Il bimbo più tranquillo, a partire dai due anni, improvvisamente, in alcune situazioni, si trasforma in una piccola furia che urla e strepita. I genitori rimangono spiazzati ma è tutto normale: la rabbia è un segnale di crescita. Come comportarsi? Basta mantenere la calma e lasciare che la tempesta passi
Il tenero pargolo di ieri, dopo la sua seconda candelina, ha iniziato a dare in escandescenze. All'improvviso, nel corso della giornata, per le ragioni più svariate e 'pittoresche' (talvolta misteriose e incomprensibili!) dal punto di vista dell'adulto, l'ex angelo si trasforma in una creatura che urla e strepita. Piange, protesta e si oppone strenuamente, con tutte le sue forze, a ogni strategia pacificatoria di mamma e papà.
Uno scenario che ogni genitore ha ben presente e, spesso, alle prime esplosioni di stizza del bimbo, lascia perplessi. “L'adulto fa fatica perché non si immagina la rabbia di un piccolo che per due anni o più è stato un tesoro e ora si butta per terra e non accetta i confini”, dice Giuliana Franchini, psicologa e psicoterapeuta, autrice di numerosi libri (con Giuseppe Maiolo, Le carte di Ciripò, Giocare e inventare storie con le emozioni, Centro Studi Erickson).
Certo, non è facile per l'adulto affrontare al meglio l'espressione di un'emozione così forte, ma la rabbia è una manifestazione del tutto 'normale', una tappa della crescita di ogni bimbo. A partire dai 2 anni, infatti, spesso per tutto il periodo prescolare, il bimbo è travolto da questi stati di ira.
La 'burrasca' può scoppiare, in modo inaspettato, in qualsiasi luogo e per mille cause diverse: una torre di mattoncini che crolla, il peluche scomparso, un 'no' del genitore ('Ora è tardi, basta parco, andiamo a casa!')... Come mai accade e cosa significa?
1 La rabbia è un segnale positivo: il piccolo sta crescendo
Il genitore si sente spiazzato di fronte al figlio che piange disperato e scalpita, tuttavia non c'è motivo di preoccuparsi. “È un grande segnale positivo, il bimbo sta crescendo e scopre il proprio io, impara chi è e cosa vuole – spiega la psicologa. Ma per farlo, si trova in uno stato di continua lotta, fa fatica a decidere perché non sa bene cosa vuole davvero.
Per noi adulti, per esempio, se fa freddo, è immediato pensare di indossare una giacca pesante poiché l'abbiamo imparato, per un bimbo, invece, non è così facile: non ha ancora abbastanza esperienza.
Quindi, vive, spesso, un conflitto tra emozioni diverse, un'alternanza tra 'voglio' e 'non-voglio' quando, per esempio, il genitore gli dice 'no'.”, dice Franchini.
2 Il bambino si oppone ma non vivetela come una provocazione nei vostri confronti
Quando iniziano le 'prime scene', l'atteggiamento del bimbo, spesso, risulta molto difficile da accettare per l'adulto. Tanto che c'è chi afferma di non riconoscere più il pargolo che è diventato un piccolo mostro.
“ In realtà, il genitore non dovrebbe viverlo come un attacco da parte del bambino– spiega Giuliana Franchini. La sperimentazione passa attraverso ogni momento della vita quotidiana.
La caparbietà è una caratteristica dell'infanzia, proprio perché il piccolo deve sperimentare la sua autonomia”.
3 Quando scoppia la rabbia, aspettate che passi
Una situazione abbastanza tipica (e frequente), per esempio, che innesca una reazione esplosiva nel bimbo è la 'scomparsa' (una vera tragedia!) di un giocattolo a cui tiene molto in quel particolare momento. Ma anche un piccolo incidente mentre gioca (una costruzione che crolla) può dare adito a una vera 'emergenza'.
Come dovrebbe comportarsi, in questi casi, il genitore?
Quando il bimbo diventa intrattabile, e la rabbia esplode improvvisamente, non ha senso tentare subito di calmarlo e parlargli. Ancora peggio è alzare la voce o intimargli di smetterla.
Per la psicologa, occorre aspettare che passi e dargli il tempo di passare 'attraverso' e 'dopo' la rabbia.
“Se un bimbo piange perché non riesce a trovare un gioco, il genitore può trasformare questo episodio in una situazione giocosa improvvisando un po', - dice Giuliana Franchini. Un'idea, per esempio, è quella di diventare un mago, iniziando a cercare insieme al piccolo.
