Due donne, due vite felici ma solo un bambino. La storia di
Inviato: 29 gen 2016, 11:15
Due donne, due vite felici ma solo un bambino. La storia di una maternità surrogata
Anna, un'abitante della città italiana di Vicenza, è una donna come tutte le altre e piu' di ogni altra cosa al mondo voleva diventare madre. Sfortunamente, a causa di una diagnosi insuperabile la donna non poteva fisicamente portare avanti la gravidanza. Ciònonostante il suo sogno nel cassetto si è avverato realizzandolo con l’aiuto di un'altra donna e con le tecnologie mediche moderne. Si tratta di tecniche di procreazione medicamente assistita: la maternità surrogata e la FIVET. Oggigiorno i programmi di maternità surrogata hanno preso un posto importante tra gli altri metodi della PMA.
La maternità surrogata è l'unica chance di diventare genitori per molte coppie infertili. È un'unica possibilità di diventare madri per le donne con diagnosi gravi come, per esempio, mancanza di utero. Anche Anna ha deciso di usufruire di tale opportunità. Ha capito che senza l'aiuto di una madre surrogata rischierebbe di essere destinata ad una vita senza figli.
Maternità surrogata è l'unica tecnologia riproduttiva dove il fattore umano gioca un ruolo particolare. Nel processo di nascita di una nuova vita, oltre ai genitori biologici, partecipa anche "una terza persona" cioè la madre surrogata.
Anna e la sua famiglia ne erano a conoscenza, per cui hanno riflettuto a lungo prima di rivolgersi ad una clinica ucraina per il programma di maternità surrogata. Hanno cercato di prendere in considerazione tutti gli aspetti psicologici di tale decisione. La felicità di essere madre è un sogno di ogni donna. Avendo pesato tutti i pro e contro Anna ha inviato una mail al centro di medicina riproduttiva BioTexCom. La donna ha indicato la diagnosi, tutti i dettagli medici, l'età del marito e scritto che la loro famiglia vuole effettuare il programma di maternità surrogata.
"Ricordo la mia prima visita alla clinica: le informazioni sulla procedura, i chiarimenti di tutte le domande che sorgevano. Ero d'accordo con ogni parola del dottore, ero pronta ad affrontare ogni difficoltà a patto che ci si riesca. Mio marito era molto serio, ha studiato tutto in dettaglio: i contratti, i prezzi, le condizioni. Allora ero felice; ringraziavo Dio e pensavo con un grande sollievo che almeno uno di noi fosse tranquillo e potesse ragionare con calma e sangue freddo", racconta Anna.
Mentre il dottore riceve le coppie infertili, nello studio affianco esaminano le donne che sono venute in clinica per diventare madri surrogate e regalare felicità ad una delle famiglie senza figli.
"Quando venni nella clinica, nella sala d'attesa ci furono molte coppie straniere. In quell'istante ho pensato che probabilmente qualcuno di loro sarebbero diventati genitori del bambino che avrei partorito", - ricorda Nadezhda, una madre surrogata.
Nel frattempo Anna non si accorge di nessuno nel grande centro medico. È un po' persa ed emozionalmente tesa. Oggi per lei e il marito è un giorno importante e di grande responsabilità: firmano il contratto e i dottori cominciano la ricerca di una madre surrogata adatta per loro.
"L'euforia terminò quando cominciarono i soliti problemi. Le madri non andavano bene per l'età, lo stato di salute o per gli altri motivi. Abbiamo aspettato piu del dovuto, siccome che la fila per il programma è piuttosto lunga e le madri surrogate sono distribuite secondo il tempo di attesa", dice Anna.
La famiglia di Anna ha aspettato così tanto che avendo trovato finalmente una speranza erano pronti ad attendere un altro po'. E infine la loro pazienza è stata premiata. Il passo piu' importante nella loro vita è stato fatto: la madre surrogata era selezionata, gli embrioni erano trasferiti. La nostra coppia doveva solo aspettare una risposta dalla clinica. "Eravamo a casa, tutti tesi e preoccupati. Finalmente arriva una chiamata dal nostro coordinatore. Ha risposto mio marito e dai suoi occhi ho capito che il risultato era positivo. Positivo! Molto presto vedremo il nostro bimbo dall'ecografia", - ricorda quel giorno felice Anna.
