Incinta di gemelli: le risposte ai tuoi dubbi
Inviato: 31 ott 2015, 17:41
Una grande emozione, ma anche tante domande in più
Due bebè in arrivo: una grande emozione, ma anche tante domande in più.
Come sarà la gravidanza? Occorre adottare qualche precauzione particolare? E il parto cesareo è inevitabile? Ecco le risposte del ginecologo.
Una scoperta precoce
Già intorno alla 5ª-6ª settimana, con l’ecografia, è possibile capire se la donna aspetta due gemelli.
“A quel punto, è importante diagnosticare la corialità (vedi riquadro a pag. 21), ossia scoprire se ogni embrione è nutrito dalla sua placenta o se c’è una placenta sola per entrambi”, sottolinea Carlo Napolitano, responsabile Diagnosi Prenatale I Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia degli Ospedali Riuniti di Foggia.
“La prima è sicuramente l’evenienza più frequente e anche quella meno problematica da un punto di vista medico, mentre la condivisione della placenta, ed eventualmente anche del sacco amniotico, è una condizione più delicata, che va monitorata con attenzione per controllare che i feti crescano adeguatamente.
La corialità può essere scoperta precocemente, purché l’ecografia venga eseguita con un apparecchio ad alta risoluzione ed effettuata da un operatore esperto, che deve ricercare alcuni markers, come il numero delle camere gestazionali, il numero dei sacchi vitellini (una formazione extraembrionaria che nelle prime 12 settimane sostituisce la funzione placentare) e il setto amniotico, una membrana che divide i due sacchi amniotici e che, in caso di placenta unica, è molto più sottile”.
Si corre qualche rischio in più?
Aspettare gemelli non significa, come molti credono, andare automaticamente incontro a complicanze. È vero, però, che la gravidanza gemellare va monitorata con maggiore attenzione poiché è più facile che insorgano alcuni fenomeni.
Uno di questi è il ritardo di crescita legato alla minore funzionalità della placenta. “Anche se bisogna specificare che nelle gravidanze gemellari la crescita del feto è generalmente inferiore rispetto a quella registrata nelle normali gestazioni”, spiega Carlo Napolitano. “Per questo, in mancanza di tabelle di riferimento specifiche, per valutare il corretto sviluppo dei gemelli si usano le curve di crescita dei feti singoli da cui si detrae, poi, un 15% circa”.
Al termine del parto gemellare sono più probabili le presentazioni anomale, con un bebè cefalico e l’altro podalico, per esempio, oppure entrambi podalici, o ancora uno traverso e l’altro podalico e così via.
Il parto prematuro è più frequente: il peso sempre maggiore dei feti può provocare una sovradistensione dell’utero e una rottura precoce delle membrane; non a caso, la gravidanza gemellare viene considerata a termine a 37 settimane e non a 40.
Infine, è più elevato il rischio di incorrere in alcuni disturbi tipici dei nove mesi, come la carenza di ferro (l’organismo deve nutrire non uno, ma due bambini!), i dolori alla schiena, i problemi circolatori agli arti inferiori o le patologie come la preeclampsia.
Due bebè in arrivo: una grande emozione, ma anche tante domande in più.
Come sarà la gravidanza? Occorre adottare qualche precauzione particolare? E il parto cesareo è inevitabile? Ecco le risposte del ginecologo.
Una scoperta precoce
Già intorno alla 5ª-6ª settimana, con l’ecografia, è possibile capire se la donna aspetta due gemelli.
“A quel punto, è importante diagnosticare la corialità (vedi riquadro a pag. 21), ossia scoprire se ogni embrione è nutrito dalla sua placenta o se c’è una placenta sola per entrambi”, sottolinea Carlo Napolitano, responsabile Diagnosi Prenatale I Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia degli Ospedali Riuniti di Foggia.
“La prima è sicuramente l’evenienza più frequente e anche quella meno problematica da un punto di vista medico, mentre la condivisione della placenta, ed eventualmente anche del sacco amniotico, è una condizione più delicata, che va monitorata con attenzione per controllare che i feti crescano adeguatamente.
La corialità può essere scoperta precocemente, purché l’ecografia venga eseguita con un apparecchio ad alta risoluzione ed effettuata da un operatore esperto, che deve ricercare alcuni markers, come il numero delle camere gestazionali, il numero dei sacchi vitellini (una formazione extraembrionaria che nelle prime 12 settimane sostituisce la funzione placentare) e il setto amniotico, una membrana che divide i due sacchi amniotici e che, in caso di placenta unica, è molto più sottile”.
Si corre qualche rischio in più?
Aspettare gemelli non significa, come molti credono, andare automaticamente incontro a complicanze. È vero, però, che la gravidanza gemellare va monitorata con maggiore attenzione poiché è più facile che insorgano alcuni fenomeni.
Uno di questi è il ritardo di crescita legato alla minore funzionalità della placenta. “Anche se bisogna specificare che nelle gravidanze gemellari la crescita del feto è generalmente inferiore rispetto a quella registrata nelle normali gestazioni”, spiega Carlo Napolitano. “Per questo, in mancanza di tabelle di riferimento specifiche, per valutare il corretto sviluppo dei gemelli si usano le curve di crescita dei feti singoli da cui si detrae, poi, un 15% circa”.
Al termine del parto gemellare sono più probabili le presentazioni anomale, con un bebè cefalico e l’altro podalico, per esempio, oppure entrambi podalici, o ancora uno traverso e l’altro podalico e così via.
Il parto prematuro è più frequente: il peso sempre maggiore dei feti può provocare una sovradistensione dell’utero e una rottura precoce delle membrane; non a caso, la gravidanza gemellare viene considerata a termine a 37 settimane e non a 40.
Infine, è più elevato il rischio di incorrere in alcuni disturbi tipici dei nove mesi, come la carenza di ferro (l’organismo deve nutrire non uno, ma due bambini!), i dolori alla schiena, i problemi circolatori agli arti inferiori o le patologie come la preeclampsia.