In genere, comunque, dopo che si è sfogato, il bimbo cerca spontaneamente il genitore e, in questo momento, è importante rassicurarlo, coccolarlo e calmarlo. In base all'età, si può poi discutere e spiegare cosa è successo”, dice la psicoterapeuta.
Come gestire la rabbia dei bambini, 9 consigli infallibili
Re: Come gestire la rabbia dei bambini, 9 consigli infallibi
4 Quando il bimbo diventa 'blu' ...
A volte, può accadere che il bimbo si arrabbi così tanto da diventare cianotico. Naturalmente, il genitore si spaventa ma, in questa fase, la bomba è già innescata.
“In questo caso, è una buona idea passargli un fazzoletto bagnato sul viso, - afferma la psicologa - o fargli un massaggio sulla schiena e consolarlo.
Una volta che si è calmato, si può spiegargli che quella rabbia è possibile metterla in un gioco.
Per esempio, può fare un disegno che rappresenta la sua rabbia e poi può tagliarlo a striscioline. Un'altra proposta è quella di prendere una lattina vuota pulita e invitare il bimbo a urlarci dentro e, poi, a sistemarla in un posto nascosto”, dice la psicoterapeuta.
5 Al supermercato, quando è stanco meglio di no
Un altro tipico momento, che spesso si trasforma in una situazione travolgente, è quello della spesa. Secondo la psicologa, sarebbe meglio non portare il bimbo con sé al supermercato, magari dopo una giornata al nido o alla scuola dell'infanzia perché è già stanco.
Tuttavia, se non è possibile evitarlo, è utile ricorrere a qualche piccolo accorgimento per evitare un'esplosione di rabbia.
“Se si porta il bimbo a fare la spesa, è utile affidargli dei compiti e coinvolgerlo nella situazione, per esempio, basta dirgli: 'Scegli tu le arance o le pere oggi!'. Un buona idea è anche quella di inventare una semplice filastrocca e recitarla insieme. Tipo, 'fai la spesa per le prove, 1, 2, 3 la mamma è qui con te!' - dice l'esperta.
6 L'inizio della giornata, che sia piacevole!
Anche al mattino, sempre di corsa, quando i bimbi vanno al nido o alla scuola dell'infanzia, la 'tragedia' è dietro l'angolo.
Per evitarla, sarebbe opportuno organizzarsi prima per rendere l'inizio della giornata più piacevole. “Basta, per esempio, far trovare al bimbo l'orsetto sulla sedia dove mangia per stupirlo o si può pensare a una piccola sorpresina che lo diverta... In fondo, ai bimbi di questa età, basta poco”, dice Giuliana Franchini.
In generale, per ogni situazione della giornata, secondo l'esperta, il genitore dovrebbe attrezzarsi con una sorta di 'valigetta del pronto soccorso' in grado di risolvere le fasi più 'critiche'.
Una stellina adesiva, per esempio, può aiutare a superare un momento difficile," dice la psicoterapeuta.
7 Concordate le regole. Poche ma inviolabili
Capire (e accettare come 'normale') la rabbia del bimbo mantenendo la calma (se il bimbo urla, non serve urlare più di lui) di fronte alla sua improvvisa esplosione è molto importante. Soprattutto quando nasce da un 'incidente' del quotidiano (un gioco si rompe, sparisce, qualcosa va storto per il bimbo...).
Un po' diverso il caso in cui il bimbo si arrabbia per un 'no' del genitore. In alcune situazioni, infatti, il bimbo di 'accende' perché l'adulto ha messo dei paletti. Anche in età prescolare, infatti, non si può fare a meno di definire alcuni limiti. “Non possiamo discutere, per esempio, sul fatto che a 2-3 anni non si attraversa la strada da soli. Non è una cosa su cui si può trattare, perché rientra in quelle 'regole' di protezione della vita del bimbo”, dice la psicologa.
In questa fascia d'età, in ogni caso, è opportuno che il bimbo segua al massimo 3-4 regole stabilite insieme da mamma e papà. È fondamentale che entrambi i genitori siano d'accordo, secondo la psicologa, e convinti nel proporre sempre le stesse regole: se non c'è coerenza, il piccolo lo percepisce.
