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Malattie sessualmente trasmissibili: HPV

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Malattie sessualmente trasmissibili: HPV

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Il Papilloma (HPV) è il virus più importante tra quelli che causano il cancro al collo dell’utero, che rappresenta come diffusione tra le donne la seconda forma di cancro, dopo quello alla mammella.
Il virus penetra nelle cellule dell’epitelio squamoso attraverso delle micro lesioni e ne raggiunge il nucleo, dove riesce ad alterare il normale ciclo delle cellule e a causare dei processi di proliferazione. Attraverso la desquamazione delle mucose e della cute è infine in grado di infettare altre persone.

La trasmissione del virus avviene tramite contatto sessuale a livello genitale. Sono quindi fattori di rischio la giovane età, la frequenza e la promiscuità dei rapporti sessuali propri e del partner, il sesso anale.

L’HPV è il principale responsabile dei conditomi (o creste di gallo), formazioni simili alle verruche. Le infezioni però sono per lo più asintomatiche e possono persistere a vita senza che il paziente se ne accorga. Capita inoltre che infezioni contratte anni prima e rimaste latenti possano riattivarsi a causa di un calo delle difese immunitarie.

Il contatto e l’infezione da HPV non genera con sicurezza il cancro, che interviene in una piccolissima percentuale di casi. Giocano un ruolo in questo anche altri fattori di rischio come il fumo, i contraccettivi orali, altre malattie sessualmente trasmissibili e in alcuni casi la gravidanza.

Sono stati per ora identificato circa 100 tipologie di HPV, tra le quali alcune hanno un maggior rischio di contrazione del cancro.

Lo strumento essenziale per la riduzione del rischio è la prevenzione e i controlli frequenti, che per quanto riguarda la donna sono condotti con l’ausilio del Pap test e della Colposcopia. Le donne si dovrebbero sottoporre periodicamente a pap test dal momento in cui iniziano ad avere una vita sessuale, al fine di poter individuare in modo precoce le eventuali lesioni del collo dell’utero che possono far pensare all’insorgenza del cancro.
Lesioni di basso grado hanno solitamente una remissione spontanea, mentre quelle di alto grado hanno un rischio maggiore di evoluzione negativa. Per decidere quindi se intervenire o meno va valutato il livello di rischio. In caso di necessità è possibile ricorrere alla conizzazione o al laser, mentre per i conditomi si potrà usare l’elettrocoagulazione oppure la crioterapia.

Dal 2008 in Italia è partita una campagna massiva di vaccinazione, al fine di mettere in atto una strategia di prevenzione. Sono interessate le ragazze di 12 anni, in quanto si ritiene che non siano state ancora esposte alla possibilità di contagio sessuale del virus.
La vaccinazione consiste in tre dosi da iniettare via intramuscolo e protegge da alcune tipologie di HPV. Si stanno continuando gli studi per valutare quanto la vaccinazione possa essere efficace anche su ragazze fino a 18 anni di età. Allo stato attuale infatti è possibile mediante il vaccino esclusivamente prevenire e non curare.

Nonostante la campagna di vaccinazione in ogni caso lo strumento principale per combattere l’HPV e i suoi effetti rimane la prevenzione e i controlli frequenti e regolari, che purtroppo in Italia sono ancora effettuati da una ristretta fascia di popolazione femminile.
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