Anna, un'abitante della città italiana di Vicenza, è una donna come tutte le altre e piu' di ogni altra cosa al mondo voleva diventare madre. Sfortunamente, a causa di una diagnosi insuperabile la donna non poteva fisicamente portare avanti la gravidanza. Ciònonostante il suo sogno nel cassetto si è avverato realizzandolo con l’aiuto di un'altra donna e con le tecnologie mediche moderne. Si tratta di tecniche di procreazione medicamente assistita: la maternità surrogata e la FIVET. Oggigiorno i programmi di maternità surrogata hanno preso un posto importante tra gli altri metodi della PMA.
La maternità surrogata è l'unica chance di diventare genitori per molte coppie infertili. È un'unica possibilità di diventare madri per le donne con diagnosi gravi come, per esempio, mancanza di utero. Anche Anna ha deciso di usufruire di tale opportunità. Ha capito che senza l'aiuto di una madre surrogata rischierebbe di essere destinata ad una vita senza figli.
Maternità surrogata è l'unica tecnologia riproduttiva dove il fattore umano gioca un ruolo particolare. Nel processo di nascita di una nuova vita, oltre ai genitori biologici, partecipa anche "una terza persona" cioè la madre surrogata.
Anna e la sua famiglia ne erano a conoscenza, per cui hanno riflettuto a lungo prima di rivolgersi ad una clinica ucraina per il programma di maternità surrogata. Hanno cercato di prendere in considerazione tutti gli aspetti psicologici di tale decisione. La felicità di essere madre è un sogno di ogni donna. Avendo pesato tutti i pro e contro Anna ha inviato una mail al centro di medicina riproduttiva BioTexCom. La donna ha indicato la diagnosi, tutti i dettagli medici, l'età del marito e scritto che la loro famiglia vuole effettuare il programma di maternità surrogata.
"Ricordo la mia prima visita alla clinica: le informazioni sulla procedura, i chiarimenti di tutte le domande che sorgevano. Ero d'accordo con ogni parola del dottore, ero pronta ad affrontare ogni difficoltà a patto che ci si riesca. Mio marito era molto serio, ha studiato tutto in dettaglio: i contratti, i prezzi, le condizioni. Allora ero felice; ringraziavo Dio e pensavo con un grande sollievo che almeno uno di noi fosse tranquillo e potesse ragionare con calma e sangue freddo", racconta Anna.
Mentre il dottore riceve le coppie infertili, nello studio affianco esaminano le donne che sono venute in clinica per diventare madri surrogate e regalare felicità ad una delle famiglie senza figli.
"Quando venni nella clinica, nella sala d'attesa ci furono molte coppie straniere. In quell'istante ho pensato che probabilmente qualcuno di loro sarebbero diventati genitori del bambino che avrei partorito", - ricorda Nadezhda, una madre surrogata.
Nel frattempo Anna non si accorge di nessuno nel grande centro medico. È un po' persa ed emozionalmente tesa. Oggi per lei e il marito è un giorno importante e di grande responsabilità: firmano il contratto e i dottori cominciano la ricerca di una madre surrogata adatta per loro.
"L'euforia terminò quando cominciarono i soliti problemi. Le madri non andavano bene per l'età, lo stato di salute o per gli altri motivi. Abbiamo aspettato piu del dovuto, siccome che la fila per il programma è piuttosto lunga e le madri surrogate sono distribuite secondo il tempo di attesa", dice Anna.
La famiglia di Anna ha aspettato così tanto che avendo trovato finalmente una speranza erano pronti ad attendere un altro po'. E infine la loro pazienza è stata premiata. Il passo piu' importante nella loro vita è stato fatto: la madre surrogata era selezionata, gli embrioni erano trasferiti. La nostra coppia doveva solo aspettare una risposta dalla clinica. "Eravamo a casa, tutti tesi e preoccupati. Finalmente arriva una chiamata dal nostro coordinatore. Ha risposto mio marito e dai suoi occhi ho capito che il risultato era positivo. Positivo! Molto presto vedremo il nostro bimbo dall'ecografia", - ricorda quel giorno felice Anna.