8 I riti danno sicurezza. Soprattutto per la nanna
La regolarità è una grande risorsa per il bimbo piccolo, lo aiuta ad accettare anche quei momenti della giornata che possono scatenare la sua rabbia. Tipico è il caso della nanna che genera, molto spesso, grandi proteste e rimostranze da parte dei bimbi intorno ai 3 anni. Ma naturalmente, il fatto di andare a letto a un orario adeguato per l'età è una 'regola', non è qualcosa su cui si possa discutere. E, in questo frangente, per esempio, è indispensabile che mamma e papà sostengano la stessa identica posizione ('è ora di andare a letto, abbiamo letto la storia, le luci grandi si spengono, chiudi gli occhi!').
“Io sono una grande sostenitrice dei rituali, è importante dare regolarità al bimbo, mangiare alla stessa ora, andare a letto tutte le sere allo stesso orario... Quando dormono poco, i bimbi sono più irritabili, ma il sonno è la fase finale di una giornata.
Per questo è utile avere dei momenti ricorrenti nel corso delle 12 ore precedenti: le coccole nel posto preferito, la merenda che rilassa il bimbo e... anche la mamma!”, afferma Giuliana Franchini.
9 Per tutta la famiglia: uno spazio anti stress
Impegni, corse e stress sono una sorta di comune denominatore per (quasi) ogni famiglia. Ogni giornata è spesso una lotta contro il tempo: secondo la psicologa, l'adulto avrebbe bisogno di momenti per rilassarsi. Sarebbe sufficiente stare un attimo calmo sul divano, leggere un libro, ascoltare un po' di musica.
“È molto importante avere dei rituali di calma per contrastare lo stress che oggi è sempre più forte per tutti noi e insegnarlo, poi, anche ai figli. Di fatto, è una grande risorsa ritagliarsi qualche momento di benessere e proporlo anche ai bimbi: 5 minuti della stessa musica, per esempio, ogni giorno, nello stesso posto, aiutano a recuperare energia e forza”, dice Giuliana Franchini.
Dal punto di vista della psicologa, se il genitore è sufficientemente soddisfatto, in genere, lo è anche il bimbo. “Non possiamo pensare che il bimbo sia un mondo a se stante: se ha intorno adulti che sanno gestire bene il tempo e sono capaci di rilassarsi, lo sarà di più anche lui.
Un genitore mediamente soddisfatto ha più pazienza e un atteggiamento più coerente verso il figlio. E tutti i bambini hanno bisogno di tempo, amore e libertà e di adulti che hanno voglia di stare con loro”, conclude la psicologa.
A volte, può accadere che il bimbo si arrabbi così tanto da diventare cianotico. Naturalmente, il genitore si spaventa ma, in questa fase, la bomba è già innescata.
“In questo caso, è una buona idea passargli un fazzoletto bagnato sul viso, - afferma la psicologa - o fargli un massaggio sulla schiena e consolarlo.
Una volta che si è calmato, si può spiegargli che quella rabbia è possibile metterla in un gioco.
Per esempio, può fare un disegno che rappresenta la sua rabbia e poi può tagliarlo a striscioline. Un'altra proposta è quella di prendere una lattina vuota pulita e invitare il bimbo a urlarci dentro e, poi, a sistemarla in un posto nascosto”, dice la psicoterapeuta.
5 Al supermercato, quando è stanco meglio di no
Un altro tipico momento, che spesso si trasforma in una situazione travolgente, è quello della spesa. Secondo la psicologa, sarebbe meglio non portare il bimbo con sé al supermercato, magari dopo una giornata al nido o alla scuola dell'infanzia perché è già stanco.
Tuttavia, se non è possibile evitarlo, è utile ricorrere a qualche piccolo accorgimento per evitare un'esplosione di rabbia.
“Se si porta il bimbo a fare la spesa, è utile affidargli dei compiti e coinvolgerlo nella situazione, per esempio, basta dirgli: 'Scegli tu le arance o le pere oggi!'. Un buona idea è anche quella di inventare una semplice filastrocca e recitarla insieme. Tipo, 'fai la spesa per le prove, 1, 2, 3 la mamma è qui con te!' - dice l'esperta.
6 L'inizio della giornata, che sia piacevole!
Anche al mattino, sempre di corsa, quando i bimbi vanno al nido o alla scuola dell'infanzia, la 'tragedia' è dietro l'angolo.
