Infertilità: come affrontarla in coppia
Inviato: 22 mag 2016, 13:40
Chi scopre di non poter avere un figlio vive un trauma. Che rischia di travolgere anche il rapporto a due
Desiderare un figlio e non riuscire ad averlo è una realtà che vive quasi una coppia su quattro nel nostro Paese. La diagnosi di infertilità arriva come un macigno, mettendo in crisi il desiderio e il progetto di avere una famiglia. E può minare pericolosamente il rapporto: «La notizia può scatenare una conflittualità e alcune donne si ritrovano a dire al compagno: “Se non posso diventare mamma è per colpa tua”» spiega la psicoterapeuta e sessuologa Raffaella Visigalli, autrice del libro appena uscito Desiderare un figlio (Franco Angeli).
«Nei casi più gravi la coppia si sente inutile e rischia di scoppiare perché non trova più un senso nello stare insieme». Qui, con l’aiuto della dottoressa Visigalli e della psicologa Stefania Vaccari, cercheremo di dare dei suggerimenti per affrontare l’altalena di emozioni che si vive in questi momenti. Fatta di rabbia, sconcerto e smarrimento.
Un vortice di emozioni «La diagnosi di infertilità genera uno shock, perché ognuno di noi dà per scontata la possibilità di diventare genitore» spiega Raffaella Visigalli, sessuologa presso la Dyma, Centro di psicologia integrata di Monza, e consulente per l’Istituto valenciano de infertilidad di Barcellona. «Apprendere che non sarà possibile creare una famiglia, getta la coppia nello sgomento, a cui possono seguire un senso di frustrazione, rabbia, depressione. In alcuni casi, le persone hanno bisogno di trovano un motivo, dicendosi per esempio: “Questa è la colpa che dobbiamo espiare perché in passato abbiamo abortito”».
Uno shock per entrambi «La donna si sente incompleta» spiega Visigalli. «Ha vissuto la sua identità di figlia e poi di moglie, ma non può completarsi diventando a sua volta madre e nonna. L’uomo, invece, si sente meno virile. Alcune persone arrivano a essere apatiche nel lavoro o nella vita privata e si chiedono: “Perché devo darmi da fare se non avrò dei figli?”».
E anche l’intimità ne risente: «La sessualità programmata, e dunque finalizzata solo alla ricerca di un figlio nei giorni in cui si hanno più probabilità di concepimento, rende il sesso metodico, poco entusiasmante. E toglie gli aspetti ludici e romantici, ingredienti fondamentali per una sessualità gratificante. Nei casi più gravi si possono sviluppare disfunzioni sessuali, dal vaginismo ai disturbi dell’erezione: sono un modo per comunicare uno stato di disagio o punire inconsciamente il partner sterile».
Desiderare un figlio e non riuscire ad averlo è una realtà che vive quasi una coppia su quattro nel nostro Paese. La diagnosi di infertilità arriva come un macigno, mettendo in crisi il desiderio e il progetto di avere una famiglia. E può minare pericolosamente il rapporto: «La notizia può scatenare una conflittualità e alcune donne si ritrovano a dire al compagno: “Se non posso diventare mamma è per colpa tua”» spiega la psicoterapeuta e sessuologa Raffaella Visigalli, autrice del libro appena uscito Desiderare un figlio (Franco Angeli).
«Nei casi più gravi la coppia si sente inutile e rischia di scoppiare perché non trova più un senso nello stare insieme». Qui, con l’aiuto della dottoressa Visigalli e della psicologa Stefania Vaccari, cercheremo di dare dei suggerimenti per affrontare l’altalena di emozioni che si vive in questi momenti. Fatta di rabbia, sconcerto e smarrimento.
Un vortice di emozioni «La diagnosi di infertilità genera uno shock, perché ognuno di noi dà per scontata la possibilità di diventare genitore» spiega Raffaella Visigalli, sessuologa presso la Dyma, Centro di psicologia integrata di Monza, e consulente per l’Istituto valenciano de infertilidad di Barcellona. «Apprendere che non sarà possibile creare una famiglia, getta la coppia nello sgomento, a cui possono seguire un senso di frustrazione, rabbia, depressione. In alcuni casi, le persone hanno bisogno di trovano un motivo, dicendosi per esempio: “Questa è la colpa che dobbiamo espiare perché in passato abbiamo abortito”».
Uno shock per entrambi «La donna si sente incompleta» spiega Visigalli. «Ha vissuto la sua identità di figlia e poi di moglie, ma non può completarsi diventando a sua volta madre e nonna. L’uomo, invece, si sente meno virile. Alcune persone arrivano a essere apatiche nel lavoro o nella vita privata e si chiedono: “Perché devo darmi da fare se non avrò dei figli?”».
E anche l’intimità ne risente: «La sessualità programmata, e dunque finalizzata solo alla ricerca di un figlio nei giorni in cui si hanno più probabilità di concepimento, rende il sesso metodico, poco entusiasmante. E toglie gli aspetti ludici e romantici, ingredienti fondamentali per una sessualità gratificante. Nei casi più gravi si possono sviluppare disfunzioni sessuali, dal vaginismo ai disturbi dell’erezione: sono un modo per comunicare uno stato di disagio o punire inconsciamente il partner sterile».