle prime cellule che si formano dall' ovulo fecondato danno luogo il più delle volte a un aborto spontaneo: in pratica, poiché le anomalie sono tali da non consentire un corretto sviluppo del prodotto del concepimento, è la natura stessa a impedire all'embrione di crescere e diventare un bambino. Soprattutto quando l'aborto è ricorrente (cioè si verifica almeno due volte di seguito) la causa va ricercata in anomalie cromosomiche ereditate dai genitori.
Che cosa fare.
Per verificare se è questo il problema, occorre che sia l'uomo sia la donna eseguano un cariotipo, cioè un'analisi dei cromosomi. E' sufficiente un prelievo di sangue: in questo, infatti, sono contenute le cellule dal cui esame si ricavano informazioni sul patrimonio genetico dei genitori. Se l'età della coppia non è troppo avanzata (il rischio di anomalie aumenta in proporzione all'età) non si sono altri rimedi se non quello di cercare con fiducia di avere un bambino.
L'utero può essere malformato.
Un'altra causa dell'interruzione spontanea della gravidanza può essere determinata da alcune caratteristiche dell'utero.
L'utero piccolo:
in termini medici si parla di ipoplasia. E' un difetto dovuto ad una insufficiente produzione di ormoni verificatasi nell'età dello sviluppo. Gli aborti dovuti a ipoplasia, di solito, si manifestano nei primi tre mesi.
L'utero setto:
l'utero presenta un setto, cioè una divisione che può interessare tutta la cavità o una parte di essa. Nel primo caso, il feto non trova lo spazio necessario per svilupparsi. E' un'anomalia congenita (presente dalla nascita).
L' incontinenza cervicale:
la parte terminale dell'utero ha una muscolatura troppo debole. Il collo dell'utero non riesce a rimanere chiuso fino al termine della gravidanza e tende ad aprirsi molto presto. Questa può essere una delle cause all'origine di aborti che si verificano nel secondo trimestre.
Che cosa fare.
In caso di ipoplasia, non ci sono cure, in quanto l'utero troppo piccolo non può essere corretto. Un semplice intervento chirurgico risolverà invece il problema del setto, rimuovendolo. Nel caso di incontinenza, bisognerà sottoporsi al cerchiaggio che deve essere effettuato intorno alla tredicesima settimana. Con questo intervento il ginecologo fa passare una fettuccia nello spessore del collo dell'utero, poi la stringe e la annoda per ridurre la dilatazione del canale cervicale (la parte di utero che mette in comunicazione la cavità uterina con la vagina). E' un'operazione semplice ma va eseguita in anestesia generale.