Per evitarla, sarebbe opportuno organizzarsi prima per rendere l'inizio della giornata più piacevole. “Basta, per esempio, far trovare al bimbo l'orsetto sulla sedia dove mangia per stupirlo o si può pensare a una piccola sorpresina che lo diverta... In fondo, ai bimbi di questa età, basta poco”, dice Giuliana Franchini.
In generale, per ogni situazione della giornata, secondo l'esperta, il genitore dovrebbe attrezzarsi con una sorta di 'valigetta del pronto soccorso' in grado di risolvere le fasi più 'critiche'.
Una stellina adesiva, per esempio, può aiutare a superare un momento difficile," dice la psicoterapeuta.
7 Concordate le regole. Poche ma inviolabili
Capire (e accettare come 'normale') la rabbia del bimbo mantenendo la calma (se il bimbo urla, non serve urlare più di lui) di fronte alla sua improvvisa esplosione è molto importante. Soprattutto quando nasce da un 'incidente' del quotidiano (un gioco si rompe, sparisce, qualcosa va storto per il bimbo...).
Un po' diverso il caso in cui il bimbo si arrabbia per un 'no' del genitore. In alcune situazioni, infatti, il bimbo di 'accende' perché l'adulto ha messo dei paletti. Anche in età prescolare, infatti, non si può fare a meno di definire alcuni limiti. “Non possiamo discutere, per esempio, sul fatto che a 2-3 anni non si attraversa la strada da soli. Non è una cosa su cui si può trattare, perché rientra in quelle 'regole' di protezione della vita del bimbo”, dice la psicologa.
In questa fascia d'età, in ogni caso, è opportuno che il bimbo segua al massimo 3-4 regole stabilite insieme da mamma e papà. È fondamentale che entrambi i genitori siano d'accordo, secondo la psicologa, e convinti nel proporre sempre le stesse regole: se non c'è coerenza, il piccolo lo percepisce.
8 I riti danno sicurezza. Soprattutto per la nanna
La regolarità è una grande risorsa per il bimbo piccolo, lo aiuta ad accettare anche quei momenti della giornata che possono scatenare la sua rabbia. Tipico è il caso della nanna che genera, molto spesso, grandi proteste e rimostranze da parte dei bimbi intorno ai 3 anni. Ma naturalmente, il fatto di andare a letto a un orario adeguato per l'età è una 'regola', non è qualcosa su cui si possa discutere. E, in questo frangente, per esempio, è indispensabile che mamma e papà sostengano la stessa identica posizione ('è ora di andare a letto, abbiamo letto la storia, le luci grandi si spengono, chiudi gli occhi!').
“Io sono una grande sostenitrice dei rituali, è importante dare regolarità al bimbo, mangiare alla stessa ora, andare a letto tutte le sere allo stesso orario... Quando dormono poco, i bimbi sono più irritabili, ma il sonno è la fase finale di una giornata.
Per questo è utile avere dei momenti ricorrenti nel corso delle 12 ore precedenti: le coccole nel posto preferito, la merenda che rilassa il bimbo e... anche la mamma!”, afferma Giuliana Franchini.
9 Per tutta la famiglia: uno spazio anti stress
Impegni, corse e stress sono una sorta di comune denominatore per (quasi) ogni famiglia. Ogni giornata è spesso una lotta contro il tempo: secondo la psicologa, l'adulto avrebbe bisogno di momenti per rilassarsi. Sarebbe sufficiente stare un attimo calmo sul divano, leggere un libro, ascoltare un po' di musica.
“È molto importante avere dei rituali di calma per contrastare lo stress che oggi è sempre più forte per tutti noi e insegnarlo, poi, anche ai figli. Di fatto, è una grande risorsa ritagliarsi qualche momento di benessere e proporlo anche ai bimbi: 5 minuti della stessa musica, per esempio, ogni giorno, nello stesso posto, aiutano a recuperare energia e forza”, dice Giuliana Franchini.
Dal punto di vista della psicologa, se il genitore è sufficientemente soddisfatto, in genere, lo è anche il bimbo. “Non possiamo pensare che il bimbo sia un mondo a se stante: se ha intorno adulti che sanno gestire bene il tempo e sono capaci di rilassarsi, lo sarà di più anche lui.
Un genitore mediamente soddisfatto ha più pazienza e un atteggiamento più coerente verso il figlio. E tutti i bambini hanno bisogno di tempo, amore e libertà e di adulti che hanno voglia di stare con loro”, conclude la psicologa.
