Perché in Italia è così difficile adottare un bambino
Inviato: 29 mar 2016, 12:54
Oltre 10.000 richieste, meno di 3.000 minori che trovano una famiglia. No, il nostro non è un Paese per aspiranti genitori. I motivi? Costi, controlli, iter infiniti e una riforma di legge ancora in stand by. Per gli esperti, però, una via d’uscita c’è
«È un primo passo importante, ma non basta». Dopo il via libera alla legge sulle unioni civili, la senatrice Monica Cirinnà ha annunciato l’intenzione del governo di rivedere le norme sulle adozioni. Non solo per permettere la stepchild adoption (la possibilità di riconoscere il figlio del partner), ma per migliorare un percorso che, oggi, è talmente pieno di ostacoli da far perdere la speranza a migliaia di aspiranti genitori: secondo i dati del Dipartimento per la giustiziona minorile, solo 1 coppia su 4 “ce la fa” e il numero delle famiglie disponibili ad accogliere un bambino è in sensibile calo. Vediamo perché.
QUANTI SONO I BAMBINI ADOTTATI E PERCHÉ SONO DIMINUITE LE RICHIESTE?
«Gli stranieri adottati nel nostro Paese nel 2014 sono stati 1.969, provenienti principalmente da Russia, Etiopia, Polonia, Brasile, Colombia, Cina» dice Paola Crestani, presidente del Ciai, il Centro italiano aiuti all’infanzia. «Gli italiani che hanno trovato una casa sono stati 1.072». Numeri “piccoli” in confronto alle richieste: nel 2014 circa 10.000 coppie hanno fatto domanda di adozione. «Ma erano il doppio 10 anni fa» dice l’esperta. «Andare all’estero costa e la crisi da noi si è fatta sentire. Di contro, la situazione economica in molti Paesi è migliorata, col risultato che spesso i minori sono ragazzi grandi o problematici che non tutti sono disponibili ad accogliere». Non solo. «In Italia ci sono 5.430.000 coppie coniugate senza figli: 70.000 si rivolgono alla fecondazione assistita e appena 9.000 portano a termine la gravidanza» dice Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Amici dei Bambini. «Possibile che le altre non vogliano diventare genitori? Più probabile che rinuncino ad affrontare il percorso adottivo, visto come una lunga e costosa via crucis».
QUALI SONO I TEMPI PER L’ADOZIONE E COME SI POTREBBE ACCORCIARLI?
«Le coppie sposate da 3 anni o che tra matrimonio e convivenza abbiano raggiunto questo periodo possono fare domanda di adozione al tribunale per i minorenni» spiega Paola Crestani, presidente del Ciai. «Quella nazionale è rinnovabile dopo 3 anni ma non sempre va in porto. Per l’internazionale si fa una richiesta di idoneità al tribunale, quindi ci si rivolge a uno dei circa 60 enti autorizzati per avviare le pratiche all’estero». Ricevuto l’ok del tribunale, l’attesa può durare anche 4 anni. «Non dipende da noi ma dal Paese scelto» dice Paola Crestani. «Per dimezzare i tempi bisognerebbe rendere perentori i termini per ricevere la dichiarazione di idoneità: oggi serve più di 1 anno, ma la legge parla di 6 mesi e mezzo».
«È un primo passo importante, ma non basta». Dopo il via libera alla legge sulle unioni civili, la senatrice Monica Cirinnà ha annunciato l’intenzione del governo di rivedere le norme sulle adozioni. Non solo per permettere la stepchild adoption (la possibilità di riconoscere il figlio del partner), ma per migliorare un percorso che, oggi, è talmente pieno di ostacoli da far perdere la speranza a migliaia di aspiranti genitori: secondo i dati del Dipartimento per la giustiziona minorile, solo 1 coppia su 4 “ce la fa” e il numero delle famiglie disponibili ad accogliere un bambino è in sensibile calo. Vediamo perché.
QUANTI SONO I BAMBINI ADOTTATI E PERCHÉ SONO DIMINUITE LE RICHIESTE?
«Gli stranieri adottati nel nostro Paese nel 2014 sono stati 1.969, provenienti principalmente da Russia, Etiopia, Polonia, Brasile, Colombia, Cina» dice Paola Crestani, presidente del Ciai, il Centro italiano aiuti all’infanzia. «Gli italiani che hanno trovato una casa sono stati 1.072». Numeri “piccoli” in confronto alle richieste: nel 2014 circa 10.000 coppie hanno fatto domanda di adozione. «Ma erano il doppio 10 anni fa» dice l’esperta. «Andare all’estero costa e la crisi da noi si è fatta sentire. Di contro, la situazione economica in molti Paesi è migliorata, col risultato che spesso i minori sono ragazzi grandi o problematici che non tutti sono disponibili ad accogliere». Non solo. «In Italia ci sono 5.430.000 coppie coniugate senza figli: 70.000 si rivolgono alla fecondazione assistita e appena 9.000 portano a termine la gravidanza» dice Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Amici dei Bambini. «Possibile che le altre non vogliano diventare genitori? Più probabile che rinuncino ad affrontare il percorso adottivo, visto come una lunga e costosa via crucis».
QUALI SONO I TEMPI PER L’ADOZIONE E COME SI POTREBBE ACCORCIARLI?
«Le coppie sposate da 3 anni o che tra matrimonio e convivenza abbiano raggiunto questo periodo possono fare domanda di adozione al tribunale per i minorenni» spiega Paola Crestani, presidente del Ciai. «Quella nazionale è rinnovabile dopo 3 anni ma non sempre va in porto. Per l’internazionale si fa una richiesta di idoneità al tribunale, quindi ci si rivolge a uno dei circa 60 enti autorizzati per avviare le pratiche all’estero». Ricevuto l’ok del tribunale, l’attesa può durare anche 4 anni. «Non dipende da noi ma dal Paese scelto» dice Paola Crestani. «Per dimezzare i tempi bisognerebbe rendere perentori i termini per ricevere la dichiarazione di idoneità: oggi serve più di 1 anno, ma la legge parla di 6 mesi e mezzo».