Re: Come gestire la rabbia dei bambini, 9 consigli infallibi
Manteniamo la calma
In pratica contieni il bambino in un luogo sicuro mentre sfoga la rabbia, senza rimproverarlo o urlargli contro, ma attendi con pazienza che si calmi da solo.
Vantaggio: vedere che non ci irritiamo aiuta a sdrammatizzare la situazione e lo tranquillizza immediatamente.
Avviciniamoci a lui
Avvicinarsi a lui lo rassicura. Inutile, però chiedergli il perché della sua rabbia specie se è molto piccolo: non saprà dircelo. Meglio usare una frase del tipo “so che sei arrabbiato, andiamo in cameretta a calmarci un po’?”
Vantaggio: lui si sentirà rassicurato dalla nostra presenza e capito.
Insegniamogli altri modi
“Quando urli così, la mamma fa più fatica a capire cosa dici, la prossima volta proviamo a non gridare?”. Poi rassicuriamolo: “Vieni qui che la mamma ti dà un bel bacione…”.
Vantaggio: a volte è il modo più veloce di calmarlo.
Sbollita la rabbia, ne riparliamo
Una volta sbollita la rabbia si può chiedere al bambino cos’è che lo ha turbato a quel punto: “Ora dici alla mamma perché ti sei arrabbiato in quel modo?”.
Vantaggio: lo aiuta a riflettere e a conoscersi meglio.
Gli errori da evitare
Arrabbiarsi più di lui
È umano ma rischia di ritorcersi contro di noi; prendi fiato, conta fino a 10 e cerca di controllare queste reazioni: metterle in atto vuol dire gettare benzina sul fuoco. Ti metti sul suo stesso piano perdendo di autorevolezza e rinfocoli la sua aggressività senza aiutarlo.
Soffocare l’emozione
Più la reprimi, più l’amplifichi e le dai importanza. Meglio lasciarlo sfogare: come tutte le cose umane, anche la rabbia dei bambini ha sempre un inizio, uno sviluppo e una fine.
Cercare di farlo ragionare
Troppe parole rischiano di non far arrivare al bambino l’unico messaggio importante: “ci sono cose che non si fanno, picchiare i compagni è una di queste. Punto e basta”.
Punirlo severamente
Perdi la tua credibilità e non fai altro che rinforzare i comportamenti che intendi sradicare.
Prenderlo in giro
In questo modo si sentirà incompreso, provocato e umiliato anche dalle persone da cui si aspetta rispetto.
Linea dura solo se...
Ci sono situazioni nelle quali la rabbia del bambino sfocia in vere e proprie crisi nelle quali rischia di perdere il controllo e di farsi del male. In questi casi la cosa più importante è fare sentire al bambino che, se lui non è capace di tenere a bada ciò che lo fa infuriare, noi sappiamo farlo per lui. Occorrerà intervenire in modo deciso, lasciando i discorsi a quando la tempesta sarà passata. Lo stesso tipo di intervento risulterà efficace anche se abbiamo a che fare con un bambino dalla personalità molto forte, tendenzialmente impulsivo e focoso.
In questo caso mantenere una linea coerente e tenergli testa è molto importante.
Bloccalo fisicamente
Quando un bambino è travolto da un impeto d’ira, sente di non riuscire a controllarsi. Il fatto di essere bloccato con fermezza viene da lui interpretato come un segno che ci si preoccupa di lui.
Vantaggio: gli offre confini protettivi soprattutto quando diventa fisicamente aggressivo (dà pugni, calci, non riesce a stare fermo).
Usa un tono fermo senza urlare
Se fa i capricci o è aggressivo, l’unica cosa che funziona è dargli uno stop fermo con il tono della voce pacato ma inflessibile. Il messaggio è: “Non ci sono spazi di trattativa. Questo non si fa, punto”. Vantaggio: lo rassicura, lo aiuta a confrontarsi con la frustrazione e ad accettare l’autorità.
In pratica contieni il bambino in un luogo sicuro mentre sfoga la rabbia, senza rimproverarlo o urlargli contro, ma attendi con pazienza che si calmi da solo.
Vantaggio: vedere che non ci irritiamo aiuta a sdrammatizzare la situazione e lo tranquillizza immediatamente.
Avviciniamoci a lui
Avvicinarsi a lui lo rassicura. Inutile, però chiedergli il perché della sua rabbia specie se è molto piccolo: non saprà dircelo. Meglio usare una frase del tipo “so che sei arrabbiato, andiamo in cameretta a calmarci un po’?”
Vantaggio: lui si sentirà rassicurato dalla nostra presenza e capito.
Insegniamogli altri modi
“Quando urli così, la mamma fa più fatica a capire cosa dici, la prossima volta proviamo a non gridare?”. Poi rassicuriamolo: “Vieni qui che la mamma ti dà un bel bacione…”.
Vantaggio: a volte è il modo più veloce di calmarlo.
Sbollita la rabbia, ne riparliamo
Una volta sbollita la rabbia si può chiedere al bambino cos’è che lo ha turbato a quel punto: “Ora dici alla mamma perché ti sei arrabbiato in quel modo?”.
Vantaggio: lo aiuta a riflettere e a conoscersi meglio.
Gli errori da evitare
Arrabbiarsi più di lui
È umano ma rischia di ritorcersi contro di noi; prendi fiato, conta fino a 10 e cerca di controllare queste reazioni: metterle in atto vuol dire gettare benzina sul fuoco. Ti metti sul suo stesso piano perdendo di autorevolezza e rinfocoli la sua aggressività senza aiutarlo.
Soffocare l’emozione
Più la reprimi, più l’amplifichi e le dai importanza. Meglio lasciarlo sfogare: come tutte le cose umane, anche la rabbia dei bambini ha sempre un inizio, uno sviluppo e una fine.
Cercare di farlo ragionare
Troppe parole rischiano di non far arrivare al bambino l’unico messaggio importante: “ci sono cose che non si fanno, picchiare i compagni è una di queste. Punto e basta”.
Punirlo severamente
Perdi la tua credibilità e non fai altro che rinforzare i comportamenti che intendi sradicare.
Prenderlo in giro
In questo modo si sentirà incompreso, provocato e umiliato anche dalle persone da cui si aspetta rispetto.
Linea dura solo se...
Ci sono situazioni nelle quali la rabbia del bambino sfocia in vere e proprie crisi nelle quali rischia di perdere il controllo e di farsi del male. In questi casi la cosa più importante è fare sentire al bambino che, se lui non è capace di tenere a bada ciò che lo fa infuriare, noi sappiamo farlo per lui. Occorrerà intervenire in modo deciso, lasciando i discorsi a quando la tempesta sarà passata. Lo stesso tipo di intervento risulterà efficace anche se abbiamo a che fare con un bambino dalla personalità molto forte, tendenzialmente impulsivo e focoso.
In questo caso mantenere una linea coerente e tenergli testa è molto importante.
Bloccalo fisicamente
Quando un bambino è travolto da un impeto d’ira, sente di non riuscire a controllarsi. Il fatto di essere bloccato con fermezza viene da lui interpretato come un segno che ci si preoccupa di lui.
Vantaggio: gli offre confini protettivi soprattutto quando diventa fisicamente aggressivo (dà pugni, calci, non riesce a stare fermo).
Usa un tono fermo senza urlare
Se fa i capricci o è aggressivo, l’unica cosa che funziona è dargli uno stop fermo con il tono della voce pacato ma inflessibile. Il messaggio è: “Non ci sono spazi di trattativa. Questo non si fa, punto”. Vantaggio: lo rassicura, lo aiuta a confrontarsi con la frustrazione e ad accettare l’autorità.
Re: Come gestire la rabbia dei bambini, 9 consigli infallibi
grazy harryson per queste info, tante volte ci vuole davvero uno psicologo.
Re: Come gestire la rabbia dei bambini, 9 consigli infallibi
alina per il momento mia figlia è ancora tranquilla, dorme e non è nervosa. solo quando ha le colichette, e in quel caso diventa irascibile e piange... a volte mi avvilisco però cerco di non farmi prendere dall'agitazione e ripeto di stare tranquilla. è difficile...alina99 ha scritto:grazy harryson per queste info, tante volte ci vuole davvero uno psicologo.
Re: Come gestire la rabbia dei bambini, 9 consigli infallibi
a volte penso che È un modo per chiedere aiuto poichè La rabbia è il suo strumento di difesa. Se lui non andasse in collera quando ritiene di aver subito un sopruso, non darebbe un segnale della sua sofferenza e tu non ti accorgeresti di nulla.
bisogna capirli e anche controllarli!
bisogna capirli e anche controllarli!